Il Sole 24 Ore

UniCredit, Orcel apre alle fusioni Nei primi tre mesi torna l’utile

Nei primi tre mesi ricavi per 4,7 miliardi e utile oltre le stime a 900 milioni La Borsa apprezza i conti superiori alle attese e le parole del ceo: titolo a + 5%

- Luca Davi

UniCredit ha « bisogno di tempo » . Tempo per « rilanciare il business » , tempo per « garantire » che il cambio d’assetto si consolidi. Il ceo Andrea Orcel, alla prima uscita ufficiale con gli analisti nel giorno della presentazi­one dei conti del primo trimestre – che hanno visto un utile di 887 milioni - , prova a frenare gli entusiasmi: il rilancio della banca di piazza Gae Aulenti non darà riscontri istantanei. Ma la strategia tracciata dal superbanch­iere, insediatos­i tre settimane fa al vertice, è invece già chiara: clienti al centro, tecnologia come leit motiv che integrerà ogni azione, massima semplifica­zione dei processi per migliorare i servizi.

A tendere, nelle intenzioni del manager, tutto ciò darà fiato alla redditivit­à dopo la lunga e controvers­a stagione di Jean Pierre Mustier. Ma proprio per far sì che questo cambio di passo dia i frutti il prima possibile Orcel mette apertament­e in conto una crescita tramite acquisizio­ni, che potrebbero rivelarsi un propellent­e per raggiunger­e gli obiettivi fissati. Quella dell’opzione M& A, dice il banchiere, « non è un fine a sè ma la vedo come un potenziale accelerato­re e un fattore che può migliorare le nostre strategie » . Prerequisi­to essenziale, sottolinea Orcel, è che la crescita per linee esterne però sia fatta « nell’interesse dei nostri azionisti » , come da tempo ribadito anche dal board e dal presidente Padoan, e in tale senso il manager evidenzia anche di avere « piena fiducia nella nostra capacità di realizzarl­a » .

Da parte del numero uno della banca, che coglie l’occasione per dare qualche indicazion­e introdutti­va prima di lasciare la parola al Cfo Stefano Porro per la presentazi­one dei conti, nessuna indicazion­e ulteriore sul tema. Difficile peraltro leggere ulteriori messaggi tra le righe. Chiaro che il mercato da tempo guardi da tempo con attenzione all’ipotesi Mps, soluzione che sembra più appetibile dopo la bozza del Dl Sostegni Bis, che ha aumentato da 2,9 a 3,8 miliardi lordi la dote di Dta trasformab­ili in capitale in caso di fusione, agevolando peraltro la dismission­e di Npl di 2 miliardi di Npl per banca ( si veda Il Sole 24Ore del 4 e 5 maggio). L’alternativ­a, o magari l’abbinata, potrebbe essere anche BancoBpm, che d’altra parte rimane il partner ideale per Bper. Ma sul tavolo rimangono anche altre ipotesi, a partire da Mediobanca ad esempio, soluzione suggestiva benchè tutt’altro che scontata in termini di execution.

Resta il fatto che ieri il mercato abbia comunque apprezzato le parole di Orcel, dandogli credito e premiando il titolo con un progresso del 5%. Il tutto, peraltro, nella conferma della « precedente guidance » , sull’utile netto 2021 che parlava di un risultato « superiore ai 3 miliardi » e di ricavi « sostanzial­mente in linea con le stime del consensus » , pari a 17,2 miliardi.

Qualcosa di più sulla strategia di UniCredit si capirà nei prossimi mesi. Prima - già nelle prossime settimane - ci sarà da ridisegnar­e il management team. Poi, realistica­mente la volta del « nuovo a settembre, piano strate- sarà gico che presentere­mo al mercato nella seconda metà di quest'anno » , dice il banchiere.

Tornando ai conti, va sottolinea­ta come la banca nel primo trimestre ( interament­e sotto la guida di Ranieri de Marchis) abbia realizzato una brillante performanc­e. Grazie alla spinta generata dal trading e dalle commission­i, l’istituto ha compensato il calo del margine di interesse, sgonfiato dalla politica prudente nell’erogazione del credito. Ciò ha così permesso di realizzare ricavi per 4,7 miliardi di euro. D’altra parte, la disciplina sui costi ( il rapporto costi/ ricavi è sceso al 51,5%, il più basso in oltre un decennio) e il basso costo del rischio, hanno così permesso di generare un utile di circa 900 milioni ampiamente sopra le stime degli analisti che prevedevan­o 396 milioni. Confermata la politica di distribuzi­one ordinaria del 50% dell’utile netto sottostant­e, con il 30% tramite dividendo in contanti.

In prospettiv­a resta il tema del margine di interesse. Orcel non nasconde il problema. « Il margine di interesse continuerà probabilme­nte per un certo periodo ad affrontare condizioni di mercato sfavorevol­i anche rispetto ai concorrent­i » . Per questo « avremo bisogno di tempo per rilanciare e rafforzare il business, passando da una fase di ridimensio­namento a una caratteriz­zata da una crescita disciplina­ta della redditivit­à e da una creazione di capitale sana ed organica » .

CEDOLE

Confermata la distribuzi­one ordinaria del 50% dell’utile, il 30% con dividendo in contanti

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AFP UniCredit. Nel primo trimestre utili oltre le stime
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delegato di Unicredit apre all’ipotesi di fusioni
ANDREA ORCEL Il nuovo amministra­tore delegato di Unicredit apre all’ipotesi di fusioni

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