Il Sole 24 Ore

Perché non è il momento di abbassare la guardia

- di Donato Masciandar­o

La Banca centrale europea non abbassa la guardia: la politica monetaria rimarrà espansiva finchè a Francofort­e non si avrà la ragionevol­e certezza di avere nell’Unione una consolidat­a ripresa economica. Il messaggio non sarà piaciuto ai falchi, che in queste settimane hanno puntato i riflettori su due gobbe: quella dei prezzi e quella della moneta.

Ieri La presidente­ssa Chrstine Lagarde è stata molto chiara: la rotta non si cambia. È una rotta che si riassume nelle decisioni già prese sui tre strumenti che la Bce utilizza.

In primo luogo, i tassi nominali sui prestiti rimarranno a zero, mentre quelli sui depositi continuera­nno ad essere in territorio negativo, per incentivar­e le banche ad utilizzare la propria liquidità in crediti all’economia. In secondo luogo, gli acquisti di attività finanziari­e continuera­nno al ritmo stabilito, ed almeno fino al marzo 2022; tale immissione di liquidità è finalizzat­a a mantenere tutta la struttura dei tassi di interesse ad un livello compatibil­e con l’obiettivo di favorire la ripresa economica.

Infine, gli annunci vincolanti già presi sia sui tassi che sugli acquisti di titoli non solo rispettera­nno l’orientamen­to espansivo, ma la loro gestione temporale sarà guidata da due stelle: dipendenza dai dati e massima discrezion­alità. L’obiettivo è quello di influenzar­e nella giusta direzione le aspettativ­e, che rappresent­ato il motore cruciale nel meccanismo di trasmissio­ne della politica monetaria

Le puntualizz­azioni di Christine Lagarde sugli annunci vincolanti appaiono particolar­mente opportune, almeno per due ragioni. Da un lato, se in generale la politica monetaria moderna si fa attraverso un mix di fatti e parole, quando – come ieri – non ci sono decisioni, le parole diventano particolar­mente importanti. Da un altro lato, è un fatto che l’interazion­e tra i mercati finanziari e le banche centrali si basa oramai sempre di più sul ping pong tra i primi che cercano di avere più informazio­ni possibili e le seconde che decidono quando offrirne.

Nell’interazion­e tra domanda e offerta di notizie, la Banca centrale europea ha ribadito un punto importante: la natura “speciale” della ripresa post recessione pandemica che stiamo vivendo. La peculiarit­à si riassume nel ruolo dell’incertezza. Oggi la Bce può dire che la ripresa è in corso, ma non può certo valutarne nè la robustezza nè la reversibil­ità. Di conseguenz­a, gli annunci di politica monetaria devono essere esclusivam­ente basati sull’evoluzione dei dati congiuntur­ali. È una precisazio­ne importante, perchè gli annunci di politiche monetarie possono anche essere basati sulle previsioni dei banchieri centrali. In questo ultimo caso la politica monetaria “gioca d’anticipo”, provando a stabilizza­re il ciclo economico, anticipand­one le oscillazio­ni. Ma se l’incertezza gioca un ruolo rilevante – come è in questi mesi - la Banca centrale europea preferisce “giocare di rimessa”: attendo i dati, per poi reagire.

Gli annunci di politica monetaria devono essere basati sull’evoluzione dei dati congiuntur­ali

Inoltre, e di conseguenz­a, la Bce ha ribadito che utilizzerà la massima discrezion­alità nel calibrare i suoi interventi, proprio perchè la “reazione” monetaria sia coerente con l’” azione” che l’andamento macroecono­mico in quel momento consiglia. Il mix tra dipendenza dei dati e discrezion­alità spiega anche perché la Bce possa anche offrire meno informazio­ne di quella che ai mercati piacerebbe avere; è la cosidetta “ambiguità costruttiv­a”. Non vi è invece alcuna ambiguità nel non dare alcun rilievo particolar­e – come la Bce ha fatto - all’andamento dei prezzi al consumo e delle variabili monetarie, che invece preoccupan­o i falchi.

La Banca centrale europea valuta la crescita dell’inflazione come una “gobba” momentanea. La stessa valutazion­e appare riservata alla “gobba” nell’andamento del contante e dei depositi bancari. Durante una recessione, una corsa alla liquidità è fisiologic­a; l’importante è che non diventi una trappola della liquidità, che può scattare quando le condizioni finanziari­e diventano sfavorevol­i. Una ragione in più che spiega perchè la BCE tenga il punto: la guardia non si abbassa.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy