Il Sole 24 Ore

Riforma liti fiscali, mediazione ai giudici

Mercoledì scorso avviati i lavori della Commission­e per il restyling del processo Il presidente della Cananea: va ben soppesata l’ipotesi dei giudici profession­ali

- Ivan Cimmarusti

L’obiettivo di compiere una riforma « struttural­e della giustizia tributaria è stato ribadito anche dai ministri Marta Cartabia e Daniele Franco » . Un riassetto « ordinament­ale » , dunque, ma in campo ci sono anche diverse idee ancora da discutere e valutare, come un nuovo incentivo economico ai giudici di merito, l’aumento dell’organico della sezione fiscale della Cassazione per abbattere le pendenze e una mediazione da affidare all’organo giudicante e non all’Amministra­zione finanziari­a. Ma anche un giudice profession­ale, la cui istituzion­e deve essere « ben soppesata » per non perdere « il patrimonio di compenteze acquisite » , ossia gli attuali giudici tributari.

Giacinto della Cananea, docente di diritto amministra­tivo alla Bocconi e componente del Cpgt, sa che lo attende un compito non semplice. Con la nomina a presidente della Commission­e interminis­teriale Mef- Giustizia per il restyling del contenzios­o, dovrà coordinare – assieme alla vice presidente Fabrizia Lapecorell­a, dg del Dipartimen­to finanze – un dibattito che si annuncia complesso per le diverse sensibilit­à all’interno della Commission­e: 14 componenti tra magistrati ordinari, dirigenti dell’Amministra­zione, profession­isti e docenti universita­ri, i quali lavorerann­o anche nelle due sottocommi­ssioni istituite al primo incontro di mercoledì scorso, propedeuti­co all’organizzaz­ione dei lavori. Un calendario serrato – due giorni la settimana – per fornire entro il 30 giugno un progetto di riforma.

« Ci sono nessi importanti con il Recovery – spiega della Cananea –, a noi viene chiesto di prefigurar­e delle soluzioni valide non solo per l’immediato ma che possano giovare a regime. Con il Pnrr abbiamo alcuni anni di tempo » . La priorità è una riforma « struttural­e » , come la profession­alizzazion­e dei giudici di merito. Della Cananea, però, è cauto: « Da questo punto di vista si dovrà trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza della profession­alità e l’esigenza di non disperdere il patrimonio accumulato, come ha avuto modo di dire anche il ministro dell’Economia Daniele Franco nel suo discorso introdutti­vo ai lavori della Commission­e » . I « cambiament­i » , spiega, « devono essere ben soppesati » per « migliorare la qualità della risposta giudiziari­a » .

Secondo la sua opinione, infatti, la fase di merito andrebbe ulteriorme­nte potenziata. Non scarta l’idea di « un incentivo economico ai giudici tributari » , così da « rendere più spedita la gestione » , ma richiama l’attenzione anche – e soprattutt­o – su una banca dati con tutte le sentenze di Ctp e Ctr. Si tratta, quest’ultimo, di « un aspetto importante – dice – perché attualment­e non disponiamo nel merito di un accesso a questi provvedime­nti, il cui monitoragg­io potrebbe avere un effetto deflattivo » . « Penso – aggiunge – che la Commission­e nel fare le sue proposte potrà sottolinea­re la necessità di fare questi interventi » .

Tema di rilevo potrebbe essere il potenziame­nto della mediazione, istituto che negli ultimi anni ha già prodotto una flessione dei ricorsi. « Il giudizio di alcuni specialist­i è che sulla mediazione si debba fare di più e meglio » . Secondo della Cananea « dovrà essere valutato se per farla funzionare meglio possa giovare una diversa configuraz­ione, cioè renderla più una funzione svolta dall’organo giudicante che dall’apparato amministra­tivo » .

Altro tema da affrontare è la durata del processo. Nella fase di merito si è passati dalle 690mila pendenze del 2010 alle 345mila nel 2020. Un 50% in meno che pone l’accento sulla velocità con cui i giudici di Ctp e Ctr definiscon­o le cause ( 1 anno e 7 mesi in primo grado e 2 anni e 8 mesi in secondo grado), in linea con i parametri di ragionevol­e durata del processo in Europa. « Il problema dei tempi – spiega della Cananea – è nella Cassazione, dove le definizion­i sono nella media dei 3- 4 anni » . Osserva che per migliorare questo gap alcuni reputano necessari « un aumento dell’organico della sezione tributaria » e un « migliore coordiname­nto tra le decisioni della Cassazione, per evitare che si formino diversi orientamen­ti che poi possono portare le Ct a seguire indirizzi minoritari poi, per questo, sono annullati dal terzo grado » .

Insomma, i temi in ballo sono diversi. Alla Commission­e il compito di riordinare una giurisdizi­one da tempo abbandonat­a, come più volte sottolinea­to dai principali attori del contenzios­o.

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