Salvini frena ma le Regioni attaccano su orari e scuola
Dopo lo strappo sulle riaperture il leader leghista attenua i toni Ma i governatori scrivono a Draghi: traditi i patti. Da Palazzo Chigi nessuna risposta
Chi era presente, ieri, a Palazzo Chigi, al vertice sul Recovery, assicura che la tensione del giorno prima - scatenata dall’astensione dei ministri della Lega - era svanita. In ogni caso, tutti hanno evitato di tornarci su a partire dal premier.
Anche Matteo Salvini ha voluto attenuare un po’ i toni. « Spero che in una quindicina di giorni si torni al buonsenso. Rapporto con Draghi? Credo apprezzi la lealtà, la schiettezza e la coerenza » , ha detto passeggiando vicino al Senato dove mercoledì prossimo si voterà la mozione di Fratelli d’Italia contro il ministro della Salute, Roberto Speranza. « Non ho ancora deciso come voterò, prima leggo » .
Una risposta non certo rassicurante, ma tant’è. Il leader della Lega comunque cerca di trattenersi. Anche perché nel frattempo ad accendere il clima ci hanno pensato le Regioni. Al termine della Conferenza dei Governatori, il presidente, il leghista Massimiliano Fedriga, annuncia di aver inviato una lettera al premier per denunciare il mancato rispetto dei patti. Il riferimento è alla scuola, alla percentuale minima di presenza alle superiori salita dal 60 al 70 per cento. « L’aver cambiato in Cdm un accordo siglato da noi con i Comuni e le Province sulla presenza di studenti a scuola è un precedente molto grave » , tuona il Governatore friulano che chiede un incontro « urgente » , prima della pubblicazione del decreto, rilanciando allo stesso tempo la necessità di posticipare alle 23 l’inizio del coprifuoco e l’avvio fin da lunedì del servizio di ristorazione anche ai tavoli al chiuso.
Esattamente le stesse richieste di
Salvini. Il leader della Lega è incontenibile. Convoca la segreteria soprattutto per smentire le voci su presunte divisioni con i ministri della Lega, a partire da Giancarlo Giorgetti. Salvini ci tiene a far sapere che la scelta di non votare il decreto non è arrivata a sorpresa. Con Draghi mercoledì - ha raccontato - si è sentito diverse volte al telefono, anticipando al premier che il testo senza quelle correzioni non poteva essere votato dalla Lega. Quel che invece è certo è che Salvini non aveva avvisato i suoi alleati. Che non l’avesse detto a Giorgia Meloni è più che comprensibile, visto che è proprio la concorrenza della presidente di Fratelli d’Italia a spingere il leghista a prendere le distanze dal Governo. Ma Salvini non l’ha detto neppure a Forza Italia. È la conferma che nel centrodestra ognuno ormai gioca per conto proprio.
Mariastella Gelmini assicura ai Governatori che sulla scuola ci saranno « deroghe » e si dice certa che sul coprifuoco presto arriveranno novità mentre il coordinatore azzurro Antonio Tajani chiede esplicitamente che « nel giro di una settimana, dieci giorni si verifichi la possibilità di spostare dalle 22 alle 23 il coprifuoco » . È il « tagliando » di cui si è cominciato a parlare subito dopo il via libera del Cdm al decreto. Ma da Palazzo Chigi per ora nessuna risposta.