Il Sole 24 Ore

PERCHÉ LA BCE MANTIENE UNA STRATEGIA ESPANSIVA

La presidente Christine Lagarde rassicura i mercati sull’impegno della banca centrale nel mantenere le condizioni attuali di finanziame­nto favorevoli fino a quando la pandemia non arretrerà

- Di diDonato Donato Masciandar­o

La politica monetaria della Bce resta « molto accomodant­e » e preservare le condizioni di finanziame­nto favorevoli in pandemia « resta essenziale » perchè « rimangono orientati al ribasso nel breve termine » i rischi delle prospettiv­e economiche, « offuscate dall’incertezza riguardo alla recrudesce­nza della pandemia e all’andamento delle campagne vaccinali » . E anche perché l’inflazione resta lontana dall’obiettivo di medio termine, « le pressioni di fondo sui prezzi rimangono contenute » . Per tutto questo, resta saldamente innescato in Bce il turbo sul programma pandemico Pepp, e cioè quegli acquisti netti aumentati dal 15 marzo « a un ritmo significat­ivamente più elevato » che - come risulta dai calcoli Bce - è tornato all’incirca « ai livelli dello scorso luglio » , dunque in area 85 miliardi. Così ha deciso ieri il Consiglio direttivo.

La presidente della Bce Christine Lagarde ha respinto in conferenza stampa sistematic­amente tutte le domande con riferiment­i quantitati­vi, qualitativ­i e temporali a ipotetiche riduzioni degli acquisti del programma pandemico, perchè non è sul tavolo né il ritorno agli acquisti precedenti l’aumento significat­ivo appena decollato, né l’avvio di una discussion­e sullo smantellam­ento del Pepp. « Il Consiglio direttivo non ha discusso qualsivogl­ia riduzione graduale del Pepp perchè, sempliceme­nte, è prematuro » , ha risposto Lagarde a chi le domandava se già da luglio si tornerà ad acquisti ridotti. Ed è altrettant­o prematura la riduzione del ritmo del Pepp per avviarne la fine. « Non abbiamo discusso alcuna transizion­e verso una riduzione degli acquisti Pepp - ha puntualizz­ato Lagarde - perchè resta ancora molta strada da fare prima di poter dire che l’Europa abbia attraversa­to il ponte della pandemia, e che l’economia europea sia arrivata dall’altra parte del ponte pandemico in grado di camminare da sola, senza il sostegno delle due stampelle della politica fiscale e delle politica monetaria, con una ripresa solida e sostenibil­e » .

Lagarde non ha lasciato margini alla speculazio­ne. Ha detto che non capisce cosa sia un ritmo “normale” degli acquisti in quanto la Bce non si è data obiettivi lineari perchè punta a preservare in pandemia le condizioni di finanziame­nto favorevoli, analizzand­o l’andamento di tassi e rendimenti reali e nominali, bond e interessi su prestiti a famiglie e imprese. Dando più importanza, in Bce, agli acquisti netti mensili del Pepp, cioè senza rimborsi, piuttosto che agli acquisti settimanal­i « che non sono moto rilevanti » ma sui quali si fissano i mercati. È proprio in riferiment­o al calcolo su base mensile, che

Lagarde significat­ivo partito ritmo dello il ha 16 scorso marzo rivelato degli acquisti luglio. abbia come raggiunto Dunque l’aumento netti Pepp at- il torno « Lo a scorso 80 miliardi dicembre o poco non più. abbiamo deciso di mirare al controllo dei rendimenti ( yield control) e abbiamo scelto le condizioni di finanziame­nto favorevoli, che sono più complicate e più sottili da definirsi, e che tengono conto anche delle prospettiv­e dell’inflazione » . È infatti proprio l’obiettivo dell’inflazione, che ieri Lagarde ha abbinato alle condizioni favorevoli di tassi e rendimenti, che può consentire alla Bce in prospettiv­a di gestire la « transizion­e » ( termine usato da Lagarde) e il passaggio graduale dallo strumento pandemico Pepp a uno strumento standard come il programma APP, senza una vera e propria exit, cioè, senza sbattere la porta e uscire. E senza andare in tandem con gli Usa, perché « l’andamento dell’inflazione degli Stati Uniti e dell’area dell’euro non è allineato » , ha sostenuto Lagarde.

I prossimi passi, in merito all’aumento significat­ivo degli acquisti Pepp e al mantenimen­to di condizioni favorevoli in base a inflazione e crescita, il Consiglio direttivo li prenderà alla riunione del 10 giugno, sulla base delle proiezioni macroecono­miche. In quanto a una revisione più ampia, la Strategic Review sarà pronta in autunno, ha assicurato la presidente. La Bce si atterrà comunque sempre al suo mandato, la stabilità dei prezzi. Al Next Generation Eu e alle politiche fiscali nazionali restano gli altri compiti, quelli « complement­ari » alla politica monetaria.

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Nessuna exit strategy. Al Consiglio Bce, presieduto da Christine Lagarde , è prevalsa la linea delle colombe: la politica monetaria resta fortemente espansiva EPA

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