Ritocchi al condono, maggioranza divisa
Pd, Leu e M5S puntano a limitare la sanatoria mentre Lega e Fi rilanciano
Al Senato il decreto Sostegni prova a uscire dalle sabbie mobili, ma con lo spettro del rischio di un cortocircuito nella maggioranza sul condono delle vecchie cartelle. Pd e Leu sono già schierati, puntando sui loro emendamenti segnalati, per restringere sensibilmente il perimetro tracciato per la cancellazione dei debiti. Fi e Lega puntano invece ad ampliare le maglie della sanatoria. Il confronto in commissione a palazzo madama si annuncia tutt’altro che in discesa, mentre i tempi per la conversione del Dl ( che scade il 21 maggio) continuano a restringersi e annullano di fatto la promessa di assicurare al provvedimento due letture piene al Senato e alla Camera con tre passaggi parlamentari.
A rendere già visibile la faglia che rischia di provocare qualche scossa nella maggioranza è, come detto, l’elenco dei ritocchi segnalati dai gruppi parlamentari su cui si giocherà la partita in Commissione. Da Leu arriva una proposta, che vede primi firmatari Vasco Errani e Loredana De Petris, che elimina la cancellazione dei ruoli oggetto di rateizzazione ( e quindi non prescritti) rendendo pertanto riscuotibili tutti quelli relativi alle definizioni agevolate riguardanti i debiti affidati all’agente della riscossione dal 2000 al 2017. Una correzione rispetto al testo del Governo che consentirebbe di recuperare ben 451,3 milioni in quattro anni che potrebbero trasformarsi in una fetta consistente della maggior dote chiesta dalla maggioranza all’Esecutivo per rendere più sostanzioso l’attuale “chip” da 500 milioni per le modifiche al testo, con l’obiettivo di alleggerire i costi fissi delle imprese in crisi a causa della pandemia ( v. Il Sole 24 Ore di ieri).
A considerare necessario un restringimento del raggio d’azione del condono è anche il Pd. Della lista degli emendamenti “segnalati” fa parte una proposta di correttivo, a firma di Valeria Fedeli, che limita la ” cancellazione” ai debiti « effettivamente non più esigibili » , ovvero a quelli considerati non più recuperabili. In questo caso il bacino sarebbe molto ampio perché vi rientrerebbero i debiti legati a persone decedute, irreperibili, nullatenenti, e ad altri soggetti con anagrafe tributaria negativa per i quali, secondo l’esponente Dem, la riattivazione dei procedimenti di riscossione si prefigura a sicuro insuccesso.
Una parte dei senatori 5 Stelle arriva a chiedere l’eliminazione del condono, mentre altri pentastellati chiedono si ampliare fino a 15.000 euro per contribuente il valore delle vecchie cartelle da stralciare.
In direzione diametralmente opposta vanno i ritocchi su cui spinge il lato destro della maggioranza. Un emendamento della capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini punta ad allargare tutti i paletti della sanatoria. Per Forza Italia le cartelle da eliminare dovrebbero essere di importo più elevato passando dai 5.000 euro attuali a 10mila euro, così come l’arco temporale che dovrebbe riguardare i ruoli affidati all’agente della riscossione dal 2000 al 2015 ( ora è il 2010). Mentre sul tetto al reddito dei contribuenti ammessi al condono il limite dovrebbe salire da 30mila a 40mila euro. Soglia, quest’ultima, che la Lega con un altro emendamento di Alberto Bagnai vorrebbe far lievitare fino a 50.000 euro. E come Forza Italia il responsabile economico del Carroccio chiede la cancellazione delle vecchie cartelle fino a 10mila euro.
5.000 IL VALORE IN EURO DEI RUOLI
Solo l’ala destra della maggioranza chiede di alzare il tetto, le altre forze favorevoli a nuovi paletti