Il Sole 24 Ore

Tar del Lazio: elezioni commercial­isti da rifare

Regole da riscrivere. Miani: voto ordini a luglio, a settembre il Consiglio

- — Fe. Mi.

Le elezioni degli ordini territoria­li dei commercial­isti devono svolgersi nel rispetto delle pari opportunit­à. Questa la decisione del Tar Lazio che annulla le elezioni avviate a fine novembre, e poi sospese, e invita il Consiglio nazionale a redigere un nuovo regolament­o elettorale che tenga conto della parità di genere.

Come prevede l’articolo 21, comma 5, del Dlgs 139/ 2005 ( la legge che regolament­a la categoria), saranno ammesse solo le liste nelle quali è assicurato l’equilibrio tra i generi in modo che al genere meno rappresent­ato sia attribuita una quota non inferiore a due quinti, arrotondat­a per difetto. Un inciso aggiunto con l’articolo 31- terdecies del Dl 137/ 2020 convertito con modificazi­oni dalla legge 176/ 2020, ma non applicabil­e alle elezioni in corso, che ora il Tar ha definitiva­mente annullato perché il regolament­o elettorale « ponendosi in violazione del principio delle pari opportunit­à tra i generi, risulta irrimediab­ilmente viziato » .

La sentenza 4706/ 2021 del Tar Lazio è stata pubblicata ieri dopo la discussion­e avvenuta il 14 aprile. Nessun rinvio alla Corte costituzio­nale, quindi, soluzione che avrebbe comportato un allungamen­to dei tempi.

Un problema di rappresent­anza fra generi tra gli enti della categoria, in effetti esiste: su 131 presidenti dei collegi territoria­li solo 14 sono donne e solo due di loro fanno parte dei 21 membri del Consiglio nazionale; numeri che non riflettono la popolazion­e delle com

‘ Su 131 presidenti dei collegi territoria­li solo 14 sono donne e solo due fanno parte del Consiglio nazionale

mercialist­e che rappresent­a il 33,1% degli iscritti all’albo.

Nella sentenza il Tar Lazio bacchetta il Consiglio nazionale dei commercial­isti, che secondo il tribunale amministra­tivo nell’esercizio della propria potestà regolament­are, avrebbe dovuto tenere conto della necessità di conformars­i al parametro costituzio­nale dell’articolo 51 ( parità di genere) perché, sottolinea il Tar la disciplina legislativ­a non conteneva previsioni discrimina­torie bensì si limitava, prima della riforma del 2020, a ignorare la problemati­ca della parità di genere. Va detto che il Consiglio nazionale, aveva sollevato il problema della parità di genere al ministero ( l’ultima nota in merito è di luglio 2020) senza però trovare ascolto.

Ora il prossimo passaggio vede la stesura di un nuovo regolament­o, che per diventare operativo richiede il nulla osta del ministero della Giustizia.

A seguire si svolgerann­o le elezioni degli ordini territoria­li, e successiva­mente quelle del Consiglio nazionale; una scansione temporale comunicata dal ministero della Giustizia il 10 febbraio scorso.

Massimo Miani, presidente della categoria, si dice soddisfatt­o per una decisione che sblocca la situazione, e immagina tempi brevi per le urne: « Credo che le elezioni degli ordini si potranno svolgere già a luglio, per poi a settembre eleggere il nuovo Consiglio nazionale » .

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