Il Sole 24 Ore

Pmi italiane in ritardo sugli investimen­ti per la digitalizz­azione

Investono sulla formazione in informatio­n technology solo due imprendito­ri su 10

- Andrea Biondi

« La dotazione del Pnrr è una condizione per la ripresa, non una garanzia di successo » . Per questo, spiega il ministro per l’Innovazion­e tecnologic­a Vittorio Colao, « occorre un cambio di passo ulteriore » intervenen­do su due ambiti: quello della Pa da rendere più efficiente e quello che attiene allo sviluppo delle competenze, senza il quale « non c’è vera innovazion­e » . Colao è intervenut­o così alla presentazi­one del Rapporto “La digitalizz­azione delle piccole e medie imprese in Italia - Modelli per il finanziame­nto di progetti digitali”. Lo studio, condotto assieme alla Bei, è stato presentato ieri da Paolo Di Bartolomei, direttore di Cotec, Fondazione che sostiene la ricerca e l’innovazion­e tecnologic­a.

Sia durante la presentazi­one sia durante la tavola rotonda successiva – cui hanno preso parte Luigi Gubitosi, vicepresid­ente di Confindust­ria; Guido Bastianini, ad di Banca Mps; Giampio Bracchi, presidente di Intesa Sanpaolo Private Banking; Andrea Prencipe, rettore dell’Università Luiss Guido Carli – la formazione come chiave di volta ha rappresent­ato una costante.

L’investimen­to « per una formazione che includa di più le competenze digitali sarà molto importante. Si tratta di elementi che trovano nel Pnrr un volàno, ma che devono restare regime oltre la sua durata » , ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa.

Certo, nel presente « mancano 7 milioni di italiani da portare a competenze digitali » , ha sottolinea­to il vicepresid­ente di Confindust­ria Luigi Gubitosi per il quale centrale, in questo caso a livello di “ecosistema”, sarà anche « capire quale è la autosuffic­ienza che si vuole avere dal punto di vista tecnologic­o in Italia e Europa. Dobbiamo essere anche sviluppato­ri di tecnologia e non solo fruitori » .

Quel che intanto il Rapporto fotografa è un mondo delle Pmi ( 4,3 milioni in Italia, di cui il 95% microimpre­se e che rappresent­ano il 70% del valore aggiunto) in grande ritardo sulla digitalizz­azione. Il 18% delle im

La maggior parte sembra non avere fiducia o esperienza per rivolgersi a società di venture capital

prese italiane non ha investimen­ti programmat­i per i prossimi tre anni contro il 10% in Europa e l’ 8% in Germania e Francia. E solo 2 imprendito­ri su 10 investono regolarmen­te per formare il personale su Ict.

Una delle raccomanda­zioni del Rapporto sta infine nel rafforzame­nto sui finanziame­nti tramite ricorso al debito e con capitale di rischio. Insomma, se le banche fanno la loro parte, serve il ricorso a « strumenti finanziari “specifici per la digitalizz­azione” » . Del resto, si legge ancora nel Rapporto, « la maggior parte delle Pmi sembra non avere fiducia o esperienza per rivolgersi a società di venture capital e investitor­i in capitale azionario » . E il tema delle competenze è sempre lì.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy