« Le fusioni sono necessarie, e il mercato va ascoltato »
L’intervista. Antonello Cabras. Parla il presidente della Fondazione di Sardegna, secondo azionista di Bper: « Con il proporzionale spazio a tutti i soci rilevanti. A Unipol ruolo guida »
« Oggi e nel futuro i progetti di fusione nel sistema bancario sono e saranno sempre all'ordine del giorno. Tutto dipende da quanto l’operazione straordinaria è in grado di promuovere rafforzamento patrimoniale, efficienza e redditività » . Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna, fa il punto con il Sole 24 Ore su Bper e Cdp, di cui l’ente è secondo socio, e più in generale sull’impatto della pandemia sul mondo delle fondazioni, i territori e la finanza.
La pandemia ha cambiato la finanza?
Nei fondamentali non è cambiata, nella valutazione dei probabili fattori di rischio il virus e le sue varianti hanno assunto un peso rilevante per gli effetti pandemici conseguenti. In definitiva si integra e si modifica la qualità e il peso dei parametri da valutare per definire la redditività di un investimento.
Oggi si svolge l’assemblea Bper, considerata al centro del risiko. Che ne pensa della prospettiva di una fusione?
La dimensione assume sempre più un ruolo decisivo nel futuro del sistema creditizio, ovviamente non è una condizione sufficiente mettere insieme se questo non si accompagna al miglioramento dell'offerta di prodotti e all'innovazione dei processi.
La strada maestra sembra portare a BpmBanco.
Ogni ipotesi richiede lo studio delle implicazioni patrimoniali, dell’impatto nei territori d’interesse, delle ricadute occupazionali. Occorre valutare e prevedere il giudizio del mercato: in conclusione tutto si può esaminare niente si deve fare senza aver soppesato rischi e benefici con la massima attenzione.
Come sono i rapporti con Unipol?
Unipol oggi è il primo azionista, socio industriale, quindi con caratteristiche assai differenti dalla Fondazione che per sua natura è più riconducibile alla categoria degli investitori istituzionali. Questo occorre sempre considerarlo quando si analizzano i comportamenti degli azionisti: la riforma dello statuto approvata a gennaio, che ha abbracciato un sistema proporzionale per l’elezione del cda, consente di rappresentare gli azionisti rilevanti rispettandone l’autonomia negli organi di governo evitando la necessità di collegamento. La scelta del primo azionista di autolimitarsi presentando una lista con sette candidati su quindici da eleggere è apprezzabile, tuttavia a chi detiene quasi il 20% del capitale si deve riconoscere la responsabilità e l’onere di avanzare le proposte per il governo e la strategia del gruppo bancario.
La Fondazione è secondo socio anche di Cdp, al centro di tante partite decisive. Troppe?
Di fronte all’emergenza pandemica ognuno ha il suo ruolo. Cdp sviluppa e rafforza il tradizionale rapporto con il territorio, sistema degli enti locali storico ambito al quale si aggiunge quello con le imprese direttamente operanti nei vari territori. Lo Stato interviene con le garanzie a fronte dei prestiti bancari con l’operatività di Cdp prevista dalle disposizioni per contrastare la crisi. Cdp aiuta i soggetti con team di analisti per definire e valutare la sostenibilità dei progetti di infrastrutture proposti per il territorio regionale.
Quale compito spetta invece alla Fondazione?
Da sola e in rete con il sistema Acri, aggiorna le priorità e privilegia in questa fase le misure a sostegno delle persone. Nel corso dell’ultimo anno senza ridurre il sostegno ai tradizionali settori: arte cultura, ricerca scientifica, formazione , sviluppo locale si sono integrati in modo significativo gli aiuti in sanità e volontariato.
Quanto peserà la sostenibilità nelle scelte del mondo finanziario?
Nelle sue componenti fondamentali da tempo ha scelto di impegnarsi negli investimenti a sostegno dell’economia sostenibile, penso ad esempio all’idrogeno o all’economia circolare più prossima al ciclo dei rifiuti. Oggi siamo alla vista della grande contraddizione decarbonizzazione/ digitalizzazione, come ormai è sempre più evidente il sistema digitale è energivoro e viaggia più veloce dell'estensione auspicabile dell’energia verde. Questo propone un tema da svolgere con equilibrio e sapienza in tutti gli ambiti di responsabilità e quindi anche nella finanza.