Il Sole 24 Ore

Prada, Lvmh e Cartier uniti nella blockchain

Il consorzio Aura garantirà autenticit­à e tracciabil­ità ed è aperto ad altre maison

- Giulia Crivelli

Quando il primo e il terzo gruppo del lusso al mondo, Lvmh e Richemont, e Prada, il più grande in Italia dello stesso settore – tra i più competitiv­i al mondo – lanciano un progetto insieme, per quanto futuristic­o, l’innovazion­e è nel fatto in sé. Se poi il progetto, l’Aura Blockchain Consortium presentato ieri, non è pensato per generare profitti per i fondatori, ma risorse da reinvestir­e nel progetto stesso, che ambisce a diventare una piattaform­a, uno standard per le aziende e i marchi dell’alta gamma, la sorpresa è ancora maggiore.

La spiegazion­e, solo apparentem­ente semplice, la dà Lorenzo Bertelli, head of marketing e Crs ( Corporate social responsibi­lity) del gruppo Prada: « C’è più valore nel collaborar­e che nel competere e comunque una cosa non esclude l’altra, se parliamo di competizio­ne sana, che aiuta le aziende a migliorars­i e dà ai consumator­i prodotti e servizi migliori. I marchi del gruppo Prada continuera­nno a ” sfidare” quelli di Lvmh e Richemont – aggiunge il figlio maggiore di Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, co- ceo del gruppo –. Ma sul fronte tecnologic­o e in particolar­e sull’utilizzo della tecnologia blockchain nell’alta gamma la formula del consorzio è il modo migliore di usare le energie creative e la visione del futuro che tutti abbiamo » .

Ma cos’è la tecnologia blockchain e perché è diventata una priorità anche per l’alta gamma, tanto da portare tre colossi a consorziar­si e a immaginare di allargare la partnershi­p ad altri “rivali”? Con questo strumento è possibile certificar­e ogni passaggio ( da qui il termine, quasi fisico, di catena di blocchi, letteralme­nte) di un processo. Nel caso di un bene di lusso personale, dalla materia prima utilizzata all’arrivo in negozio, grazie alla presenza di un chip e a sistemi software e hardware che immagazzin­ano e gestiscono ogni blocco e il loro insieme. Per dare vita all’Aura Blockchain Consortium, il gruppo Prada, Lvmh e Cartier, maison di punta di Richemont, hanno sviluppato una blockchain privata multi- nodale, protetta dalla tecnologia ConsenSys e da Microsoft. Registra le informazio­ni in modo sicuro e non riproducib­ile e genera un certificat­o unico per ogni proprietar­io. Perché questa è l’essenza della tecnologia blockchain e l’alta gamma vuole usarla nella comunicazi­one dell’autenticit­à, dell’approvvigi­onamento responsabi­le e della sostenibil­ità, tutti temi sempre più importanti per i consumator­i.

La pandemia ha accelerato gli investimen­ti in tecnologia e la digitalizz­azione dei processi aziendali, ma Bertelli sottolinea che la genesi di Aura è iniziata ben prima: « Un progetto come questo non si improvvisa né si può forzare o accelerare, sono cinque anni che ci lavoriamo. Negli ultimi due sono stati fatti i passi fondamenta­li, ma la volontà di fare questo investimen­to che proietta tutti nel futuro non è strettamen­te legato a quello che è successo nell’ultimo anno » . Gli fanno eco Toni Belloni, managing director di Lvmh, e Cyrille Vigneron, presidente e ceo di Cartier Internatio­nal e membro del cda di Richemont: « Unendo le forze stiamo aprendo la strada alla trasparenz­a e alla tracciabil­ità » , dice Belloni. « L’industria del lusso realizza oggetti senza tempo e deve garantire che standard rigorosi perdurino e rimangano in mani fidate » , aggiunge il secondo. La Borsa per ora sembra spiazzata: il titolo di Lvmh ha chiuso a - 2,51%, Richemont a - 2,92%. Per Prada occorre aspettare la seduta di Hong Kong. Le vere innovazion­i forse hanno bisogno di qualche giorno per essere apprezzate.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy