Il Sole 24 Ore

Aiop: « Puntiamo su ospedali di comunità »

L’associazio­ne della sanità privata ha avviato il dialogo con i vertici della Lombardia

- S. Mo.

Pelissero ( Aiop): Mancano centri per le cure leggere, ospedali medi che alleggeris­cano le grandi strutture

Mentre in Lombardia si ragiona di riforma sanitaria - con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia a causa dell’emergenza vaccinale - anche i privati provano a dire la loro. L’associazio­ne della sanità privata Aiop Lombardia ( la più forte in Italia con 42 strutture ospedalier­e, 3 centri di riabilitaz­ione, 35 Rsa e 4 Irccs) ha avviato il dialogo con i vertici regionali proponendo di aiutare il settore pubblico a colmare la grande lacuna messa in evidenza dalla pandemia: la medicina territoria­le. E per la medicina territoria­le l’Aiop ha una sua idea precisa: « Non mancano gli ambulatori con attività specialist­iche, in quello la Lombardia è molto presente - dice Gabriele Pelissero, presidente emerito dell’Aiop Lombardia - Mancano piuttosto centri per le cure “leggere”, ospedali di media intensità che alleggeris­cano i centri più grandi, almeno del 20- 30% dei ricoveri » . Su questo punto l’Aiop sembra pronta a fare una sua proposta: realizzare o gestire nuovi ospedali “di comunità”.

La proposta

Non c’è ancora un numero definito di quanti potrebbero essere, tuttavia si parla di un ospedale per distretto. E i distretti dovrebbero diventare 150, uno ogni 60mila abitanti. Anche l’investimen­to sarebbe da quantifica­re, e non senza il supporto del pubblico, chiamato in causa dall’Aiop: « Dovremmo in tal caso rivedere i finanziame­nti, siamo disponibil­i a parlarne e comunque a sostenere il pubblico anche nello smaltiment­o delle liste d’attesa. Ma è chiaro che il paese deve invertire la rotta dei tagli al sistema sanitario. In Italia - ricorda Pelissero - investiamo il 6,4% del Pil, in Francia e in Germania sono al 9% » .

Il concetto è: più servizi, più risorse. Per quanto riguarda le liste d’attesa da smaltire l’Aiop Lombardia ritiene di riuscire a preparare un « progetto industrial­e in un mese » , dice Pelissero, mentre per quanto riguarda le strutture ospedalier­e di comunità « con una guida centrale potrebbero essere realizzate in 2- 3 anni » .

L’Aiop si propone anche sul fronte del supporto ai medici di medicina generale, finiti sotto la lente durante la pandemia, della telemedici­na e dell’assistenza domiciliar­e - considerat­a quest’ultima la grande assente durante il Covid.

Il contributo

Un contributo che la Regione Lombardia dovrà valutare, anche sul fronte finanziari­o. Le linee guida della riforma intanto, almeno a inizio anno, sembravano essere incentrate su un maggiore accentrame­nto dei controlli ( anche se l’idea di un’agenzia Zero di ispirazion­e veneta sembra accantonat­a); una maggiore presenza di strutture sul territorio per le cure intermedie ( appunto); la revisione del sistema di finanziame­nto dei privati, che secondo una parte dei tecnici regionali potrebbe essere integrato con la valutazion­e dei risultati. Ma su quest’ultimo punto è atteso un braccio di ferro tra pubblico e privato. E in Lombardia le richieste della sanità privata hanno un certo peso.

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