Ossigeno, 300 milioni per adeguare le strutture sanitarie
Servono 300 milioni di euro in cinque anni ( 2021- 2026) per potenziare gli impianti di stoccaggio, erogazione e distribuzione dell’ossigeno medicinale nelle strutture sanitarie, siano esse ospedali o Rsa ( residenze sanitarie assistenziali). La stima è stata fatta da Federchimica-Assogastecnici da cui arriva la richiesta che, nel cluster innovazione ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria della missione salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza, siano previsti investimenti per attrezzare un numero adeguato di posti letto per sostenere possibili ondate pandemiche e gestire in modo appropriato l’attività ordinaria. Con la pandemia, come ricorda Federchimica-Assogastecnici, i fabbisogni di ossigeno medicinale sono decuplicati rispetto al normale e questo farmaco si è rivelato un bene essenziale. Le società fornitrici hanno garantito la massima disponibilità sia in strutture pubbliche sia private, con installazioni di impianti provvisori, realizzati in emergenza. Adesso però è il momento di adeguare strutturalmente tutti gli impianti, anche per non correre il rischio di incidenti, già peraltro accaduti in altri paesi.
Qualche numero per capire meglio. Il settore, attraverso la sua filiera che conta 150 officine farmaceutiche, nel solo 2020 ha consegnato agli ospedali 160 milioni di litri di ossigeno liquido medicinale, anche attraverso le bombole e i piccoli contenitori criogenici, oltre a quelli grandi: di questi ultimi, solo nell’anno della pandemia, negli ospedali, ne sono stati installati 300 in più. L’emergenza sanitaria ha costretto gran parte degli ospedali ad attrezzare rapidamente gli impianti per adeguare le centrali e le linee di distribuzione: nei picchi di diffusione della pandemia ci sono stati circa 35mila pazienti Covid ricoverati in strutture ospedaliere e 4mila nelle terapie intensive, spiegano da Federchimica- Assogastecnici. Al netto degli interventi per tamponare l’emergenza che hanno portato a realizzare e riadattare 3mila posti letto, il sistema sanitario ha però dovuto occupare 30mila posti letto ordinari, non attrezzati per fare fronte agli alti flussi di ossigeno medicinale, richiesti per trattare i pazienti Covid. Il piano di potenziamento dovrebbe quindi prevedere la realizzazione e il rifacimento di impianti di distribuzione dell’ossigeno medicinale per almeno 30mila posti letto. A cui andranno aggiunti quelli per le Rsa, almeno 40mila.
Rimane da chiudere, infine, il capitolo della semplificazione delle procedure. Durante l’emergenza, Aifa ha supportato lo sforzo del settore consentendo alcune deroghe regolatorie, avvenute sempre nel rispetto dei requisiti di qualità e sicurezza. Questo ha permesso alle imprese di alleggerirsi di una burocrazia molto rigida e severa che, in Italia, rende le attività più complesse, macchinose e inefficienti rispetto ad altri paesi dell’Unione. Proprio per questo FederchimicaAssogastecnici chiede che queste deroghe – che rappresentano la normale operatività di altri paesi della Ue - siano confermate anche una volta che saremo fuori dalla pandemia.