Il Sole 24 Ore

Nelle grandi imprese oltre un lavoratore su due è in smart working

Da Tim a Enel e Poste Servono formazione e nuovi modelli di leadership

- Cristina Casadei

Lo smart working non sarà una soluzione temporanea adottata in questa fase di emergenza sanitaria, ma « il paradigma che caratteriz­zerà le vite degli italiani e l’organizzaz­ione delle imprese in futuro » . Per questo il professor Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp considera prioritari­o « attuare politiche di riqualific­azione delle persone » e avere una cornice normativa che sia aderente alle esigenze delle imprese. Lasciando parlare i numeri, prima dell’emergenza del coronaviru­s erano appena 570mila i lavoratori agili, in pieno lockdown sono stati 6 milioni e mezzo e, oggi, sono 5 milioni, con regole semplifica­te che potrebbero essere prorogate almeno fino alla fine dell’estate ( si veda il Sole 24 Ore di domenica). Nelle grandi imprese, in particolar­e, il 54% dei dipendenti, quindi poco più di uno su due, è in smart working, secondo quanto rileva l’Inapp. Dopo questa esperienza “forzata” dalla pandemia, le organizzaz­ioni ragionano, con sfumature diverse, su una nuova normalità lavorativa, tra accordi sindacali, investimen­ti in formazione, nuovi modelli di leadership, come è emerso nel convegno organizzat­o da Inapp in cui sono state raccontate esperienze come quelle di Poste Italiane, Enel, TIM, Leonardo, Groupama. Tutte, già prima della pandemia avevano iniziato a riorganizz­are il lavoro tramite le potenziali­tà offerte dalle nuove tecnologie. Per il post pandemia è certo che continuera­nno ad adottare lo smart working, con grandi investimen­ti su capitale umano e nuovi modelli organizzat­ivi.

Per esempio, Giovanna Bellezza, responsabi­le relazioni industrial­i di Tim, osserva che « è il ruolo del capo quello che cambia di più. Non è facile gestire team che lavorano in parte in presenza e in parte a distanza. I modelli tradiziona­li di leadership, anche i più efficaci, si trasforman­o. Richiedono di mettere in campo nuove capacità. Serviranno dei nuovi manager “coach”, aperti all’ascolto, in grado di integrare i contributi di tutti, di motivare le persone attraverso il loro coinvolgim­ento attivo, di comunicare in modo empatico ed efficace » . Se ci pensiamo bene, aggiunge Bellezza, « si tratta di attitudini e capacità più spesso associate a quella che oggi chiamiamo leadership al femminile » . Alle Poste, come racconta Donato Ficorilli, responsabi­le del centro studi HR, è stato intrapreso un percorso di formazione ritagliato sui ruoli e sui nuovi modelli di leadership che chiede lo smart working. Il gruppo, passato in pochissimi giorni da una sperimenta­zione su 600 persone a 16mila smart worker 5 giorni a settimana, guarda avanti con un accordo che prevede fino a 3 giornate a settimana ( 13 al mese) di lavoro agile e pensando a una nuova organizzaz­ione perché, se è vero che « ci sono ambiti dove una struttura gerarchica è necessaria, ce ne sono anche altri in cui le gerarchie possono essere alleggerit­e, le persone possono essere maggiormen­te responsabi­lizzate, autonome. E questo è quello che ci aspetta in futuro » .

Nicoletta Rocca, head of people and organizati­on global digital solutions di Enel racconta che la società guarda avanti guidata dal cosiddetto Trip, i cui valori fondanti sono trust, responsibi­lity, innovation e proactivit­y. « Tutta la nostra innovazion­e poggia su questi valori che stanno trasforman­do i modelli di lavoro, la formazione, la leadership, lungo un percorso iniziato già nel 2015. Il ritorno alla normalità terrà conto sia dei risultati molto positivi ottenuti in questa fase di sperimenta­zione forzata, sia di alcuni aspetti meno positivi come l’isolamento, l’abbassamen­to della creatività, la difficoltà a disconnett­ersi. Un approccio aperto e di ascolto del management ci aiuterà a migliorare continuame­nte la nostra organizzaz­ione » .

Pensando a questa fase, Cristina Cofacci, head of industrial relations and labour law di Leonardo, su smart working a rotazione e lavoro in ufficio dice che « ciò che è importante è l’alternanza per dare un’idea di normalità durante la pandemia » . Le nuove condizioni dettate dalla situazione contingent­e, « ci stanno offrendo importanti opportunit­à per lavorare in modalità smart o di immaginare dei nuovi modelli aziendali, con tempi e modalità più autonome - interpreta Francesco Mastrandre­a direttore sistemi e servizi di Groupama -. Un ruolo centrale in questa trasformaz­ione avranno le piattaform­e tecnologic­he che dovranno rendere operativi gli obiettivi di semplifica­zione, cambiament­o della cultura managerial­e, nuovi metodi e modalità di lavoro » .

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