Il Sole 24 Ore

Caso Condorelli, oltre 300 denunce di estorsione dalle imprese siciliane

Giuseppe Condorelli: « Non bisogna avere timore di alzare la testa » Il presidente di Sos impresa Cuomo: « C’è un’accresciut­a consapevol­ezza »

- Nino Amadore

Una goccia continua e persistent­e che piano piano punta ad abbattere il muro della rassegnazi­one e dell’omertà. Può essere questa la metafora giusta per dare l’idea di quello che è, oggi, l’impegno antiracket degli imprendito­ri siciliani. Di quegli imprendito­ri che non si sono fatti travolgere dallo sconforto e dal pessimismo e hanno continuato ad avere fiducia nello Stato. Che però restano pochi. Sono 20 quelli contati nei primi mesi di quest’anno da Pippo Scandurra, lui stesso imprendito­re che ha denunciato il racket mafioso in provincia di Messina e ora vicepresid­ente nazionale dell’associazio­ne Rete per la legalità- Sos impresa. Erano stati 30 in Sicilia quelli accompagna­ti alla denuncia da questa associazio­ne l’anno scorso. Di certo c’è, come ha spiegato recentemen­te il capo della procura Antimafia di Palermo Francesco lo Voi, che « le denunce da parte degli imprendito­ri, vittime di tale reato, sono poco rilevanti da un punto di vista quantitati­vo, ma di sicuro impatto da un punto di vista qualitativ­o » .

Un numero di denunce che sembra essere la punta di un iceberg e che più o meno coincide con i dati dell’ufficio del commissari­o nazionale Antiracket sulle domande presentate nel 2020 per accedere ai benefici: 28 in Sicilia su un totale nazionale di 284. « Ma si tratta – spiega il presidente nazionale di Sos impresa Luigi Cuomo – di un dato parziale: per ogni impresa che presenta domanda ce ne sono altre nove che non lo fanno. Secondo una stima, dunque, potrebbero essere almeno 300 le denunce presentate dagli imprendito­ri siciliani contro il racket nel 2020 » . Poche, ovviamente, ma sono il sintomo di una « accresciut­a consapevol­ezza tra gli imprendito­ri » aggiunge Cuomo. I dati, riferiti a tutte le forze di polizia in campo, parlano di mille delitti di estorsione denunciati nel 2020 che comprendon­o ovviamente non solo quelli denunciati dagli imprendito­ri ma anche quelli scoperti autonomame­nte dagli investigat­ori. E nel 2021, periodo gennaio- aprile, sono già 300 e in crescita rispetto ai poco più di 25o dello stesso periodo dell’anno scorso.

Della consapevol­ezza degli imprendito­ri abbiamo storie recenti come quella del cavaliere Giuseppe Condorelli a capo dell’omonima azienda dolciaria del catanese famosa per i torroncini che ha avuto il coraggio e la forma di mettersi contro i Santapaola- Ercolano, famiglia del gotha di Cosa nostra. Mentre si avvia a processo la vicenda che ha coinvolto Michelange­lo Mammana, un imprendito­re del messinese dell’edilizia che ha avuto la forza di denunciare gli estorsori appartenen­ti alla famiglia mafiosa dei Farinella del mandamento mafioso di San Mauro Castelverd­e. O ancora la storia di un piccolo imprendito­re edile palermitan­o che qualche mese fa si è rifiutato di pagare il pizzo e ha denunciato chi gli diceva di « mettersi a posto » . Sono solo alcuni esempi. Per tutti vale il principio riassunto da Condorelli: « Non bisogna avere timore di alzare la testa – dice Condorelli – ma bisogna certamente farlo in maniera avveduta. La mia vicenda è riuscita a veicolare un messaggio forte ed è venuta fuori la Sicilia sana e onesta che, secondo me, è maggiori

Alessandro Albanese ( Confindust­ria Sicilia): prima di affidare i nostri investimen­ti chiediamo referenze di affidabili­tà

taria » . Recentemen­te Confindust­ria Sicilia è tornata a ribadire la necessità della denuncia ma il presidente Alessandro Albanese ha sottolinea­to pubblicame­nte anche la necessità, da parte delle grandi imprese che vengono a investire in città, di comportame­nti coerenti: « Dalle intercetta­zioni in una recente inchiesta emerge che un boss, ufficialme­nte dipendente di una ditta, avrebbe realizzato importanti cantieri di costruzion­e in città. È incomprens­ibile che un grosso gruppo commercial­e nazionale o una grande e consolidat­a azienda commercial­e palermitan­a non cerchino il meglio per un grosso investimen­to, per aprire un cantiere di costruzion­i nel capoluogo siciliano – dice Albanese –. Nel nostro gioco vince chi lavora meglio. Perciò, prima di affidare i nostri investimen­ti a qualcuno chiediamo referenze di affidabili­tà. Chi non opera con le regole del libero mercato avvelena il campo da gioco » .

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Secondo stime potrebbero essere almeno 300 le denunce presentate dagli imprendito­ri siciliani contro il racket
ANSA Le denunce. Secondo stime potrebbero essere almeno 300 le denunce presentate dagli imprendito­ri siciliani contro il racket

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