Oltre 300 denunce per pizzo dalle imprese siciliane
Contatti con le autorità regionali e territoriali, tre progetti in Lombardia Gridelli: « Quello che noi facciamo è investire dove ci sono carenze »
Dalla Pennsylvania all’Italia. Il gruppo di Pittsburgh Upmc, il cui acronimo sta per University of Pittsburgh Medical Center, affiliato all’università pubblica e al centro medico accademico della città, tra i principali operatori sanitari statunitensi - sia nel campo della ricerca che in quello della gestione ospedaliera - è pronto a investire in Italia. Ha un portafoglio disponibile di circa 200 milioni per la realizzazione di strutture ad alta tecnologia con circa 250 posti letto, dimensione ritenuta adeguata per fare economie di scala ma al tempo stesso non eccessivamente grandi.
Nel dossier, per il quale sono già iniziate le interlocuzioni con le autorità regionali e territoriali, ci sarebbero tre progetti in Lombardia, nelle città più grandi, e altri tre progetti nell’Italia del Centro Sud ( più precisamente Abruzzo, Umbria, Puglia o Toscana del Sud).
Per ora siamo agli studi preliminari, ma se fosse trovato un accordo, soprattutto con le Regioni, e l’iter autorizzativo procedesse senza intoppi, la fase progettuale potrebbe concludersi entro il 2021, e i nuovi ospedali potrebbero essere già pronti nel giro di due o tre anni.
« I tempi italiani sono un po’ più lunghi di quelli statunitensi - dice Bruno Gridelli, vicepresidente esecutivo di Upmc International e Country manager di Upmc in Italia - Ovviamente siamo più rapidi se gestiamo tutto noi, ma ci sono anche altre variabili. Per esempio se troviamo facilmente un accordo pubblico- privato » .
I settori di maggior interesse sono quello oncologico, con l’uso di tecnologie avanzate, e la pediatria. L’obiettivo è ovviamente andare in aree in cui c’è maggiore necessità, che è quello che il gruppo americano ha già fatto in Italia a partire dagli anni Novanta, quando decise di creare il centro tumorale a Palermo con un parternariato pubblico- privato. Il gruppo è presente anche in provincia di Avellino, a Roma e a Sud di Milano, con centri avanzati di radioterapia.
Upmc ha una lunga storia di ricerca medica. Per esempio, è il primo ad aver creato il vaccino contro la poliomelite. È una società no- profit, paragonabile a una fondazione: reinveste tutti gli utili, non ha azionisti ma un cda con la rappresentanza dei suoi sostenitori, tra cui appunto l’università di Pittsburgh. Non avendo scopi di lucro, guarda allo sviluppo della ricerca nel settore medico concentrando gli sforzi nelle zone con maggiori necessità. Come appunto l’Italia del Sud o l’Irlanda, dove il gruppo è presente da 15 anni. Upmc è presente anche in Cina e proprio ora ha come obiettivo la realizzazione di 5 ospedali da 500 posti ciascuno in cinque diverse città cinesi, tra cui Pechino e Shangai, in collaborazione con la Wanda, società cinese del real estate che finora si è occupata di grandi alberghi. Il primo centro aprirà a Chengdu nel 2022. Intanto sono stati avviate consulenze in Kazakistan.
Fino a 4 anni fa il gruppo americano operava in 10 paesi, ma poi il board ha deciso di focalizzarsi meglio su alcune zone per non disperdere le energie. In Italia potrebbero essere portati avanti progetti altamente avanzati in campo oncologico, nell’immunoterapia e nella chirurgia robotica, anche dedicandosi ai bambini.
« La nostra filosofia è diversa rispetto a quella di molte altre strutture americane, che si basano sulla capacità di attrarre e ospitare pazienti provenienti da altre parti del del mondo - sottolinea Gridelli - Quello che noi facciamo è andare dove ci sono carenze, supportare i territori, ovviamente con progetti sostenibili finanziariamente » .