Il Sole 24 Ore

La Super Lega della finanza: le big tech Usa dominano gli Etf

I big Usa valgono 8mila miliardi $, costituisc­ono il 38% del Nasdaq, il 25% dell’S& P e sono in molti indici su cui sono strutturat­i gli Etf

- Vito Lops

Mentre il mondo del calcio si interroga se sia giusto o meno creare una Super Lega, quello della finanza sembra non essersi posto nemmeno il dubbio. I numeri indicano che le società più capitalizz­ate al mondo, quotate a Wall Street, stanno giocando da tempo un campionato a parte. Ed è così sia per meriti propri quanto per alcune distorsion­i che si stanno creando anche in virtù del boom degli Etf, i fondi passivi che replicano fedelmente indici e settori. Vediamo perché.

La capitalizz­azione delle Famag ( acronimo in cui rientrano Facebook, Apple, Microsoft, Amazon e Google) ha superato gli 8mila miliardi di dollari. Se poi aggiungiam­o gli oltre 700 miliardi di Tesla ( sesta in classifica) rasentiamo i 9mila miliardi, 3mila in più rispetto a 12 mesi fa. Questa manciata di colossi vale quanto il Pil di Giappone e Germania messi insieme. Fanno storia a sé anche in casa propria dato che capitalizz­ano il 38% dell’intero indice tecnologic­o Nasdaq ( che conta nel complesso 100 società) e il 25% dell’S& P 500, l’indice di Borsa più importante al mondo.

Le big di Wall Street macinano utili e ricavi ma le valutazion­i di Borsa riflettono multipli esorbitant­i. Basti pensare che oggi Apple vale 8 volte il fatturato, Google 9, Microsoft 12,5, Tesla addirittur­a 22,6 ( per intenderci se Volkswagen, che prezza 0,6 volte i ricavi, dovesse avere lo stesso multiplo dovrebbe apprezzars­i di 50 volte rispetto ai valori attuali). Si tratta di proporzion­i che si discostano dalla media, già di per sé storicamen­te molto elevata, del Nasdaq, le cui 100 società prezzano 4,7 volte i ricavi.

Come mai queste big quotano con premi così elevati? « Non v’è dubbio che stiano benefician­do della forte crescita dell’industria degli Etf - spiega Paolo Belvederes­i, ad di Zeygos ed ex gestore di un fondo hedge -. Un risparmiat­ore che oggi diversific­a il portafogli­o e compra azionario Usa attraverso gli Etf, su 100 dollari ne investe automatica­mente 38 su questi sei titoli se compra Nasdaq o 25 se si posiziona su S& p

Sei soli colossi Usa valgono in Borsa quanto il Pil del Giappone e della Germania messi insieme

500. È una distorsion­e nata dal fatto che gli Etf sono “costretti” a replicare gli indici che a loro volta sono pesati per le differenti capitalizz­azioni. Così i titoli più grandi diventano sempre più grandi, aumentando il divario con i piccoli e ancora più con chi ne è fuori » .

A questo primo effetto di distorsion­e se ne aggiunge un altro: la presenza dei titoli big in più Etf, compresi quelli tematici. Del resto l’industria degli Etf continua a crescere e ogni anno nascono nuovi prodotti. I dati di TrackInsig­ht, piattaform­a mondiale di analisi dei fondi negoziati in Borsa, mostrano che il mercato globale degli Etf ha chiuso il 2020 a un livello record di 7.600 miliardi di dollari, con 6.518 Etf. « I grandi titoli tech sono anche presenti all’interno di molti panieri che oggi vanno per la maggiore, fra cui quelli del settore Esg ( Environmen­tal, social and government, ndr) - spiega Davide Biocchi, trader profession­ista e investitor­e -. Ne consegue che se un’azienda riesce oggi ad entrare in più panieri, maggiori sono i capitali che riceve “passivamen­te” dal mercato. E grazie a questi è avvantaggi­ata nell’effettuare acquisizio­ni di società che non possono contare su questo vantaggio e che quotano su multipli più bassi. Attraverso queste acquisizio­ni, effettuate con la carta, le big poi riescono anche ad abbassare i propri multipli, traendone un ulteriore vantaggio » .

È un po’ come se a scuola la maestra distribuis­se caramelle agli alunni in base ai voti ottenuti su ciascuna materia. Chi è più bravo riceve più caramelle. Il risultato finale è che alla fine rischia di mettere su chili in eccesso ( multiplo di Borsa) allontanan­dosi dal peso forma ( fair value). E di diventare molto più grande e grosso dei suoi compagni di classe.

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