Seco controcorrente sbarca a Piazza Affari: « Accelerare la crescita »
L’ad Mauri: « Puntiamo a una posizione da leader tecnologici e di mercato »
Seco, Pmi aretina specializzata nella digitalizzazione, è pronta a sbarcare in Borsa a un prezzo per azione compreso tra 3,30 e 4,15 euro. Borsa italiana ha approvato l’ammissione alla quotazione, per un’offerta che avrà per oggetto un massimo di 37,773 milioni di azioni. L’intervallo di valorizzazione indicativa del capitale economico della società, ante aumento di capitale, è compreso tra circa 264,6 milioni di euro e circa 332,8 milioni; post aumento di capitale si passa a un intervallo compreso tra circa 353,7 milioni e 444,8 milioni di euro. « Seco è già un realtà con una chiara vocazione internazionale – spiega l’amministratore delegato della società, Massimo Mauri – ma ora dobbiamo crescere dimensionalmente e puntare a una posizione da leader sia sul piano tecnologico che su quello di mercato. E per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno di un supporto finanziario » .
La quotazione di Seco è la prima Ipo dell’anno sul mercato principale e solo la seconda in due anni. Una scelta sotto alcuni aspetti controcorrente, in un listino che negli ultimi mesi sembra essere affollato soprattutto verso l’uscita: gli ultimi casi di Ima, Sicit, Carraro mostrano che le famiglie italiane sembrano in questo momento prediligere altre strade per reperire la finanza necessaria allo sviluppo delle loro aziende. Per Mauri, alla seconda esperienza di Ipo dopo la quotazione di Eurotech nel 2005, « il mercato azionario è un ambito che può aiutare una società a migliorare processi, mentalità, oltre che ad aumentare lo standing e avere una maggiore visibilità sugli investitori internazionali. Lo Star ha mostrato di essere un mercato molto attrattivo per molte realtà istituzionali estere e Seco ha già trovato grande interesse da parte di alcuni fondi, americani e inglesi. Quella di Seco è una scelta che cade in un momento complicato e difficile, ma è strategica nel lungo periodo. Il Governo Draghi gode di ottima reputazione, è giudicato come un elemento positivo di sviluppo per il Paese e in questo contesto Seco è a sua volta considerata un’azienda unica nel panorama europeo per tecnologia e posizionamento » .
Il gruppo, fondato oltre 40 anni fa da Daniele Conti e Luciano Secciani e partecipato dal 2018 dal fondo Fitec gestito dal Fondo italiano d’investimento, si occupa di digitalizzazione, fornendo miniaturizzazione, design meccanico e software per sviluppare microcomputer embedded, sistemi integrati e soluzioni per l’Iot in numerosi settori ( tra i clienti Cimbali, Technogym, Snam). « In questi anni – prosegue l’amministratore delegato – abbiamo sviluppato un percorso di crescita organica considerevole. Ora dobbiamo accelerare e innestare una serie di acquisizioni per aumentare la dimensione dell’azienda » .
Lo sguardo è rivolto sia all’estensione dei mercati ( si guarda agli Stati Uniti e alla Germania), sia all’integrazione di nuove competenze ( per esempio nell’intelligenza artificiale). Il target ideale nel percorso M& A prospettato riguarda sia operazioni in ambito software che hardware. L’azienda ha chiuso il 2020 con un fatturato consolidato di 76,1 milioni di euro, in crescita del 15% sul 2019, a fronte di un Ebitda adjusted di 15,9 milioni di euro. L’azienda punta a un sentiero di crescita. Secondo alcuni osservatori, nel giro di cinque anni potrebbe idealmente, a fronte delle potenzialità del mercato in cui opera, triplicare il giro d’affari.