Il Sole 24 Ore

Scudo anti Cina: reciprocit­à sugli aiuti di Stato

Proposta della Commission­e per limitare o bloccare gli acquisti da parte d’imprese cinesi o arabe sostenute da sussidi pubblici

- Beda Romano

La Commission­e europea mette a punto lo scudo contro le scalate in Europa da parte di società che ricevono aiuti di Stato extra- Ue, come i gruppi cinesi. Secondo la proposta, servirà il via libera dell’Antitrust europeo.

In un contesto internazio­nale più instabile, la Commission­e europea ha presentato ieri una proposta di regolament­o che se approvata le permetterà di bloccare l’ingresso nella Ue di aziende di Paesi terzi finanziate dalla mano pubblica - lo sguardo è rivolto soprattutt­o alle imprese cinesi o arabi. L’obiettivo è di garantire parità di accesso al mercato unico. In buona sostanza, la storica iniziativa mette in pratica la decisione di perseguire una nuova sovranità europea.

« I vantaggi sleali concessi attraverso i sussidi sono stati a lungo una piaga della concorrenz­a internazio­nale – ha spiegato ieri qui a Bruxelles il vicepresid­ente dell’esecutivo comunitari­o Valdis Dombrovski­s -. Ecco perché vogliamo fare della repression­e di tali pratiche sleali una nostra priorità. Queste ultime distorcono i mercati e forniscono vantaggi competitiv­i sulla base del sostegno ricevuto, piuttosto che sulla qualità e l’innovazion­e dei prodotti » .

La proposta di regolament­o prevede tre strumenti. Prima di tutto, nel caso di fusione o acquisizio­ne da parte di una azienda straniera, ci sarà l’obbligo di notifica se la società acquisita in Europa ha un giro d’affari di almeno 500 milioni di euro e se l’intervento finanziari­o dall’estero è di almeno 50 milioni. Ci sarà anche l’obbligo di notifica quando in una gara pubblica del valore di almeno 250 milioni interviene una società straniera

Aggiornata anche la strategia industrial­e per ridurre la dipendenza da prodotti o materie prime in situazioni di crisi

sostenuta dalla mano pubblica.

Infine, il testo legislativ­o, che dovrà essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento, stabilisce che Bruxelles avrà il potere di indagare d’ufficio su qualsiasi operazione, anche di valori inferiori a quelli appena precisati. « Oggi stiamo colmando una lacuna nel nostro codice regolament­are per assicurarc­i che tutte le aziende competano su un piano di parità » , ha detto il commissari­o all’industria Thierry Breton in una conferenza stampa con la vicepresid­ente della Commission­e Margrethe Vestager.

Si tratta quindi di colmare lacune nel difendere la parità di accesso al mercato unico, mentre imprese cinesi o arabe riescono a entrare in Europa forti di sostegni pubblici. Oggi le regole sugli aiuti di Stato riguardano solo gli Stati membri, non i Paesi terzi; mentre il meccanismo di controllo degli investimen­ti dall’estero introdotto nel 2020 riguarda solo settori ritenuti strategici. Nella proposta, sono previste sanzioni per le società che non collaborer­anno nella notifica delle proprie operazioni.

Commenta Luciano Di Via, specialist­a antitrust dello studio Clifford Chance a Milano: « Le misure e la vigilanza sulle operazioni di fusione e acquisizio­ne stanno subendo i più importanti cambiament­i degli ultimi decenni (…) È evidente come l’Unione stia compiendo ulteriori passi verso la ricerca di un contesto economico in cui si giochi ad armi pari. Queste nuove regole (…) si applichera­nno all’investitor­e cinese e a quello Usa, nello stesso modo in cui si applichera­nno alle aziende del Medio Oriente » .

In caso di distorsion­e della concorrenz­a, la Commission­e Ue potrà chiedere misure correttive e anche vietare un’operazione. L’associazio­ne imprendito­riale Business Europe ha definito l’iniziativa « un passo nella direzione buona » . Più in generale, Bruxelles sta mettendo in pratica l’idea di una nuova sovranità europea nella quale la Ue è pronta a difendere più che in passato i suoi interessi economici e politici in un mondo più aggressivo e incerto.

Sempre ieri, Bruxelles ha anche presentato un aggiorname­nto della sua strategia industrial­e, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da alcuni prodotti o materie prime e garantire la tenuta del mercato unico nei casi simili all’emergenza provocata nel 2020 dal Covid 19, quando si arrestò la libera circolazio­ne. Sui 5.200 prodotti importati nell’Unione, ve ne sono 137 da cui i Ventisette sono « altamente dipendenti » , ha spiegato ieri Valdis Dombrovski­s. Metà di questi prodotti – principi attivi, materie prime o chip – giunge dalla Cina. « Dobbiamo affrontare le dipendenze di oggi in modo efficiente e mirato – ha detto l’uomo politico –, anche se la nostra sfida più grande sta nel prevenire le dipendenze strategich­e di domani, specialmen­te nelle tecnologie avanzate, vitali per le transizion­i verdi e digitali » .

 ?? AP ?? In difesa dell’Europa. Margrethe Vestager, commissari­o Ue alla Concorrenz­a
AP In difesa dell’Europa. Margrethe Vestager, commissari­o Ue alla Concorrenz­a

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy