Dimissioni a sorpresa del presidente Luti
Attesa a breve una decisione del cda di Federlegno sull’edizione di settembre Allarme di albergatori e commercianti per le voci di un annullamento
E pensare che appena una settimana fa, dopo una serie di incontri tra i vertici del Salone del Mobile e i rappresentanti del governo, tutto lasciava intendere che si andasse verso una conferma dell’edizione 2021 della fiera, in programma dal 5 al 10 settembre. Ipotesi rafforzata dall’annuncio della riapertura delle manifestazioni fieristiche dal prossimo 15 giugno. Ora, tuttavia, questa possibilità sembra farsi sempre più difficile, sebbene ufficialmente FederlegnoArredo Eventi ( la società che organizza la manifestazione) abbia comunicato che « nessuna decisione è stata ancora presa in merito allo svolgimento dell’edizione 2021 » , smentendo le indiscrezioni di stampa degli ultimi giorni, che parlavano di una frattura all’interno del consiglio di amministrazione e dell’annullamento della fiera.
La decisione sulla conferma o meno dell’edizione di settembre sarà presa dal cda, che si riunirà nei prossimi giorni, fanno sapere da Flae. Fatto sta che il Salone, per come lo abbiamo conosciuto, sta perdendo pezzi importanti. A cominciare dal suo presidente, Claudio Luti, che ieri ha ufficializzato le proprie dimissioni, avvenute martedì scorso: la ragione sarebbe nella decisione di alcune importanti aziende del design di non partecipare al Salone di settembre. « Mi sono impegnato in questi anni per affermare la manifestazione come raffigurazione del sistema a livello internazionale, ma non ci sono più le condizioni per perseguire una mia visione di compattezza del settore per il bene comune – sono le parole di Luti riportate nel comunicato diffuso ieri –. Rispetto le decisioni di tutti, ma non condivido la volontà di non fare squadra in un momento così delicato e di rinunciare almeno a provare a definire un percorso concreto per fare quello che potrebbe essere il Salone simbolo della ripresa del Paese » .
Un piccolo terremoto che riflette del resto le difficoltà di un settore colpito forse meno di altri dagli effetti della pandemia ( anche se il calo del fatturato è stato comunque del 9,8% nel 2020, rispetto ai 27,5 miliardi di euro del 2019), ma che rischia per il secondo anno consecutivo di dover rinunciare alla sua vetrina più importante, al suo principale strumento di promozione e internazionalizzazione.
D’altro canto, partecipare al Salone del Mobile comporta per le aziende espositrici un impegno economico e organizzativo notevole e molti imprenditori temono che un’edizione sotto tono, con una presenza ridotta di operatori dall’estero, possa non ripagare questi sforzi. La scelta stessa di settembre è stata criticata da alcune imprese,
In forse.
L’edizione 2021 del Salone de Mobile è in programma dal 5 al 10 settembre prossimi
L’INDOTTO
perché considerata troppo vicina a quella di aprile 2022 quando, si spera, il Salone tornerà alle sue date tradizionali.
Ora, tutti si attendono una parola definitiva: non soltanto le 29mila aziende del settore e le decine di migliaia di professionisti legati al design. Ma anche la città di Milano, in particolare gli albergatori, i ristoratori, gli operatori del commercio e dei trasporti che, grazie alla fiera, beneficiano ogni anno di un indotto di oltre 200 milioni di euro. Proprio dagli albergatori e dai commercianti sono arrivate le prime reazioni alle voci di un possibile annullamento. « Il Salone del Mobile a settembre sarà molto importante perché sarà il Salone della ripartenza » , ha detto Maurizio Naro, presidente di Federalberghi Milano, dicendosi però
preoccupato « per le sempre più insistenti voci su un possibile annullamento, che sarebbe un colpo molto duro » . Non solo per i bilanci delle aziende, ma anche per l’immagine stessa di Milano e per il suo ruolo di capitale internazionale del design. Per Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio e Confcommercio Milano, « mettere in discussione il Salone del Mobile è un gravissimo errore. La campagna vaccinale e i protocolli di sicurezza permettono di guardare con ragionevole ottimismo all’appuntamento del 5 settembre. Dopo lo stop dello scorso anno, la ripartenza della manifestazione ha un forte valore anche simbolico. La nostra città e il Paese hanno bisogno di segnali di fiducia per rimettersi in cammino » .