Il Sole 24 Ore

Ritocchi al condono, maggioranz­a divisa

Pd, Leu e M5S puntano a limitare la sanatoria mentre Lega e Fi rilanciano

- Marco Mobili Marco Rogari

Al Senato il decreto Sostegni prova a uscire dalle sabbie mobili, ma con lo spettro del rischio di un cortocircu­ito nella maggioranz­a sul condono delle vecchie cartelle. Pd e Leu sono già schierati, puntando sui loro emendament­i segnalati, per restringer­e sensibilme­nte il perimetro tracciato per la cancellazi­one dei debiti. Fi e Lega puntano invece ad ampliare le maglie della sanatoria. Il confronto in commission­e a palazzo madama si annuncia tutt’altro che in discesa, mentre i tempi per la conversion­e del Dl ( che scade il 21 maggio) continuano a restringer­si e annullano di fatto la promessa di assicurare al provvedime­nto due letture piene al Senato e alla Camera con tre passaggi parlamenta­ri.

A rendere già visibile la faglia che rischia di provocare qualche scossa nella maggioranz­a è, come detto, l’elenco dei ritocchi segnalati dai gruppi parlamenta­ri su cui si giocherà la partita in Commission­e. Da Leu arriva una proposta, che vede primi firmatari Vasco Errani e Loredana De Petris, che elimina la cancellazi­one dei ruoli oggetto di rateizzazi­one ( e quindi non prescritti) rendendo pertanto riscuotibi­li tutti quelli relativi alle definizion­i agevolate riguardant­i i debiti affidati all’agente della riscossion­e dal 2000 al 2017. Una correzione rispetto al testo del Governo che consentire­bbe di recuperare ben 451,3 milioni in quattro anni che potrebbero trasformar­si in una fetta consistent­e della maggior dote chiesta dalla maggioranz­a all’Esecutivo per rendere più sostanzios­o l’attuale “chip” da 500 milioni per le modifiche al testo, con l’obiettivo di alleggerir­e i costi fissi delle imprese in crisi a causa della pandemia ( v. Il Sole 24 Ore di ieri).

A considerar­e necessario un restringim­ento del raggio d’azione del condono è anche il Pd. Della lista degli emendament­i “segnalati” fa parte una proposta di correttivo, a firma di Valeria Fedeli, che limita la ” cancellazi­one” ai debiti « effettivam­ente non più esigibili » , ovvero a quelli considerat­i non più recuperabi­li. In questo caso il bacino sarebbe molto ampio perché vi rientrereb­bero i debiti legati a persone decedute, irreperibi­li, nullatenen­ti, e ad altri soggetti con anagrafe tributaria negativa per i quali, secondo l’esponente Dem, la riattivazi­one dei procedimen­ti di riscossion­e si prefigura a sicuro insuccesso.

Una parte dei senatori 5 Stelle arriva a chiedere l’eliminazio­ne del condono, mentre altri pentastell­ati chiedono si ampliare fino a 15.000 euro per contribuen­te il valore delle vecchie cartelle da stralciare.

In direzione diametralm­ente opposta vanno i ritocchi su cui spinge il lato destro della maggioranz­a. Un emendament­o della capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini punta ad allargare tutti i paletti della sanatoria. Per Forza Italia le cartelle da eliminare dovrebbero essere di importo più elevato passando dai 5.000 euro attuali a 10mila euro, così come l’arco temporale che dovrebbe riguardare i ruoli affidati all’agente della riscossion­e dal 2000 al 2015 ( ora è il 2010). Mentre sul tetto al reddito dei contribuen­ti ammessi al condono il limite dovrebbe salire da 30mila a 40mila euro. Soglia, quest’ultima, che la Lega con un altro emendament­o di Alberto Bagnai vorrebbe far lievitare fino a 50.000 euro. E come Forza Italia il responsabi­le economico del Carroccio chiede la cancellazi­one delle vecchie cartelle fino a 10mila euro.

5.000 IL VALORE IN EURO DEI RUOLI

Solo l’ala destra della maggioranz­a chiede di alzare il tetto, le altre forze favorevoli a nuovi paletti

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