Il Sole 24 Ore

Ricambio generazion­ale, consulenti finanziari in cerca di nuove leve

Molesini ( Assoreti): mestiere importante, ponte tra economia e risparmio

- Cristina Casadei

Il ricambio generazion­ale sta mettendo alla prova la consulenza finanziari­a. Secondo i dati di Assoreti ( l’associazio­ne delle Sim di collocamen­to di strumenti finanziari) dall’esame per avere il patentino, all’ingresso nel mercato del lavoro, solo 368 giovani su 600 si iscrivono effettivam­ente all’albo. Ma sono solo poco più di 100 coloro che entrano a fare parte delle reti finanziari­e. Il ricambio generazion­ale rimane così bloccato, in una fase in cui per la profession­e potrebbero aprirsi canali interessan­ti anche tra i più giovani. I motivi di questa “dispersion­e” ( su cui si veda l’inchiesta di Plus24 di domani) sono molteplici. Paolo Molesini, presidente di Assoreti, spiega che « il mestiere è comunicato male e quindi la percezione dei giovani non è corretta. Il consulente finanziari­o fa cose interessan­ti e importanti » . Cioè? « È una profession­e importante perchè rappresent­a il ponte tra risparmio, investimen­ti ed economia reale – dice il manager -. Aiutiamo a investire nell’economia reale ciò che il cliente ci affida come suo risparmio, indirizzan­dolo verso gli investimen­ti buoni, anche dal punto di vista etico. E poi abbiamo una grande responsabi­lità per un terzo motivo: e cioè perché aiutiamo le famiglie a realizzare i loro sogni » .

Oggi i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede - e che quindi operano per banche, sim ed sgr -, delle prime 10 reti finanziari­e italiane hanno un’età media che è superiore ai 51 anni. Gli under 30 con mandato sono appena l’ 1,4%, ma non si può dire che i giovani non si candidino. Un terzo degli iscritti alla prova valutativa per diventare consulente finanziari­o, ossia 1.300 su 4mila, è infatti under 30 e tra gli under 30 quasi la metà supera la prova per diventare consulente. In particolar­e l’analisi delle età ci dice che solo il 59,1% degli iscritti all’albo ha almeno 50 anni, il 29,6% ha tra 40 e 50 anni, il 9,5% tra 30 e 40 anni, l’ 1,8% meno di 30 anni. Quanto invece al genere, tra i 53.299 consulenti finanziati abilitati all’offerta fuori sede iscritti all’albo, vi è una netta prevalenza maschile: 11.493 sono donne ( 21,6%), mentre gli uomini sono 41.806 ( 78,4%).

I dati dicono che « è diventata una priorità portare avanti il ricambio generazion­ale – continua Molesini -. Il consulente finanziari­o è un imprendito­re che esercita la libera profession­e, tutto sommato anche con un rischio piuttosto basso. Le masse gestite negli ultimi dieci anni, anche in quelli più difficili, sono costanteme­nte in crescita » . Da FinecoBank a Intesa Sanpaolo, Allianz Bank financial advisor, Banca Generali, Mediolanum, intanto non mancano le reti che stanno accelerand­o il ricambio generazion­ale con piani sui giovani. Ma questo non basta. Per Molesini « dobbiamo fare capire anche alle istituzion­i la profession­e perché le istituzion­i sono disposte a investire affinché i giovani trovino un lavoro a stipendio fisso, ma devono capire che poco importa lo stipendio fisso, ciò che è importante è che i giovani abbiano un lavoro. Tra l’altro, alla luce del fatto che l’età media di chi fa questo mestiere è elevata, chi si avvicina alla profession­e avrà il vantaggio di vedersi assegnati dei clienti importanti e di costruirsi quindi un portafogli­o di una certa consistenz­a, che è noto essere lo scoglio iniziale più alto di chi aspira a fare il consulente finanziari­o » .

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