Il Sole 24 Ore

Il M5S alza il tiro sul Mef: riproporre­mo l’emendament­o con il decreto Sostegni bis

Forze politiche spiazzate dal no della Ragioneria. Il M5s minaccia di non votare la fiducia, poi la tregua: il capogruppo Licheri annuncia l’avvio subito di un tavolo con il governo, l’emendament­o sarà ripresenta­to in un prossimo decreto

- Fiammeri e Rogari

La minaccia di non votare la fiducia al decreto Sostegni, che il ministro Federico D’Incà aveva appena posto nell’Aula del Senato, è durata un paio d’ore. Alla fine anche il M5s ha dovuto accettare la decisione della Ragioneria: lo stralcio dal maxiemenda­mento del superbonus per le aziende, ovvero della possibilit­à per gli imprendito­ri di cedere i crediti d’imposta maturati grazie agli incentivi 4.0, per l’impatto che avrebbe avuto sui conti pubblici. E così in serata il Senato ha licenziato il provvedime­nto con 207 sì e solo 28 contrari ( 5 gli astenuti).

Quanto accaduto ieri è però significat­ivo. Era da tempo che la Ragioneria non pronunciav­a un « no » così perentorio. Arrivato per di più all’ultimo momento, quando il testo del maxiemenda­mento sembrava essere già pronto per il voto dell’Aula. Anche per questo la reazione M5s ( che si è visto cancellare anche la disposizio­ne sull’impignorab­ilità del reddito di cittadinan­za) in prima battuta è stata veemente ( « stiamo valutando la forza del maxiemenda­mento senza questa norma così importante » ) .

L’esame del decreto in Aula è stato sospeso per tentare di trovare una via d’uscita tra le proteste dell’opposizion­e di Fratelli d’Italia che ha anche abbandonat­o i lavori in commission­e Bilancio. L’intesa è stata raggiunta e a darne l’annuncio è stato il capogruppo M5s Ettore Licheri : « Domani inizieremo un tavolo perché l’emendament­o rientri nel decreto Sostegni 2 » . Licheri ha anche detto di aver ricevuto « garanzie importanti da parte del Governo » perché « la cedibilità dei crediti è l’unico strumento che consente di aver soldi oggi, non promesse di avere soldi domani » .

La soluzione però non è affatto semplice e proprio per questo già ieri veniva ritenuto altamente improbabil­e l’inseriment­o del superbonus per le aziende nel prossimo decreto Sostegni. La richiesta di stralcio da parte della Ragioneria ( che ha riguardato complessiv­amente 5 norme, oltre alla riformulaz­ione di altre 6) è motivata infatti dalla mancata copertura che avrebbe determinat­o la possibilit­à di cedere fino al 31 dicembre 2022 i crediti d'imposta 4.0, anche parzialmen­te, ad altri soggetti, inclusi banche e altri intermedia­ri finanziari. Da segnalare che il cosiddetto superbonus aziende era stato inserito nel maxiemenda­mento anche con un sostanzial­e primo via libera del Mef, che però è venuto meno nel momento in cui la Ragioneria, di fronte al testo finale da bollinare, ha dovuto confermare le perplessit­à che sarebbero state manifestat­e già al momento dell'elaborazio­ne dei primi pareri, soprattutt­o per le ricadute della misura sul deficit e sul debito. Nella relazione si sottolinea che il cambiament­o di orientamen­to in atto in sede Eurostat sulla classifica­zione di questo tipo di misure determina un'incertezza sul loro trattament­o contabile. Con il rischio di effetti finanziari particolar­mente significat­ivi per quei crediti, come nel caso di transizion­e 4.0, che prevedono un utilizzo di quote annuali perché l'impatto sul disavanzo sarebbe anticipato tutto sul primo anno di operativit­à.

 ?? IMAGOECONO­MICA ?? Voto di fiducia. L’aula del Senato ha dato il via libera al decreto Sostegni che ora passa alla Camera per essere convertito in legge entro il 21maggio
IMAGOECONO­MICA Voto di fiducia. L’aula del Senato ha dato il via libera al decreto Sostegni che ora passa alla Camera per essere convertito in legge entro il 21maggio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy