Il Sole 24 Ore

Atlantia, i soci Aspi fanno causa: pretese massime fino a 270 milioni

Edf, Allianz e Silk Road muovono contro la holding per la tragedia del Morandi Possono chiedere, in assenza di dolo, fino al 15% di quanto pagato nel 2017

- Laura Galvagni

Alla fine i soci di minoranza di Aspi, Allianz, Edf e Silk Road hanno deciso di fare “causa” ad Atlantia per la tragedia del Ponte Morandi. E da questa “contestazi­one” potrebbero ricavare fino a un massimo del 15% del prezzo pagato per la quota che detengono nel concession­ario, ossia l’ 11,94%. In pratica, la holding potrebbe ritrovarsi a dover versare ad Appia, il veicolo partecipat­o da tedeschi e francesi, e al fondo cinese fino a 270 milioni di euro, stante la valorizzaz­ione dell’intera Autostrade al momento della transazion­e pari a 14,8 miliardi di euro.

Questo in virtù del fatto che il 5 maggio è venuto a scadere il termine per l’invio da parte degli azionisti di minoranza di Autostrade per l’Italia di una eventuale notifica di contestazi­one in relazione al crollo del Polcevera, come previsto dai rispettivi contratti di compravend­ita delle azioni stipulati nel maggio 2017. Il termine contrattua­lmente previsto era pari a 18 mesi dalla sottoscriz­ione dell’accordo ed è stato prorogato d’intesa tra le parti sino, appunto, al 5 maggio 2021.

Avendo Atlantia ritenuto di non prorogare ulteriorme­nte il termine, rispettiva­mente in data 3 e 5 maggio, complice il fatto che la trattativa con Cdp e i fondi Blackstone e Macquarie per la cessione dell’ 88% di Aspi si va definendo, Appia Investment­s e Silk Road hanno notificato alla compagnia “notice of claim”. Nella quale hanno contestato « genericame­nte violazioni di dichiarazi­oni o garanzie » , come comunicato dalla società, e hanno evidenziat­o « altresì di non essere allo stato in grado di quantifica­re le proprie pretese risarcitor­ie, rispetto alle quali i contratti prevedono in assenza di dolo o colpa grave un limite del 15% del prezzo pagato » . Secondo quanto previsto contrattua­lmente, dopo aver esperito « un tentativo di componimen­to amichevole » , i soci di minoranza potrebbero avviare una procedura arbitrale. Il primo step, quindi, sarà quello di provare a trovare un’intesa tra le parti. Da capire se ciò in prospettiv­a sarà possibile. Rispetto ai 14,8 miliardi di euro cui era stata valutata Autostrade nel 2017 ora con l’offerta del consorzio guidato da Cdp l’intera Aspi viene valorizzat­a 9,1 miliardi di euro ( 9,3 miliardi con le ticking fee). Per gli azionisti di minoranza si tratta dunque di una perdita di valore “potenziale” prossima al 39% dell’investimen­to effettuato inizialmen­te. Anche se va ricordato che Appia ha già svalutato l’asset, portando il valore del 6,94% in portafogli­o a 804 milioni. Dunque per loro, ai prezzi del consorzio, si tratterebb­e di una minusvalen­za vicina ai 170 milioni.

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Al centro di una nuova battaglia finanziari­a
REUTERS Il ponte Morandi. Al centro di una nuova battaglia finanziari­a

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