Bufera politica su Grillo: accuse da tutti i partiti Conte si smarca
L’ex premier difende l’autonomia dei magistrati dopo il video shock del fondatore Pressing del big per chiudere la lunga transizione: « Così rischiamo la balcanizzazione »
Bufera su Beppe Grillo dopo il video a difesa del figlio, accusato di stupro. Accuse dall’intero Parlamento alle parole di Grillo, centrodestra all’attacco, critiche anche dai dem. Il leader in pectore dei M5S Conte difende « l’autonomia della magistratura » e la « lotta alla violenza sulle donne » .
L’onda d’urto del video con cui Beppe Grillo ha difeso con veemenza e sessismo suo figlio Ciro dall’accusa di stupro non poteva non arrivare ben dentro il Palazzo. Investendo direttamente i vertici del M5s e, vista la netta condanna del segretario del Pd Enrico Letta ( « frasi inaccettabili » ) , anche le prospettive dell’alleanza progressista che si sta faticosamente costruendo in vista delle prossime politiche. E alla fine, sollecitato dai dirigenti pentastellati e anche da molti dem, lo smarcamento di Giuseppe Conte dal fondatore e garante del movimento è arrivato. Ed è uno marcamento sì garbato nei confronti di Grillo ( « comprendo le preoccupazioni e l’angoscia di un padre, ma non possiamo trascurare il fatto che in questa vicenda ci sono anche altre persone che vanno protette, vale a dire la giovane ragazza e i suoi familiari » ) , ma che sceglie di incentrarsi sul rispetto di due principi cardine del M55: l’autonomia della magistratura e la lotta contro la violenza sulle donne. « In questa vicenda c’è un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso aspettiamo che i magistrati facciano le loro verifiche - ricorda Conte, stoppando di fatto l’anomala svolta “garantista” di un paladino dei Pm come Grillo -. Con il M5s mi accomunano da sempre queste due convinzioni: di ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura e di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne, una battaglia che abbiamo sempre combattuto in prima linea, basti ricordare l’introduzione delle norme sul codice rosso ( si veda l’articolo in pagina, ndr) » .
La verità è che il caso Grillo cade nel limbo della transizione del M5s a partito contiano, con tutte le beghe legali che comporta la risoluzione del rapporto con Davide Casaleggio e la sua piattaforma Rousseau ( scade proprio oggi l’ultimatum ai parlamentari affinché paghino le migliaia di euro di contributi non versati). E chi ha parlato con l’ex premier lo ha sentito molto più irritato con Grillo di quanto sia trapelato nella sua nota. Deciso insomma a prendere le distanze politiche dal fondatore, non escludendo la formazione di un partito ” suo” che svuoti il movimento dall’interno lasciando ad altri la carcassa delle carte bollate. Ma difficilmente Conte farà qualche passo decisivo prima del 29 aprile, quando si confronterà con il leader del Pd Letta in un incontro organizzato da Goffredo Bettini e dalla sua nuova corrente Agorà. Bisogna infatti attendere il pronunciamento della Corte d’Appello di Cagliari il 30 aprile, quando verrà discusso il reclamo del “reggente” Vito Crimi contro la nomina del curatore legale che ha preso il suo posto. E a giorni dovrebbe anche arrivare a Grillo la sollecitazione della Procura di Cagliari ad indire le votazioni per la nomina del direttorio a cinque, l’organismo di governance del movimento che allo stato è l’unico autorizzato dallo statuto del M5s. Solo dopo questi passaggi il quadro sarà più chiaro. Certo è che dopo l’incauta iniziativa di Grillo il pressing su Conte dei big del M5s, a cominciare da Luigi Di Maio, si è fatto ancora più forte. Senza un’iniziativa in tempi brevi, infatti, si rischia la completa balcanizzazione. Mentre la scissione dell’ala di Casaleggio e Alessandro Di Battista è ipotesi sempre più concreta.