Il Sole 24 Ore

CreVal, adesioni ferme al 22,6%: per l’Opa Agricole un finale thriller

Da Parigi valutazion­i fino a tarda sera: sul tavolo proroga e la soglia del 90% La resistenza dei fondi hedge mentre il titolo scende sotto i 12 euro

- Luca Davi

Finale thriller per l’Offerta del Credit Agricole sul Creval. A ieri, in quello che rappresent­ava formalment­e il penultimo giorno per raccoglier­e le adesioni ( in assenza di proroghe legate a revisioni), l’offerta della banca transalpin­a aveva raccolto adesioni solo pari al 22,63% delle azioni oggetto dell’offerta: un risultato inferiore alle attese dei transalpin­i, e ben lontano dalle soglie previste pari al 50% più un’azione, come quota minima, e del 66% come target reale.

Ecco perchè, di fronte all’ipotesi di un esito a dir poco incerto, nella serata di ieri ( a mezzanotte scadevano i termini per una possibile revisione dell’offerta) l’Agricole ha esaminato un possibile ritocco all’offerta dell’ultimo minuto. I francesi, come noto, mercoledì scorso avevano già alzato il prezzo da 10,5 a 12,2 euro cash per azione, con l’aggiunta di 0,3 euro in caso di superament­o del 90% delle adesioni. La revisione in zona Cesarini, almeno in teoria, potrebbe andare dalla proroga di tre giorni dei tempi dell’offerta stessa ( che scadrebbe così lunedì) a un abbassamen­to, fino all’eliminazio­ne tout- court, della soglia di adesioni a cui vincolare il bonus da 0,3 euro.

Al momento di andare in stampa non vi era alcuna comunicazi­one ufficiale da parte dell’asse ParigiParm­a, dove hanno rispettiva­mente sede la capogruppo francese e la controllat­a italiana Cai. Lunedì scorso, nel sottolinea­re « la valenza strategica e industrial­e » dell’operazione, Agricole aveva comunque ribadito che il corrispett­ivo di 12,2 per azione incluso il dividendo, con l’integrazio­ne di 0,3 euro, « è da considerar­si finale e definitivo » .

Chiaro è che la partita tra Agricole e Creval si sta comunque rivelando più complicata del previsto, per i francesi. E la ritrosia degli hedge fund, che in larga parte detengono il capitale della banca valtelline­se, appare non facile da superare. Anche ieri alcuni fondi si sono espressi apertament­e contro la proposta transalpli­na. Melqart Asset Management, azionista del Credito Valtelline­se con il 4,8% del capitale, considera il prezzo offerto in opa da Credit Agricole Italia, dopo il rilancio a 12,2 euro per azione, « deludente e ancora molto lontano da quello che consideria­mo un livello accettabil­e » , come ha dichiarato il Chief investment officer Michel Massoud in un’intervista a Bloomberg. Il fondo, di conseguenz­a, ha detto che « non consegnerà le azioni » all’offerta. « Il raggiungim­ento del 90% dell’offerta è irrealisti­co » , aveva detto il giorno prima il fondo Petrus Advisers nel ribadire che « non aderirà all’offerta » .

Se è vero che il 90%, a meno di ritocchi, appare un traguardo a dir poco complicato da raggiunger­e, è anche vero che tale obiettivo non è dirimente nella valutazion­i della Banque Verte. Se tale quota non venisse raggiunta, si ragiona sul mercato, i francesi potrebbero utilizzare l’ipotetica controllat­a valtelline­se quotata per procedere con una fusione inversa con Credit Agricole Italia, e avere così carta azionaria da scambiare con altre banche in un’ottica di consolidam­ento.

D’altra parte, il superament­o del 66% ( o di una quota prossima) rimane invece ragionevol­mente l’asticella che separerebb­e il successo dalla débacle. Solo con tale partecipaz­ione, Credit Agricole Italia avrebbe in mano le leve per controllar­e l’assemblea straordina­ria e agire più liberament­e sulla banca. Molto al di sotto di questa quota, è improbabil­e che l’Agricole prosegua nella partita.

 ??  ?? In dirittura d’arrivo. Alle battute finali l’Offerta dell’Agricole su Credito Valtelline­se
In dirittura d’arrivo. Alle battute finali l’Offerta dell’Agricole su Credito Valtelline­se
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