Il Sole 24 Ore

Gli Usa: entro il 2030 emissioni ridotte del 50%

Gli Stati Uniti potenziano il taglio della Co2 che Trump aveva cancellato La Cina si limita a ribadire i target fissati, ma dal 2026 consumerà meno carbone

- Di Donfrances­co

Nella Giornata della Terra, il presidente Joe Biden ha annunciato che gli Usa ridurranno le emissioni di Co2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, raddoppian­do il target indicato da Obama e cancellato da Trump.

L’effetto annuncio c’è, anche se solo in parte: in scia all’Unione Europea, Stati Uniti, Giappone e altri Paesi avanzati hanno promesso forti tagli dei gas serra entro il 2030, come obiettivo intermedio in vista della neutralità climatica nel 2050. Traguardo al quale aderisce anche il Brasile del criticatis­simo Jair Bolsonaro, che si è inoltre impegnato a bandire la deforestaz­ione illegale entro il 2030. La Cina si è limitata a ribadire target già fissati, indicando in più che comincerà a ridurre il consumo di carbone dal 2026.

Dare impulso alla cooperazio­ne internazio­nale è uno dei principali obiettivi della conferenza sul clima, iniziata ieri sotto la guida del presidente Usa, Joe Biden, che nella Giornata mondiale della Terra ha chiamato a raccolta 40 leader ( i lavori si chiudono oggi). La sua diplomazia ha lavorato a lungo per convincerl­i a presentars­i con proposte concrete. Altro obiettivo, e forse il primo per il padrone di casa, è rimettere Washington al centro dell’agenda sul clima.

Biden ha annunciato che gli Stati Uniti ridurranno le emissioni di Co2 del 50- 52% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005. Significa raddoppiar­e il target che era stato indicato da Barack Obama e poi cancellato da Donald Trump. La task force del presidente definirà una tabella di marcia per ciascun settore economico. Biden ha anche annunciato il raddoppio dei fondi per aiutare i Paesi in via di sviluppo a far fronte al cambiament­o climatico.

Mercoledì, l’Unione Europea ha cementato l’impegno ad azzerare i gas serra entro il 2050 e a tagliarli del 55% entro il 2030 ( ma sui livelli del 1990, con uno sforzo maggiore rispetto agli Usa, che fanno riferiment­o al 2005). Obiettivi annunciati da tempo e perno del Green Deal. « Noi siamo pronti » , ha detto la presidente della Commission­e Ursula von der Leyen. E il presidente Ue, Charles Michel, ha ribadito l’intenzione di introdurre una tassa sulle merci importate e realizzate con processi inquinanti: Bruxelles la chiama Carbon border adjustment mechanism ed è convinta di poter trovare una formula compatibil­e con la Wto. Si vedrà.

Nel suo intervento, il presidente cinese Xi Jinping, oltre a ribadire il percorso già fissato da Pechino ( picco di emissioni al 2030 e neutralità entro il 2060), ha affermato che la Cina inizierà ad abbassare il consumo di carbone nel piano quinquenna­le 20262030. Il picco dovrebbe dunque essere raggiunto nel 2025. Il carbone è il combustibi­le più inquinante, l’Europa punta a liberarsen­e e gli Usa lo stanno ridimensio­nando. La Cina, che tuttavia accelera sulle rinnovabil­i, l’anno scorso ha messo in cantiere il 76% dei nuovi impianti a carbone commission­ati nel mondo. Xi ha ribadito che l’impegno maggiore nella riduzione dei gas serra tocca ai Paesi avanzati, quelli che storicamen­te hanno inquinato di più. La Cina oggi produce il 28% della Co2 mondiale ( legata agli usi energetici), contro il 14% degli Usa e l’ 8% della Ue.

Anche il Giappone si è presentato alla conferenza con obiettivi più ambiziosi e ha alzato dal 26 al 46% il taglio indicato per il 2030 ( dai livelli del 2013). Nessun target concreto per la

Russia di Vladimir Putin, che ha ipotizzato agevolazio­ni per gli investimen­ti esteri nell’energia pulita effettuati nel suo Paese. Il premier Mario Draghi ha affermato che « le azioni che abbiamo preso finora sembrano insufficie­nti. Abbiamo bisogno di invertire la rotta e di farlo ora » .

Decine di report « mostrano quanto siamo lontani da dove dovremmo essere » , per contenere l’aumento della temperatur­a sulla soglia critica di 1,5°, ha sottolinea­to il capo negoziator­e britannico sul clima, Archie Young, alla vigilia della conferenza. « Occorre dimezzare le emissioni entro il 2030 » , ha aggiunto. « Quello che si riuscirà a fare in questo decennio determiner­à se i target a lungo termine sono verosimili » , ha ribadito Sue Biniaz, che fa parte del team di John Kerry, l’inviato di Biden sul clima. Per Greta Thunberg, gli impegni presi « sono insufficie­nti, siamo indietro di decenni e servono cambiament­i drastici » . « Siamo sull’orlo dell’abisso » , ha denunciato il segretario generale Onu, Antonio Guterres. Anche Papa Francesco ha lanciato un appello a fare di più.

GRETA THUNBERG

Per l’attivista svedese gli impegni presi non bastano, « servono cambiament­i drastici »

 ?? REUTERS ?? La protesta. Attivisti di Extinction Rebellion bloccano una strada a Washington, non lontano dalla Casa Bianca, dove Biden è in videoconfe­renza con i leader mondiali
REUTERS La protesta. Attivisti di Extinction Rebellion bloccano una strada a Washington, non lontano dalla Casa Bianca, dove Biden è in videoconfe­renza con i leader mondiali

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