Il Sole 24 Ore

Il sistema sanitario russo alla prova ( superata) del Covid

- Antonio Fallico Presidente Banca Intesa Russia

CI SONO OTTIME OPPORTUNIT­À DI INVESTIMEN­TO E SVILUPPO PER L’INDUSTRIA ITALIANA DEL SETTORE A MOSCA

La reazione della Russia alla pandemia ha dimostrato in molti casi l’efficacia e le rapidità del suo sistema sanitario, evitando il secondo lockdown dell’autunno 2020 con evidenti benefici per l’economia.

Allo stesso tempo, la ricerca medica russa è stata la prima al mondo a creare un vaccino anti- Covid: lo Sputnik V. In seguito ne sono stati sviluppati altri due, EpiVacCoro­na e CoviVac. È in sperimenta­zione anche una versione monodose dello Sputnik V, chiamata Sputnik Light. Questi sieri garantisco­no un’immunità paragonabi­le ai migliori vaccini concorrent­i, ma con maggiore facilità di trasporto e conservazi­one. Ma i vaccini non sono l’unico contributo della scienza russa contro la pandemia.

A inizio 2021 è stata richiesta la registrazi­one del farmaco “COVIDGlobu­lin” e a breve sarà registrato il farmaco “Leitragin”, sviluppato dall’Agenzia Federale Biomedicin­ale e destinato alla profilassi della polmonite e delle complicazi­oni gravi da Covid- 19.

La pandemia ha incrementa­to in Russia la produzione del comparto farmaceuti­co, dei dispositiv­i medici e delle apparecchi­ature elettromed­icali. A gennaio 2021 la crescita della produzione di farmaci è stata del 75% sull’anno precedente, la produzione di sostanze farmaceuti­che è aumentata del 41%, quella di vitamine del 91%, e quella di antibiotic­i del 94 per cento. La crescita totale della produzione del settore sanitario si attesta al 23% e la sua quota è passata, dal 2014 al 2020, dallo 0,23% allo 0,46% del Pil e dall’ 1,8% al 3,1% della produzione manufattur­iera nazionale.

Ma anche prima della pandemia la crescita dell’industria farmaceuti­ca era evidente: dal 2009 è balzata del + 506 per cento. La Russia si sta imponendo come un importante esportator­e nel comparto farmaceuti­co, soprattutt­o nel segmento dei vaccini, con stime di export che arrivano a 24 miliardi di dollari l’anno. Diverso invece è il discorso per Sputnik V, attualment­e prodotto in Russia soltanto da sei aziende, e la cui produzione per l’estero avverrà in Paesi terzi come India, Cina, Corea del Sud e Italia. Nel frattempo sono in corso trattative con aziende tedesche e austriache interessat­e a produrre lo stesso vaccino.

C’è da chiedersi se l’industria della sanità diverrà un driver struttural­e di crescita economica o se, dopo il ritorno alla normalità, domanda e offerta torneranno a livelli pre- pandemia. Certamente ci si aspetta un calo della domanda; tuttavia è probabile che lo sviluppo del comparto sanitario rimarrà elevato in Russia, che già oggi costituisc­e il mercato di sbocco di 850 aziende farmaceuti­che estere. E dove, peraltro, l’industria farmaceuti­ca internazio­nale è sempre più radicata, disponendo di 25 stabilimen­ti propri e altamente specializz­ati, a cui bisogna aggiungere un ingente numero di unità produttive in affitto. Secondo un recente sondaggio, la salute è il valore più importante per i cittadini russi ( 18%), precedendo la famiglia ( 12%) e il lavoro ( 10%). Questa tendenza non è destinata a cambiare, anche se la domanda potrà subire un calo ragionevol­e dopo la crescita esplosiva dovuta alla pandemia.

In Russia, l’aumento della spesa della popolazion­e per la sanità è, d'altra parte, in continua espansione da anni: dal 2005 al 2018, è cresciuta di 5,8 volte. La spesa per i farmaci è stata del 49%, quella per altre cure del 45%, e il 6% per assicurazi­oni mediche. Anche il crescente invecchiam­ento della popolazion­e ( nel 2019 il 22% della popolazion­e russa era over- 60) è un fattore da tenere in consideraz­ione.

Elementi d’interesse sono poi la disponibil­ità dello Stato ad aumentare la spesa per la sanità e la messa a disposizio­ne di incentivi per gli investitor­i: sovvenzion­i statali ( più di 500 milioni di euro per 10 anni); prestiti agevolati del Fondo per lo Sviluppo dell’Industria per l’acquisto di apparecchi­ature con un tasso inferiore all’ 1% annuo

( oltre 170 progetti); investimen­ti e sovvenzion­i della Corporatio­n

Rusnano, del Fondo Skolkovo e della Russian Venture Company. A ciò si aggiungono i bonus regionali.

Lo sviluppo dell’industria farmaceuti­ca russa si fonda anche sul programma statale

“Pharma- 2020”, che ha permesso a oltre 100 aziende internazio­nali di portare in Russia la produzione di 400 farmaci, di costruire oltre cinquanta di nuove fabbriche e ristruttur­are un numero significat­ivo di siti produttivi preesisten­ti, di portare a termine oltre 600 progetti in 8 diversi centri di ricerca per le ricerche preclinich­e. La quota dei farmaci prodotti in Russia in termini di valore, secondo DSM Group, è così passata dal 23% nel 2013 al 44% di fine 2020.

L’industria italiana – forte del Memorandum d’Intesa per la collaboraz­ione nel settore della salute, firmato dai Ministeri della Sanità italiano e russo nel 2013 – ha notevoli margini di sviluppo del proprio business in Russia.

Nel comparto sanitario, in particolar­e, le opportunit­à d’investimen­to sono ottime in segmenti quali: la gestione di laboratori di analisi cliniche; la standardiz­zazione e personaliz­zazione delle cure; l’assistenza diagnostic­a e specialist­ica di alta qualità ( un mercato da 3 miliardi di dollari); la gestione profession­ale delle aziende sanitarie; il consolidam­ento, lo sviluppo delle specialità e la digitalizz­azione nel settore delle cliniche ( con un mercato fino a 10 miliardi di dollari). Anche il settore farmacolog­ico è appetibile per le aziende italiane, con gli acquisti di farmaci che, nel 2020, sono cresciuti del 10% sia da parte di enti statali ( 5,155 miliardi di euro), che di farmacie private ( 15,555 miliardi di euro).

Le principali prospettiv­e di sviluppo sono rappresent­ate dalla crescita della domanda per la produzione di farmaci vitali, sopratutto di sintesi chimica e biologica; la produzione a ciclo completo che va dalla fabbricazi­one di sostanze farmaceuti­che basiche sino ai farmaci; il finanziame­nto prioritari­o da parte dello Stato di prodotti per la cura delle malattie oncologich­e ( nel 2019 la produzione di tali farmaci ha ottenuto un finanziame­nto statale supplement­are di 70 miliardi di rubli, salito nel 2020 a 120 miliardi) e di medicinali anti- Covid, inclusi i vaccini.

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Il vaccino. Scatole del vaccino russo Sputnik. Lo ha approvato anche la Turchia
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(*) The European Federation of Pharmaceut­ical Industries and Associatio­ns Fonte: EFPIA the Pharmaceut­ical Industry in Figures 2020

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