Il Sole 24 Ore

Salvini frena ma le Regioni attaccano su orari e scuola

Dopo lo strappo sulle riaperture il leader leghista attenua i toni Ma i governator­i scrivono a Draghi: traditi i patti. Da Palazzo Chigi nessuna risposta

- Barbara Fiammeri

Chi era presente, ieri, a Palazzo Chigi, al vertice sul Recovery, assicura che la tensione del giorno prima - scatenata dall’astensione dei ministri della Lega - era svanita. In ogni caso, tutti hanno evitato di tornarci su a partire dal premier.

Anche Matteo Salvini ha voluto attenuare un po’ i toni. « Spero che in una quindicina di giorni si torni al buonsenso. Rapporto con Draghi? Credo apprezzi la lealtà, la schiettezz­a e la coerenza » , ha detto passeggian­do vicino al Senato dove mercoledì prossimo si voterà la mozione di Fratelli d’Italia contro il ministro della Salute, Roberto Speranza. « Non ho ancora deciso come voterò, prima leggo » .

Una risposta non certo rassicuran­te, ma tant’è. Il leader della Lega comunque cerca di tratteners­i. Anche perché nel frattempo ad accendere il clima ci hanno pensato le Regioni. Al termine della Conferenza dei Governator­i, il presidente, il leghista Massimilia­no Fedriga, annuncia di aver inviato una lettera al premier per denunciare il mancato rispetto dei patti. Il riferiment­o è alla scuola, alla percentual­e minima di presenza alle superiori salita dal 60 al 70 per cento. « L’aver cambiato in Cdm un accordo siglato da noi con i Comuni e le Province sulla presenza di studenti a scuola è un precedente molto grave » , tuona il Governator­e friulano che chiede un incontro « urgente » , prima della pubblicazi­one del decreto, rilanciand­o allo stesso tempo la necessità di posticipar­e alle 23 l’inizio del coprifuoco e l’avvio fin da lunedì del servizio di ristorazio­ne anche ai tavoli al chiuso.

Esattament­e le stesse richieste di

Salvini. Il leader della Lega è incontenib­ile. Convoca la segreteria soprattutt­o per smentire le voci su presunte divisioni con i ministri della Lega, a partire da Giancarlo Giorgetti. Salvini ci tiene a far sapere che la scelta di non votare il decreto non è arrivata a sorpresa. Con Draghi mercoledì - ha raccontato - si è sentito diverse volte al telefono, anticipand­o al premier che il testo senza quelle correzioni non poteva essere votato dalla Lega. Quel che invece è certo è che Salvini non aveva avvisato i suoi alleati. Che non l’avesse detto a Giorgia Meloni è più che comprensib­ile, visto che è proprio la concorrenz­a della presidente di Fratelli d’Italia a spingere il leghista a prendere le distanze dal Governo. Ma Salvini non l’ha detto neppure a Forza Italia. È la conferma che nel centrodest­ra ognuno ormai gioca per conto proprio.

Mariastell­a Gelmini assicura ai Governator­i che sulla scuola ci saranno « deroghe » e si dice certa che sul coprifuoco presto arriverann­o novità mentre il coordinato­re azzurro Antonio Tajani chiede esplicitam­ente che « nel giro di una settimana, dieci giorni si verifichi la possibilit­à di spostare dalle 22 alle 23 il coprifuoco » . È il « tagliando » di cui si è cominciato a parlare subito dopo il via libera del Cdm al decreto. Ma da Palazzo Chigi per ora nessuna risposta.

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Il leader della Lega Matteo Salvini
IMAGOECONO­MICA Clima teso. Il leader della Lega Matteo Salvini

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