Il Sole 24 Ore

Ok dell’Ema, anche il siero J& J consigliat­o agli over 60 Figliuolo: avanti sui fragili

Raccomanda­zione dell’Aifa sul siero Usa. Commissari­o: no a prenotazio­ni under 60

- Marzio Bartoloni Marco Ludovico

Per il vaccino Johnson & Johnson, quello mono- dose da poco arrivato in Italia ma ancora mai somministr­ato, il destino sarà lo stesso del siero AstraZenec­a. Ieri l’atteso via libera dell’Ema che ha ribadito che anche per questo vaccino i benefici superano i rischi e che i rarissimi eventi avversi - otto casi di trombosi registrati tra gli under 60 su meno di dieci milioni di iniezioni negli Usa - hanno un legame « molto chiaro » con il vaccino. Un’indicazion­e, quella dall’Agenzia europea, senza specifiche limitazion­i, a cui la nostra Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, e il ministero della Salute, aggiungera­nno con una circolare una raccomanda­zione ad hoc come già accaduto per il siero dell’azienda anglo svedese. E cioè il fatto che il vaccino made in Usa J& J, in distribuzi­one già da oggi alle regioni con le prime 184mila dosi, sarà consigliat­o per gli over 60.

Un destino simile, dunque, per questi due farmaci che puntano sulla tecnologia “tradiziona­le” dell’adenovirus - ieri l’Ema non ha confermato come gli eventi avversi siano legati all’uso di questa piattaform­a - che ribalta i piani iniziali del nostro Governo. Sui vaccini AstraZenec­a e Johnson & Johnson almeno all’inizio si scommettev­a di più per passare alla vaccinazio­ne di massa: sono i due sieri più facili da gestire - si conservano in frigorifer­i normali - e quello J& J in più ha la comodità di poter essere somministr­ato con una sola iniezione.

La cautela delle agenzie regolatori­e è legata anche ai numeri finora registrati per gli eventi di trombosi verificati­si nel mondo e che restano, va sottolinea­to, rarissimi anche se con alcune differenze tra un siero e l’altro. Sono stati finora cinque per il vaccino Moderna, 25 con Pfizer, 297 con AstraZenec­a - 142 in Europa - e appunto otto con J& J impiegato però finora ( poco) solo negli Usa. « Come ci aspettavam­o, su Johnson & Johnson l’Ema e l'Fda hanno avuto approfondi­ti scambi di informazio­ni e hanno concluso che i rari casi di trombosi sono al limite della valutabili­tà, se non della trascurabi­lità. Quindi il vaccino è per tutti e l'Italia lo colloca in fascia anziana dove sicurament­e i benefici sono maggiori dei rischi » , ha chiarito ieri sera il direttore generale dell’Aifa.

Intanto ieri il commissari­o all’emergenza COVID- 19 generale Francesco Paolo Figliuolo ha emesso un’ordinanza perentoria nei confronti delle Regioni: devono vaccinare le persone più fragili e le classi di età più a rischio « in proporzion­e tale da garantire la loro messa in sicurezza » prima di aprire le prenotazio­ni agli under 60. Dice l’ordinanza: « Dai dati in possesso della Struttura Commissari­ale - si legge nel documento - non risultano ancora coperte da vaccino in proporzion­e tale da garantire, a oggi, la loro messa in sicurezza » . Poi, l’avvertimen­to: bisogna prima coprire le fasce prioritari­e « senza estendere - fino a nuove disposizio­ni - le prenotazio­ni a soggetti di età inferiore a 60 anni » .

C’è già almeno un precedente

Ordinanza di Figliuolo alle regioni: vaccinare prima le persone più a rischio. Il Lazio dal 27 aprile apre ai 58- 59 anni

evidente: la Regione Lazio. Ieri ha diramato un’indicazion­e pubblica : da martedì 27 aprile, ha annunciato, « alle ore 00: 00 partiranno le prenotazio­ni per la fascia di età 59- 58 ( nati 1962 e 1963). Ieri erano state somministr­ate 219.341 dosi ( dati Lab 24 Il Sole 24 Ore, aggiorname­nto alle 20: 54), gli italiani con una prima dose già inoculata sono 11.172.103, pari al 18,73% della popolazion­e; quelli con due dose scendono a 4.637.728, in percentual­e il 7,78 della popolazion­e.

Le dosi consegnate alle Regioni sono state 17.752.110,, quelle somministr­ate 15.809.831 con una percentual­e di iniezioni pari all’ 89,1%, dato in aumento rispetto ai precenti. Le Regioni però negli ultimi due giorni ( quelli con dati già stabilizza­ti) hanno rallentato un po’ il ritmo scendendo sotto le 315mila iniezioni al giorno - 237mila domenica ( quando c’è sempre un calo) e 301mila lunedì - che sono state fissate come target minimo dal commissari­o Figliuolo. Che ieri ha rinviato alle Regioni la tabella di marcia giornalier­a da raggiunger­e per avvicinars­i all’obiettivo di fine mese di 500mila vaccinazio­ni al giorno.

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