Con il Covid autorizzate oltre 5 miliardi di ore di cassa integrazione
Record a marzo, con un livello mensile di oltre 620 milioni di ore
Riparte la cassa integrazione per l’emergenza Covid a marzo, raggiungendo un livello mensile record con oltre 620 milioni di ore autorizzate, rispetto alle quasi 158 milioni di ore di febbraio, interrompendo il progressivo calo congiunturale delle richieste registrato da Inps. Questo dato risente sia delle chiusure delle attività produttive o delle forti limitazioni legate all’andamento della pandemia che della scadenza di fine marzo della proroga di 12 settimane di cassa covid gratuita disposta dalla legge di Bilancio 2021. In previsione di quella scadenza, molte imprese in difficoltà hanno chiesto e ottenuto da Inps di poter utilizzare le settimane residue, prima che terminasse il periodo gratuito ( che è stato poi rinnovato dal Dl Sostegni).
Per l’emergenza sanitaria nel periodo compreso dal 1 aprile 2020 allo scorso 31 marzo sono state autorizzate oltre 5 miliardi di ore di cassa integrazione; di queste 2,2 miliardi sono per la Cig ordinaria, circa 1,7 miliardi per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà e oltre 1 miliardo di ore per la cassa in deroga. Non si conosce ancora quale è stato l’effettivo utilizzo delle ore autorizzate, il cosiddetto tiraggio, che generalmente è intorno al 40%.
Le autorizzazioni di marzo si riferiscono a 63.558 aziende per la Cig ordinaria con 279,1 milioni di ore; tra i settori le maggiori richieste riguardano “fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici” ( 49,7 milioni di ore), “metallurgico” ( 42 milioni), “industrie tessili e abbigliamento” ( 37 milioni). Sono, invece, 53.708 le aziende che hanno ottenuto l’ok da Inps per l’assegno ordinario per 226,7 milioni di ore: i settori che assorbono più ore sono “alberghi e ristoranti” ( 94,1 milioni di ore), “attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese” ( 46,6 milioni) e “commercio” ( 33,1 milioni). Inoltre per la Cig in deroga sono state autorizzate 147.100 aziende per 114,7 milioni di ore: il “commercio” ha avuto il maggior numero di ore autorizzate ( 49,3 milioni), seguito da “alberghi e ristoranti” ( 35,4 milioni).
Nel trimestre nel complesso - considerando anche la cassa non emergenziale - sono state autorizzate oltre 1 miliardo di ore, nel 2020 si è raggiunta la cifra monstre di 4,3 miliardi di ore, rispetto ai 276 milioni del 2019. La cassa Covid rappresenta quasi la totalità delle ore di Cig autorizzate a marzo ( 641,9 milioni).
L’Inps ha anche pubblicato i dati dell’osservatorio precariato di gennaio, che evidenziano un calo del 30% delle assunzioni ( 442mila) rispetto allo stesso mese del 2020. La contrazione annuale - spiega l’Inps - è dovuta al ritorno nei mesi autunnali e invernali di un’incidenza rilevante della pandemia da Covid- 19. Le maggiori flessioni nel confronto con il 2020 riguardano le assunzioni degli intermittenti (- 53%), con apprendistato (- 34%), a tempo indeterminato (- 38%), a
A pesare sono le chiusure e la scadenza della proroga di 12 settimane della cassa Covid gratuita
termine (- 31%), di contratti stagionali (- 27%) e di lavoro in somministrazione (- 17%). A gennaio sono diminuite anche le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato - sono 50mila (- 42% sullo stesso mese del 2020)- e le cessazioni, pari a 319mila (- 37%) complice anche il blocco dei licenziamenti. Il saldo annualizzato, ovvero la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, a dicembre 2020 in corrispondenza con la seconda ondata della pandemia ha segnato un peggioramento con la perdita di 116mila posti di lavoro ( rispetto allo stesso mese del 2019), poi lo scorso gennaio il saldo tendenziale è peggiorato (- 137mila su gennaio 2020).
Infine il Fondo di solidarietà dell’artigianato, ha richieste di prestazioni attorno ai 100 milioni di euro al mese per le prime tre mensilità che, spiega Fsba, « verranno erogate appena il decreto di assegnazione delle risorse concluda l’iter amministrativo » .