Parla il ceo Yanai Uniqlo crescerà in Italia: aperture a Roma e Firenze
I piani del fondatore e ceo del colosso giapponese che prevede di chiudere l’esercizio 2020- 21 con ricavi a 17 miliardi (+ 10%)
« La cattiva notizia è che un giorno tutti moriremo. Ho cercato per tutta la vita di usare bene il mio tempo e oggi quello che ho davanti è meno di quello che ho alle spalle. A maggior ragione desidero continuare a dedicarlo a migliorare la vita delle persone, fuori e dentro alla mia azienda e al Giappone » .
Così parlò Tadashi Yanai, classe 1949, fondatore e ceo di Fast Retailing, la società ( quotata a Tokyo) che possiede, tra gli altri, il marchio Uniqlo. Yanai è l’uomo più ricco del suo Paese, con un patrimonio personale stimato da Forbes a nove miliardi di dollari. Il suo sorriso è spontaneo ed enigmatico allo stesso tempo, porta occhiali dall’ovale essenziale e per misurare il tempo, al quale tanto tiene, ha uno Swatch; è il primo ad arrivare in ufficio e l’ultimo a uscire. Nell’anno della pandemia ha preso meno aerei del solito, ma ha viaggiato molto con la mente: « Sono affascinato dalle vite e dai percorsi professionali di ogni business leader – racconta Yanai –. Divoro le loro autobiografie e se posso busso alle loro porte perché mi piace ascoltare i racconti in prima persona di ciò che hanno fatto e della visione del mondo che ha plasmato le scelte che li hanno segnati nel corso degli anni » . In qualche modo, ogni stimolo o idea che il fondatore di Fast Retailing raccoglie, lo riporta al centro del suo mondo e della sua missione: offrire prodotti che migliorino la vita delle persone. Tadashi Yanai capisce e parla – sospettiamo – inglese alla perfezione, ma quando incontra giornalisti stranieri preferisce avere con sé un interprete. Intervistandolo l’effetto Lost in tran
slation è inevitabile: le domande sono sempre più lunghe delle risposte, ma nel suo caso ( a differenza di quanto accadeva nel film di Sofia Coppola) la ragione è probabilmente la capacità di sintesi di Yanai, non la reticenza. Forse per questo usa spesso la parola
empowerment per spiegare quale sia il principio guida di Uniqlo, il più importante e accessibile dei marchi di Fast Retailing, che ha in portafoglio anche, tra gli altri, J Brand, Comptoir des Cotonniers, Princesse Tam Tam,
Helmut Lang e Theory.
Leggenda finanziaria vuole che Tadashi Yanai ambisca a far diventare Fast Retailing il primo player globale del settore, ma il fondatore nega e non gradisce il confronto con i due colossi europei del fast fashion, la svedese H& M e la spagnola Inditex. C’è quasi da scommettere che se tornasse indietro, toglierebbe l’aggettivofastdal l’aggettivo fast dal nome della sua creatura. « Di veloce abbiamo solo la crescita – dice –. Siamo la società del Nikkei che negli ultimi 30 anni ha corso di più in termini di fatturato e redditività. Non c’è niente di veloce, invece, nella nostra filosofia e nella nostra moda » . Sicuramente non nel senso che diamo al termine fast fashion ( definizione che a onor del vero non è mai piaciuta neppure a Margareta van den Bosch, storica direttrice creativa di H& M).
Fast Retailing prevede di chiudere l’anno fiscale 2020- 21 con ricavi in crescita del 10% a 2,21 trilioni di yen ( circa 17 miliardi di euro), con un margine operativo di 255 miliardi, in aumento del 70,7% sull’esercizio precedente. « Italia ed Europa contribuiranno a questo obiettivo: il negozio Uniqlo aperto nel settembre 2019 a Milano è solo il primo passo del nostro sviluppo nel vostro Paese – conferma Yanai –. È chiaro che la pandemia ha rallentato alcuni piani di breve termine, ma quelli di medio e lungo non cambiano. Anzi, questo anno ha dato l’opportunità a tutti di riflettere sul presente e prepararsi al futuro. Ci siamo scoperti fragili, ma anche forti » .
Le città dove Uniqlo intende aprire, quando troverà gli spazi adatti ( il negozio di piazza Cordusio misura 1.500 mq) sono Roma, Firenze e Torino. Solo per iniziare. Nel frattempo, in Italia e nel mondo, nell’anno della pandemia sono ovviamente cresciute le vendite online. « L’e- commerce non rende il prodotto migliore e neppure, necessariamente, arricchisce l’esperienza di shopping. Abbiamo avuto ovunque rimbalzi perfino superiori alle attese del traffico nei negozi fisici, quando hanno riaperto dopo i lockdown – conclude Yanay –. Migliorare il prodotto significa renderlo più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Nel primo caso, dobbiamo usare sempre meglio e con più cura le risorse, dall’acqua all’ener
3.663 2.337 Negozi quelli nel a mondo insegna Uniqlo
1,96 Utili in miliardi di euro È la cifra stimata per l’esercizio fiscale 20- 21, che per Fast Retailing si chiuderà il 31 agosto 2021
gia, dalle materie prime all’organizzazione logistica. La sostenibilità sociale invece la intendo in due modi: il primo è la capacità di offrire ai consumatori una qualità eccellente a un prezzo giusto, e stili per ogni gusto. Per questo non avremo mai un direttore creativo unico, ma progetti a tempo con stilisti e artisti di ogni Paese e settore » . Il secondo filone riguarda gli aiuti alle comunità locali in momenti di emergenza, come la pandemia, e di crisi umanitarie. « Progettiamo interventi a favore delle persone meno fortunate con la stessa passione e impegno che mettiamo nel creare collezioni, negozi, nuove fabbriche. Siamo tutti connessi: spero che la pandemia lo abbia insegnato anche a chi, prima, non ci aveva riflettuto » .