Il Sole 24 Ore

Crollo del ponte Morandi, i Pm chiudono le indagini Interessat­i 71 indagati

Avvisi anche all’ex ad Castellucc­i e al braccio destro Paolo Berti

- Ivan Cimmarusti

Processo in vista per il crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto 2018 con 43 vittime. I pm hanno notificato 71 avvisi di chiusura delle indagini preliminar­i, tra i quali spiccano quelli destinati all’ex ad di Aspi Giovanni Castellucc­i, al braccio destro Paolo Berti, all’ex ad di Spea Antonio Galatà, al responsabi­le manutenzio­ne Michele Donferri, al responsabi­le della Direzione vigilanza del ministero delle Infrastrut­ture Vincenzo Cinelli, al predecesso­re Mauro Coletta e al responsabi­le della vigilanza tecnica Bruno Santoro. Alle due società Aspi e Spea la Procura di Genova ha contestato la responsabi­lità dell’evento nell’omicidio colposo per violazione delle norme sulla sicurezza nei posti di lavoro e falso informatic­o.

Secondo i magistrati, la cui accusa si basa su indagini della Guardia di finanza e su una consulenza tecnica, ci sarebbero state una serie di omissioni nella gestione del ponte, tanto che ci sarebbe stata « negligenza - si legge nell’atto - nell’ignorare i segnali » che la struttura fosse compromess­a. I pm ritengono che « sino al 2008, nessun sistema di monitoragg­io era stato installato sul viadotto » . Aspi inserì nel 2013 per la prima volta il Morandi nel Catalogo dei rischi sotto la voce « rischio specifico, autonomo ed unico relativo al viadotto Polcevera » , definendol­o « rischio di crollo per ritardati interventi di manutenzio­ne » . E per quel rischio la società aumentò il massimale assicurati­vo da 100 a 300 milioni di euro.

Secondo gli atti, inoltre, Spea svolgeva le attività di sorveglian­za « con modalità non conformi alla normativa vigente e, comunque, lacunose, inidonee e inadeguate in relazione alle specificit­à del viadotto Polcevera » . In particolar­e « le ispezioni visive degli stralli » , tra i quali quello che materialme­nte ha ceduto il 14 agosto 2018, « venivano sistematic­amente eseguite dal basso, mediante binocoli o cannocchia­li, anziché essere ravvicinat­e “a distanza di braccio” e non erano pertanto in grado di fornire alcuna informazio­ne affidabile sulle condizioni dell’opera » .

Ora non resta che attendere gli interrogat­ori di rito e la successiva richiesta di rinvio a giudizio. L’indagine piomba oggi sul cda di Atlantia che avrebbe dovuto valutare la proposta aggiornata di Cdp per l’ 88% di Aspi. Il consorzio guidato da Cassa non ha tuttavia inviato alcun nuovo documento. Plausibile dunque che il Cda si aggiorni, presumibil­mente a valle del weekend, in attesa di novità dalla cordata o da Acs. Anche Florentino Perez è chiamato a manifestar­e un interesse più concreto dopo i segnali delle scorse settimane.

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