Bitcoin, rumors su indagini Usa e blackout in Cina dietro il crollo
Ondata di vendite dopo lo stacco della corrente nella regione con più « minatori » Il Tesoro americano pronto a lanciare una inchiesta su riciclaggio in criptovalute
Nelle ultime ore il mercato delle criptovalute sta mettendo in mostra l’altro lato della medaglia: elevata volatilità a fronte di ribassi per cuori forti. Dopo aver toccato un picco a 64.500 dollari il 14 aprile - non a caso la stessa data dello sbarco al Nasdaq di Coinbase, il primo exchange crypto negli Usa - il Bitcoin è scivolato il 18 aprile fino a un minimo di 52mila, registrando una perdita del 20%. I trader le chiamano drawdown: quelle cadute verso il basso che non tutti sono in grado di sopportare. Tanto meno quelli, e sulle criptovalute sono numerosi, che operano con la leva finanziaria. In questo caso il passaggio da drawdonw a margin call è un attimo. Ed è quello che è accaduto nel week end alla criptovaluta ideata nel 2009 dallo pseudonomico Satoshi Nakamoto, coinvolgendo a cascata le altre principali “monete”.
Ma cosa è successo? Impossibile essere certi ma la causa principale sembrerebbe imputabile al blackout elettrico dovuto a un’ispezione di sicurezza nella regione cinese dello Xinjiang, dove è concentrato il 23,3% dell’hash rate ( la potenza di calcolo necessaria per “estrarre” Bitcoin) del pianeta. L’ispezione ha fatto seguito a un incidente in una miniera di carbone nella quale almeno 12 minatori hanno perso la vita. In sostanza, è stata staccata la corrente ( per circa tre ore) nella regione dove vengono estratti più Bitcoin al mondo. Per via di un controllo seguito a una tragedia.
A quanto risulta da un’analisi dei dati onchain pubblicata su twitter dal noto analista Willy Woo l’innesco al ribasso sarebbe stato portato dalla vendita da parte dei miners di 9.000 Bitcoin, probabilmente già a conoscenza dell’operazione di manutenzione sulla rete elettrica. Tanti infatti sono stati depositati su Binance, il più grande exchange al mondo, pochi minuti prima del crollo. Considerati i forti ordini in vendita il prezzo ha preso rapidamente la strada verso il basso. « Ed è qui che entrano in gioco, per loro sfortuna, i numerosi trader che si erano posizionati al rialzo prima della quotazione di Coinbase - spiega Stefano Bargiacchi, analista di Directa sim -. Essendo nella maggior parte dei casi in leva si sono visti chiudere automaticamente dal broker la posizione man mano che il prezzo crollava ( margin call, ndr) alimentando ulteriormente il flash crash » .
La stessa analisi onchain indica però che dopo il crollo il prezzo ha recuperato in area 55.000 dollari spinto da numerosi acquisti da parte dei cosiddetti hodler, investitori di lungo periodo. « Infatti sempre nella giornata di domenica da Binance sono usciti 20.700 Bitcoin, molto più dei 9.000 che erano stati inseriti per dare il là alle vendite. Questo significa - conclude Bargiacchi - che questo ribasso, innescato da fattori tecnici, ha ripulito il mercato: sono usciti in perdita molti trader speculativi e sono entrati nuovi hodler che hanno approfittato della caduta esogena del prezzo » .
Alcuni imputano al crollo del Bitcoin inoltre i crescenti rumor secondo cui il Tesoro Usa potrebbe aprire un’indagine sul riciclaggio di criptovalute.
Al momento dal punto di vista dei fondamentali il trend di fondo del Bitcoin al momento non sembra essere, fino a prova contraria, compromesso dall’accaduto. Lo riprova il fatto che a 48 ore dalle parole di Larry Fink, ceo di BlackRock, il più grande gestore di denaro al mondo, secondo cui « le criptovalute potrebbero diventare un’ottima asset class » . Della stessa idea il presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan che venerdì scorso ha dichiarato che « il Bitcoin è una riserva di valore » .