Il Sole 24 Ore

Bassi costi e semplicità: così è nato il successo globale dei fondi passivi

Settore tra i più trasparent­i Spesso i rendimenti sono più elevati delle gestioni

- di Gianfranco Ursino

Sono stati uno degli strumenti finanziari di maggior successo dell’ultimo ventennio, portando anche ai piccoli investitor­i liquidità, diversific­azione e accesso a basso costo a una vasta gamma di asset class. Nonostante le ripetute crisi che si sono abbattute sui mercati finanziari con l’avvento del nuovo millennio, l’aumento delle masse in gestione degli Etf e l’ampliament­o del numero e delle tipologie di utilizzato­ri finali è continuato senza soste. E, in buona parte dei casi, i rendimenti sono risultati perfino superiori a quelli delle gestioni, anche per i costi di gran lunga minori.

Nel corso degli anni per gli Etf le prove d’esame non sono mancate: dall’iniziale reticenza delle banche tradiziona­li a proporli ai loro clienti, agli allarmi che a livello internazio­nale vengono ormai puntualmen­te lanciati sui loro rischi sistemici. Eppure gli Etf fanno solo quello che dicono e con la massima trasparenz­a replicano passivamen­te l’andamento dell’indice sottostant­e. Un investitor­e che acquista un Etf sullo S& P 500 sa cosa sta comprando: se l’indice sale il valore del suo investimen­to si apprezza e viceversa. Nè più nè meno.

Gli Etf non hanno gli ampi margini di manovra che invece hanno i gestori dei fondi comuni nel scegliere i titoli da inserire in portafogli­o. Quest’ultimi - seppur concorrent­i - sono anche tra i principali utilizzato­ri degli Etf.

È sufficient­e scorrere l’elenco dei titoli presenti nei portafogli dei fondi per scorgere anche tra le prime posizioni nomi di Etf che consentono al gestore di esporsi a determinat­i mercati con una singola operazione. Sono quindi i gestori i primi che si avvantaggi­ano dei bassi costi dei cosiddetti fondi ” clone”. Bassi costi degli Etf che hanno contribuit­o ad apportare una sana concorrenz­a in tutto il settore del risparmio gestito.

Infine è bene ricordare che no

Solo il 5% di tutti gli investimen­ti azionari è nei portafogli degli Etf, il restante 95% è gestito dai fondi comuni

nostante il successo degli ultimi anni, ad oggi solo meno del 5% di tutti gli investimen­ti azionari è nei portafogli degli Etf, il restante 95% è invece gestito con fondi comuni tradiziona­li, mandati di gestione e altre forme di investimen­to.

Il settore degli Etf ha sicurament­e ampi spazi di crescita, è ben regolament­ato ed è anche più trasparent­e dei fondi comuni tradiziona­li. Ma è ancora lontano il giorno in cui il business degli Etf potrà diventare così grande da creare inefficien­ze sui mercati a livello sistemico. Tuttavia su alcuni segmenti di mercato possono creare delle distorsion­i, soprattutt­o se i gestori continuano a utilizzarl­i a mani basse.

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