Serie A, sui diritti Tv ricorso Sky contro Dazn
Sky punta a bloccare l’assegnazione a Dazn dei diritti audiovisivi per la Serie A del prossimo triennio. Parola alle carte bollate, con la media company di casa Comcast che ha presentato un ricorso al Tribunale di Milano, notificato ieri, per un procedimento cautelare d’urgenza ( ex articolo 700).
Previsioni della vigilia rispettate quindi, con Sky che dichiara guerra legale contro l’assegnazione a Dazn in partnership con Tim decisa dalla Lega Serie A lo scorso 26 marzo. Tutto questo, curiosamente, accade in anticipo sull’assemblea di Lega chiamata proprio oggi a dare il via libera al nuovo bando per l’“ex pacchetto 2” con le 3 partite in co- esclusiva su tutte le piattaforme, non aggiudicato a Sky nell’ultima data utile del 29 marzo. Come anticipato sul Sole 24 Ore di ieri quel pacchetto dovrebbe essere “sdoppiato”, con offerta “tradizionale” e offerta per gli Ott. Il tutto immaginando che l’operazione possa risultare appetibile per Sky – che sul piatto nell’ultima tornata ha messo 87,5 milioni di media a stagione – ma anche per player nuovi entranti ( come Amazon con la sua Prime Video già impegnata dalla prossima stagione con una partita alla settimana della Champions League) o tradizionali come Mediaset o Discovery- Eurosport con le loro piattaforme streaming.
Sky però punta a bloccare tutto, con un ricorso che sarà discusso in Tribunale il 5 maggio. Il giudice che se ne occuperà, da poco entrato nella Sezione Imprese del Tribunale di Milano, è Federico Rolfi. I legali di Sky hanno puntato l’indice contro quella che è valutata come una sproporzionata distribuzione dei pacchetti decisa da una Lega Serie A da cui non arrivano commenti, ma filtra serenità per aver agito nel rispetto delle regole. A Dazn in partnership con Tim sono state assegnate 7 partite in esclusiva alla settimana su tutte le piattaforme ( pacchetto 1) e 3 partite in co- esclusiva su Iptv ( pacchetto 3). In questo modo, secondo la tesi dei legali di Sky, seguita dallo studio Cleary Gottlieb, si sarebbe creato un monopolio nell’offerta televisiva vietato dalla legge Melandri ( in questo caso in contrasto in particolare con il punto 3 dell’articolo 8) e delle norme in materia antitrust. Da qui il ricorso, ritenendo il pacchetto 2 in via di definizione come non in grado di controbilanciare quello che è bollato come un enorme potere di mercato dato a Dazn dalla licenza sulle sette partite in esclusiva.
Il momento è comunque particolare, con il flop della Super Lega che parrebbe suggerire un ritorno, quantomeno fra i temi da riprendere, dell’entrata dei fondi di investimento Cvc, Advent e Fsi. Sull’operazione, per ora congelata, ha pesato il niet, fra gli altri, di Juventus e Inter, per i quali però diventa sempre più insistente l’accusa di calcolo di convenienza, con un “no” per evitare le clausole anti- Super League. Un’accusa che alcuni presidenti stanno pensando di trasformare in attacco legale.