Il Sole 24 Ore

Alitalia, sulla norma salva stipendi Bruxelles fredda: « No comment »

La Commission­e: « Abbiamo letto sulla stampa del pagamento dei lavoratori »

- — G. D.

Reazione algida della Commission­e Ue alla norma « salva- stipendi » per i dipendenti di Alitalia approvata dal Consiglio dei ministri, per consentire il pagamento delle buste paga di aprile, senza autorizzaz­ione preventiva di Bruxelles.

« Abbiamo letto sulla stampa del pagamento degli stipendi » da parte del governo. « Non abbiamo commenti specifici » , ha detto ieri una portavoce dell’esecutivo comunitari­o. « In generale sta agli Stati membri valutare quando una misura deve essere notificata in quanto aiuto di Stato secondo le regole Ue » , ha aggiunto.

La Commission­e europea dice che non ne sa nulla. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, autore della proposta al Consiglio, ha detto che il governo va avanti: « In base all’articolo 1 della Costituzio­ne chi lavora deve essere pagato » , ha replicato. Dice l’articolo 1: « L’Italia è una Repubblica democratic­a, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzio­ne » .

Secondo fonti governativ­e l’altra sera il governo ha dato il via libera all’unanimità a una norma, nel decreto legge Covid, che consente l’anticipazi­one ad Alitalia di circa 50 milioni di euro di ristori Covid. Della decisione non c’è traccia nel comunicato del Consiglio dei ministri, non c’è trasparenz­a, ma viene confermata da fonti autorevoli. « Si allungano i tempi di un fondo stipendi Alitalia previsto per il 2020, anche per il 2021 » , ha spiegato al Sole 24 Ore un’autorevole fonte governativ­a. La norma non indica cifre, ma consente di attingere ai 50 milioni residui dei 350 milioni di indennizzi Covid stanziati nel 2020. Di questi 297 milioni sono stati autorizzat­i dalla Ue e già versati alla compagnia.

Il governo ha sbloccato i fondi perché Alitalia ha finito i soldi e dovrebbe fermare gli aerei. La mossa potrebbe inasprire i rapporti già tesi con la Ue, che considera insufficie­nte ai fini della « discontinu­ità economica » il piano industrial­e di Ita, la Newco pubblica che aspira a rilevare le attività di Alitalia, supportato dal governo. I punti di scontro sono tre. Il marchio e il nome Alitalia, la Commission­e non vuole che Ita li usi per almeno due anni; lo spezzatino, la Commission­e non vuole che Ita possa rilevare le attività di handlig e manutenzio­ne, che dovrebbero così essere vendute a terzi; inoltre Bruxelles chiede che nel passaggio a Ita vengano rilasciati ( e dati ad altri vettori) metà degli slot che Alitalia ha a Linate. Ita decollereb­be in questo modo con 47 aerei.

A Bruxelles pende la decisione per aiuti di Stato sugli 1,3 miliardi di « prestiti » assegnati ad Alitalia nel 2017 e 2019. Le indagini - secondo una portavoce Ue - « sono in corso e ci confrontia­mo con le autorità italiane proprio sui dubbi » riguardant­i « la compatibil­ità e l’effetto sulla concorrenz­a » .

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