La prima fiera degli Its: « Qui studiano giovani che trovano lavoro »
Ogni anno le imprese cercano 20mila diplomati provenienti dagli istituti tecnici superiori, ma ne trovano solo 5mila. Un paradosso nel paradosso, in un paese, come l’Italia, dove la disoccupazione giovanile è risalita al 33% e ci sono due milioni di ragazzi che non studiano e non lavorano ( Neet), purtroppo in aumento a causa della pandemia. Per questo occorre rilanciare, e subito, gli Its, che sono accademie del made in Italy, ma hanno numeri ancora bassi, nonostante il tasso di occupazione medio si attesti all’ 80%, con punte anche del 90100%, grazie al contatto diretto con il mondo produttivo che permette ai ragazzi di maturare competenze chiave nell’innovazione tecnologica multidisciplinare e digitale. Il tutto, rafforzando orientamento nei confronti di famiglie e docenti.
Sono questi i messaggi forti lanciati ieri nella giornata apertura degli « ITS POP DAYS » , la prima fiera virtuale, in scena fino a domani, di questo segmento di istruzione terziaria, non accademica, subito professionalizzante, decollata una decina d’anni fa e ora in pista per il salto in avanti definitivo, anche grazie al Recovery Fund che destina agli Its 1,5 miliardi in 5 anni. « Risorse che dovranno portare ad aumentare il numero di giovani iscritti, rafforzando anche il legame con i territori e i distretti produttivi di riferimento » , ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Anche il nostro giornale è pronto a fare la propria parte, con un viaggio per raccontare queste “officine del sapere tecnico” ad alto contenuto tecnologico, ha annunciato il direttore del Sole24Ore, Fabio Tamburini.
La prima sfida è infatti quella di far conoscere gli Its, ha insistito Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il capitale umano: « Bisogna - ha spiegato - formare ambasciatori degli Its partendo proprio da chi li ha frequentati » , vale a dire dagli stessi diplomati. Anche perché, ha aggiunto Giovanni Biondi, presidente di Indire, « Gli Its funzionano, sono passepartout per il lavoro, e le aziende trovano nei loro diplomati le competenze necessarie a sostenere lo sviluppo tecnologico » .
Alla prima giornata degli « ITS POP DAY » , organizzati da Confindustria, Umana e Indire, hanno partecipato migliaia tra studenti e docenti, che hanno “navigato” tra gli stand virtuali di 92 fondazioni Its iscritte tra le 109 presenti in Italia. « È il momento degli Its - ha chiosato Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana -. Sono la risposta al mismatch di competenze. Umana ha sempre creduto in questo strumento, ed ha rapporti con una trentina di Its, favorendo il placement dei ragazzi. È tempo di accelerare, e di sviluppare anche l’apprendistato. Oggi le aziende cercano profili tecnici, ma attenti alle soft skill, che oggi fanno la differenza. Le aziende cercano infatti persone a tutto tondo, dove le loro humanities, le discipline umanistiche, sono importanti. Ecco perché, in ITS POP DAYS, Umana ha deciso di donare oltre 7mila libri del Premio Campiello 2020 a tutti gli Its partecipanti che li distribuiranno ai loro iscritti » .