Il sistema sanitario russo alla prova ( superata) del Covid
CI SONO OTTIME OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO E SVILUPPO PER L’INDUSTRIA ITALIANA DEL SETTORE A MOSCA
La reazione della Russia alla pandemia ha dimostrato in molti casi l’efficacia e le rapidità del suo sistema sanitario, evitando il secondo lockdown dell’autunno 2020 con evidenti benefici per l’economia.
Allo stesso tempo, la ricerca medica russa è stata la prima al mondo a creare un vaccino anti- Covid: lo Sputnik V. In seguito ne sono stati sviluppati altri due, EpiVacCorona e CoviVac. È in sperimentazione anche una versione monodose dello Sputnik V, chiamata Sputnik Light. Questi sieri garantiscono un’immunità paragonabile ai migliori vaccini concorrenti, ma con maggiore facilità di trasporto e conservazione. Ma i vaccini non sono l’unico contributo della scienza russa contro la pandemia.
A inizio 2021 è stata richiesta la registrazione del farmaco “COVIDGlobulin” e a breve sarà registrato il farmaco “Leitragin”, sviluppato dall’Agenzia Federale Biomedicinale e destinato alla profilassi della polmonite e delle complicazioni gravi da Covid- 19.
La pandemia ha incrementato in Russia la produzione del comparto farmaceutico, dei dispositivi medici e delle apparecchiature elettromedicali. A gennaio 2021 la crescita della produzione di farmaci è stata del 75% sull’anno precedente, la produzione di sostanze farmaceutiche è aumentata del 41%, quella di vitamine del 91%, e quella di antibiotici del 94 per cento. La crescita totale della produzione del settore sanitario si attesta al 23% e la sua quota è passata, dal 2014 al 2020, dallo 0,23% allo 0,46% del Pil e dall’ 1,8% al 3,1% della produzione manufatturiera nazionale.
Ma anche prima della pandemia la crescita dell’industria farmaceutica era evidente: dal 2009 è balzata del + 506 per cento. La Russia si sta imponendo come un importante esportatore nel comparto farmaceutico, soprattutto nel segmento dei vaccini, con stime di export che arrivano a 24 miliardi di dollari l’anno. Diverso invece è il discorso per Sputnik V, attualmente prodotto in Russia soltanto da sei aziende, e la cui produzione per l’estero avverrà in Paesi terzi come India, Cina, Corea del Sud e Italia. Nel frattempo sono in corso trattative con aziende tedesche e austriache interessate a produrre lo stesso vaccino.
C’è da chiedersi se l’industria della sanità diverrà un driver strutturale di crescita economica o se, dopo il ritorno alla normalità, domanda e offerta torneranno a livelli pre- pandemia. Certamente ci si aspetta un calo della domanda; tuttavia è probabile che lo sviluppo del comparto sanitario rimarrà elevato in Russia, che già oggi costituisce il mercato di sbocco di 850 aziende farmaceutiche estere. E dove, peraltro, l’industria farmaceutica internazionale è sempre più radicata, disponendo di 25 stabilimenti propri e altamente specializzati, a cui bisogna aggiungere un ingente numero di unità produttive in affitto. Secondo un recente sondaggio, la salute è il valore più importante per i cittadini russi ( 18%), precedendo la famiglia ( 12%) e il lavoro ( 10%). Questa tendenza non è destinata a cambiare, anche se la domanda potrà subire un calo ragionevole dopo la crescita esplosiva dovuta alla pandemia.
In Russia, l’aumento della spesa della popolazione per la sanità è, d'altra parte, in continua espansione da anni: dal 2005 al 2018, è cresciuta di 5,8 volte. La spesa per i farmaci è stata del 49%, quella per altre cure del 45%, e il 6% per assicurazioni mediche. Anche il crescente invecchiamento della popolazione ( nel 2019 il 22% della popolazione russa era over- 60) è un fattore da tenere in considerazione.
Elementi d’interesse sono poi la disponibilità dello Stato ad aumentare la spesa per la sanità e la messa a disposizione di incentivi per gli investitori: sovvenzioni statali ( più di 500 milioni di euro per 10 anni); prestiti agevolati del Fondo per lo Sviluppo dell’Industria per l’acquisto di apparecchiature con un tasso inferiore all’ 1% annuo
( oltre 170 progetti); investimenti e sovvenzioni della Corporation
Rusnano, del Fondo Skolkovo e della Russian Venture Company. A ciò si aggiungono i bonus regionali.
Lo sviluppo dell’industria farmaceutica russa si fonda anche sul programma statale
“Pharma- 2020”, che ha permesso a oltre 100 aziende internazionali di portare in Russia la produzione di 400 farmaci, di costruire oltre cinquanta di nuove fabbriche e ristrutturare un numero significativo di siti produttivi preesistenti, di portare a termine oltre 600 progetti in 8 diversi centri di ricerca per le ricerche precliniche. La quota dei farmaci prodotti in Russia in termini di valore, secondo DSM Group, è così passata dal 23% nel 2013 al 44% di fine 2020.
L’industria italiana – forte del Memorandum d’Intesa per la collaborazione nel settore della salute, firmato dai Ministeri della Sanità italiano e russo nel 2013 – ha notevoli margini di sviluppo del proprio business in Russia.
Nel comparto sanitario, in particolare, le opportunità d’investimento sono ottime in segmenti quali: la gestione di laboratori di analisi cliniche; la standardizzazione e personalizzazione delle cure; l’assistenza diagnostica e specialistica di alta qualità ( un mercato da 3 miliardi di dollari); la gestione professionale delle aziende sanitarie; il consolidamento, lo sviluppo delle specialità e la digitalizzazione nel settore delle cliniche ( con un mercato fino a 10 miliardi di dollari). Anche il settore farmacologico è appetibile per le aziende italiane, con gli acquisti di farmaci che, nel 2020, sono cresciuti del 10% sia da parte di enti statali ( 5,155 miliardi di euro), che di farmacie private ( 15,555 miliardi di euro).
Le principali prospettive di sviluppo sono rappresentate dalla crescita della domanda per la produzione di farmaci vitali, sopratutto di sintesi chimica e biologica; la produzione a ciclo completo che va dalla fabbricazione di sostanze farmaceutiche basiche sino ai farmaci; il finanziamento prioritario da parte dello Stato di prodotti per la cura delle malattie oncologiche ( nel 2019 la produzione di tali farmaci ha ottenuto un finanziamento statale supplementare di 70 miliardi di rubli, salito nel 2020 a 120 miliardi) e di medicinali anti- Covid, inclusi i vaccini.