Il manager che punta sul gaming
Sei ancora lì? Se lo chiede Netflix ogni volta che facciamo binge-watching, ossia guardiamo una serie tv per più puntate senza sosta e senza interazione col telecomando. Dietro quell’inattività può esserci un forte coinvolgimento, oppure si può annidare la noia. Per mantenere alta l’interazione è nata in Italia una nuova figura professionale, introdotta da Etifor, spinoff dell’università di Padova che conta una quarantina di professionisti impegnati in progetti pubblici e privati di valorizzazione del patrimonio naturale. È il Good Vibe Manager: il suo obiettivo è far interagire le persone, lavorando su processi e clima. In fondo è un abilitatore hi-tech di relazioni: il manager sperimenta le dinamiche del gaming, coinvolgendo in modo orizzontale tutta l’azienda nei processi decisionali. Una figura che ibrida altre già esistenti in un lavoro sempre più mediato dagli schermi, come il design thinker o il team
builder. Introdotta in piena pandemia, nel primo anno ha fatto registrare un tasso di efficienza nella produttività pari al 7,5%. «Prima ero facilitatore nella gestione di complessi processi partecipativi. In Etifor lavoro su team liquidi: la libertà di poter applicare tecniche provenienti da diverse discipline ha permesso di raggiungere risultati eccellenti», racconta Riccardo Da Re, 38enne Good Vibe Manager in questa società impegnata in 42 Paesi del mondo per un fatturato di 2 milioni di euro.