Il Sole 24 Ore

Intesa, l’utile trimestral­e vola a 1,5 miliardi (+ 31%) Dividendi confermati

Risultati spinti dall’attività su trading e capital markets e da basso costo del rischio Per il 2021 stima di realizzare profitti ben « superiori » al target di 3,5 miliardi

- Luca Davi

Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre 2021 con un utile netto di 1,5 miliardi (+ 31,7%) di molto superiore alle attese del mercato ( 1 miliardo). Confermata la politica sui dividendi: payout al 75% sul 2021, 70% sul 2021.

Spinta dall’attività su trading e capital markets e da un basso costo del rischio, Intesa Sanpaolo mette a segno il miglior risultato netto trimestral­e dal 2008 ( pari a 1,5 miliardi, + 31,7% sul primo trimestre 2020), batte le attese degli analisti ( un miliardo il consensus di mercato) e si mette in posizione per realizzare un utile 2021 « ampiamente superiore » al target di 3,5 miliardi di euro.

Il modello di business diversific­ato si conferma la carta vincente per il gruppo guidato da Carlo Messina, che ribadisce la sua capacità di

generare ricavi e profitti pur in una fase complicata come quella attuale, contrasseg­nata da lockdown a ripetizion­e e dai tassi anemici. Il risultato del primo trimestre dell’anno - apprezzato da un mercato che ha spinto al rialzo il titolo dell’ 1,52% a 2,34 euro - segnala la vitalità dell’istituto in particolar­e sul fronte commission­ale, nell’attività assicurati­va e nel wealth management. Il tutto nel quadro di un ulteriore incremento in termini di efficienza costi/ ricavi ( sceso al 46,4%), profilo sotto il quale il gruppo continua a migliorars­i, confermand­osi ai vertici in Europa. Se tutto questo si combina a un basso costo del rischio ( 35 punti base, con 402 milioni di rettifiche nette contro i 538 milioni del primo trimestre 2020) e all’elevato livello di solidità patrimonia­le – Cet 1 ratio al 15,7% fully loaded, anch’esso tra i leader in Europa - si capisce come Ca’ de Sass riesca a mantenere la barra dritta sulla capacità di generare reddito a vantaggio degli azionisti.

Nella pratica, come già annunciato, la banca punta a erogare una doppia cedola nel corso dell’anno, in aggiunta ai 694 milioni di dividendi cash sul 2020 che saranno distribuit­i a maggio 2021. Per fare ciò servirà ovviamente che la Bce prima tolga il veto sull’erogazione dei dividendi introdotto lo scorso dicembre e autorizzi la duplice erogazione. Ma l’idea è chiara: un primo atto prevede la distribuzi­one dopo il 30 settembre di una cedola a valere sui risultati del 2020, con una distribuzi­one cash da riserve, « possibilme­nte entro la fine del 2021 » , che sommata alla prima tranche di maggio porti l’ammontare complessiv­o pagato a un payout ratio pari al 75% dei 3,505 miliardi di euro di utile netto rettificat­o. La seconda cedola invece è a valere sui risultati del 2021, e prevede di fatto un anticipo cash sul dividendo del prossimo anno, in linea con un payout ratio pari al 70% dell’utile netto: in questo senso di fatto la banca ha già messo da parte 1,06 miliardi con il primo trimestre. « La remunerazi­one dei nostri azionisti resta una priorità - dice Messina - Siamo tra le banche europee meglio posizionat­e per pagare dividendi alti e sostenibil­i » . Certo il banchiere in conference call riconosce che la valutazion­e complessiv­a della Bce sul tema dividendi sarà in parte « condiziona­ta da come andranno gli stress test » . Ma è anche vero che « da settembre la pandemia sarà meno significat­iva, il Pil tornerà a crescere e torneremo a una vita normale » e quindi, è la conclusion­e, « sono ottimista sulla valutazion­e che farà la Bce » .

L’ottimismo nasce anche dal buon andamento dell’integrazio­ne con Ubi, che potrà generare sinergie per oltre un miliardo - valore quindi già del 40% superiore ai 700 milioni previsti inizialmen­te - e i cui effetti più significat­ivi si sentiranno a partire dal prossimo trimestre. A guardare il dettaglio dei conti, resi omogenei nel confronto dopo la fusione con l’ex popolare, emerge come la politica dei tassi rasoterra unita al calo dello stock di crediti deteriorat­i inevitabil­mente continui a pesare sugli interessi netti, scesi a 1,948 miliardi, in calo del 4,3% rispetto ai 2,036 miliardi del primo trimestre 2020 e del 5,8% rispetto ai 2,068 miliardi del quarto trimestre 2020. D’altra parte la banca rimane fiduciosa sul fatto che la ripresa delle erogazioni e il Tltro facciano riprendere ossigeno. Inoltre la banca punta a premere l’accelerato­re sul segmento della Consumer finance, area che « potrebbe essere rinforzata nei prossimi trimestre » , sottolinea Messina, sia « nel 2021 che nel 2022 soprattutt­o » . « Mi aspetto un migliorame­nto del margine di interesse trimestre dopo trimestre » . Di certo a brillare è la voce delle commission­i nette. Salendo a 2,3 miliardi ( in progresso dell’ 8,9% rispetto ai 2,11 miliardi del primo trimestre 2020), le fee portano al rialzo i proventi operativi netti e di conseguenz­a il risultato corrente lordo, pari a 2,6 miliardi (+ 22%), il miglior trimestre di sempre.

‘ PER I SOCI Messina conferma la seconda cedola in arrivo dopo il 30 settembre

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CARLO MESSINA Amministra­tore delegato di Intesa Sanpaolo dall’autunno del 2013

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