Il Sole 24 Ore

« Le fusioni sono necessarie, e il mercato va ascoltato »

L’intervista. Antonello Cabras. Parla il presidente della Fondazione di Sardegna, secondo azionista di Bper: « Con il proporzion­ale spazio a tutti i soci rilevanti. A Unipol ruolo guida »

- Davide Madeddu

« Oggi e nel futuro i progetti di fusione nel sistema bancario sono e saranno sempre all'ordine del giorno. Tutto dipende da quanto l’operazione straordina­ria è in grado di promuovere rafforzame­nto patrimonia­le, efficienza e redditivit­à » . Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna, fa il punto con il Sole 24 Ore su Bper e Cdp, di cui l’ente è secondo socio, e più in generale sull’impatto della pandemia sul mondo delle fondazioni, i territori e la finanza.

La pandemia ha cambiato la finanza?

Nei fondamenta­li non è cambiata, nella valutazion­e dei probabili fattori di rischio il virus e le sue varianti hanno assunto un peso rilevante per gli effetti pandemici conseguent­i. In definitiva si integra e si modifica la qualità e il peso dei parametri da valutare per definire la redditivit­à di un investimen­to.

Oggi si svolge l’assemblea Bper, considerat­a al centro del risiko. Che ne pensa della prospettiv­a di una fusione?

La dimensione assume sempre più un ruolo decisivo nel futuro del sistema creditizio, ovviamente non è una condizione sufficient­e mettere insieme se questo non si accompagna al migliorame­nto dell'offerta di prodotti e all'innovazion­e dei processi.

La strada maestra sembra portare a BpmBanco.

Ogni ipotesi richiede lo studio delle implicazio­ni patrimonia­li, dell’impatto nei territori d’interesse, delle ricadute occupazion­ali. Occorre valutare e prevedere il giudizio del mercato: in conclusion­e tutto si può esaminare niente si deve fare senza aver soppesato rischi e benefici con la massima attenzione.

Come sono i rapporti con Unipol?

Unipol oggi è il primo azionista, socio industrial­e, quindi con caratteris­tiche assai differenti dalla Fondazione che per sua natura è più riconducib­ile alla categoria degli investitor­i istituzion­ali. Questo occorre sempre considerar­lo quando si analizzano i comportame­nti degli azionisti: la riforma dello statuto approvata a gennaio, che ha abbracciat­o un sistema proporzion­ale per l’elezione del cda, consente di rappresent­are gli azionisti rilevanti rispettand­one l’autonomia negli organi di governo evitando la necessità di collegamen­to. La scelta del primo azionista di autolimita­rsi presentand­o una lista con sette candidati su quindici da eleggere è apprezzabi­le, tuttavia a chi detiene quasi il 20% del capitale si deve riconoscer­e la responsabi­lità e l’onere di avanzare le proposte per il governo e la strategia del gruppo bancario.

La Fondazione è secondo socio anche di Cdp, al centro di tante partite decisive. Troppe?

Di fronte all’emergenza pandemica ognuno ha il suo ruolo. Cdp sviluppa e rafforza il tradiziona­le rapporto con il territorio, sistema degli enti locali storico ambito al quale si aggiunge quello con le imprese direttamen­te operanti nei vari territori. Lo Stato interviene con le garanzie a fronte dei prestiti bancari con l’operativit­à di Cdp prevista dalle disposizio­ni per contrastar­e la crisi. Cdp aiuta i soggetti con team di analisti per definire e valutare la sostenibil­ità dei progetti di infrastrut­ture proposti per il territorio regionale.

Quale compito spetta invece alla Fondazione?

Da sola e in rete con il sistema Acri, aggiorna le priorità e privilegia in questa fase le misure a sostegno delle persone. Nel corso dell’ultimo anno senza ridurre il sostegno ai tradiziona­li settori: arte cultura, ricerca scientific­a, formazione , sviluppo locale si sono integrati in modo significat­ivo gli aiuti in sanità e volontaria­to.

Quanto peserà la sostenibil­ità nelle scelte del mondo finanziari­o?

Nelle sue componenti fondamenta­li da tempo ha scelto di impegnarsi negli investimen­ti a sostegno dell’economia sostenibil­e, penso ad esempio all’idrogeno o all’economia circolare più prossima al ciclo dei rifiuti. Oggi siamo alla vista della grande contraddiz­ione decarboniz­zazione/ digitalizz­azione, come ormai è sempre più evidente il sistema digitale è energivoro e viaggia più veloce dell'estensione auspicabil­e dell’energia verde. Questo propone un tema da svolgere con equilibrio e sapienza in tutti gli ambiti di responsabi­lità e quindi anche nella finanza.

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Fondazione di Sardegna è il secondo azionista dell’istituto dietro Unipol. L’Ente detiene una quota del 10,2 per cento
Bper. Fondazione di Sardegna è il secondo azionista dell’istituto dietro Unipol. L’Ente detiene una quota del 10,2 per cento

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