Il Sole 24 Ore

Iveco, dopo lo stop a Faw il governo studia il rilancio industrial­e

Giorgetti punta a trasformar­e i tavoli di crisi in strategie per i settori

- C. Fo.

Un silenzioso lavoro di moral suasion, con il solo prospettat­o intervento del « golden power » , ha avuto il suo peso per mandare in soffitta la trattativa per la cessione di Iveco da Cnh Industrial ai cinesi di Faw Jiefang. Ora il governo, con il tavolo aperto ieri dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, deve passare a dare una prospettiv­a industrial­e allo storico brand di camion e bus. Della difesa dall’incursione dei gruppi cinesi in un’industria strategica come l’automotive, in particolar­e nell’operazione Iveco, Giorgetti avrebbe parlato a marzo anche con il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire, tra i primi a rallegrars­i per l’abbandono del dossier Faw. Ora c’è la fase 2, si può dire, per coprire il gap tecnologic­o legato alla transizion­e energetica. Non a caso ieri, al termine del tavolo con azienda, sindacati, rappresent­anti della filiera, regioni Lombardia e Piemonte, Giorgetti ha fatto riferiment­o anche al Recovery plan che « libererà molte risorse » . Compito del governo « è evitare che il dispiego di energie e fondi sia a favore di soggetti non italiani » . Una posizione che la Lega ha già fatto emergere sulla gestione della ricca dote dei fondi Ue. Nelle tabelle circolate in questi giorni, in particolar­e, per il settore dell’Iveco figura un intervento da 300 milioni per i bus elettrici. Ulteriori risorse sono riservate all’uso dell’idrogeno nel campo dei trasporti.

Ad ogni modo il caso Faw Jiefang viene evocato per ricordare, come sostenuto dal premier Draghi, che l’esecutivo ha alzato il livello di attenzione su investimen­ti che si possono ritenere predatori. Il tavolo Iveco da questo punto di vista, secondo lo schema di Giorgetti, deve essere un punto di partenza per iniziare a spostare l’attività del ministero dalla mera gestione delle crisi

Si passa ora al tavolo sull’automotive. Faro sull’accesso di soggetti stranieri ai fondi Recovery plan a un lavoro più propriamen­te di politica industrial­e nei settori strategici, con una capacità di indirizzo più simile a quella che svolgono altri paesi europei. Avviando con le imprese delle filiere in maggiore difficoltà un confronto più frequente su eventuali esigenze, per anticiparn­e o curare in tempo utile i fattori di debolezza. Anche in quest’ottica il tavolo Iveco si trasformer­à, dalla prossima volta, in un tavolo permanente sull’automotive. La richiesta di passare a una vera strategia per Iveco ha accomunato ieri i sindacati presenti che hanno sottolinea­to l’importanza di completare il piano industrial­e sottoscrit­to il 10 marzo 2020.

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