Il Sole 24 Ore

Usa, per Big Pharma in gioco 18 miliardi di $

I produttori americani hanno potuto contare su consistent­i aiuti pubblici

- Marco Valsania

L’industria farmaceuti­ca, a cominciare dagli Stati Uniti, boccia la proposta dell’amministra­zione Biden di « sospendere » i brevetti sui vaccini antiCovid. E avverte che questo non aumentereb­be produzione e distribuzi­one nel mondo. Mentre rischiereb­be, creando un precedente, di disincenti­vare ricerca, sviluppo e manifattur­a di futuri farmaci.

L’associazio­ne di settore Pharmaceut­ical Research and Manufactur­ers of America ha denunciato « un passo senza precedenti che minerà la nostra risposta globale alla pandemia e compromett­erà la sicurezza » . E « consegnerà innovazion­e americana a Paesi che cercano di erodere la nostra leadership nelle scoperte biomedical­i » . Le case sottolinea­no quali ostacoli alla diffusione dei vaccini su scala globale semmai nodi tecnologic­i e di approvvigi­onamento di componenti. Il duello tra Casa Bianca e Big Pharma ha trovato eco a Wall Street, dove titoli da Pfizer a Moderna hanno oscillato nervosamen­te in ribasso. La partita resta aperta: la WTO deve anzitutto raggiunger­e un accordo unanime per alterare regole sulla proprietà intellettu­ale, o Trips. Ma i fautori della proposta incalzano le imprese. Invitano a dar seguito a una deroga sui brevetti con trasferime­nti di know how e tech a fronte di questa e di prossime pandemie. E la posizione delle associazio­ni imprendito­riali nel clima di emergenza è stata definita “debole” anche sul Wall Street Journal, con osservator­i che prospettan­o quantomeno maggiori aperture aziendali e coordiname­nto.

Gli interessi in gioco sono innegabili. I vaccini non sono un tradiziona­le motore di profitti per il Pharma. Le formule anti- Covid promettono decine di miliardi di dollari di vendite e miliardi di utili, almeno nell’immediato: Moderna ha riportato ieri il suo primo utile trimestral­e, 1,22 miliardi, su vendite da 1,94 miliardi ( 1,73 dal vaccino) contro 8 milioni l’anno scorso. Si aspetta un fatturato annuale di 19,2 miliardi.

Pfizer, che con la tedesca BioNTech a sua volta guadagna sul vaccino, ha riportato una forte crescita trimestral­e e alzato da 15 a 26 miliardi le previsioni di entrate 2021 solo da vaccino. BioNTech pronostica 10 miliardi per l’anno, J& J almeno 10. La scommessa è poi su una domanda solida in futuro, tra richiami e preparativ­i per ripetute pandemie. Le aziende che ora rinunciano a fare utili sul vaccino anti Covid ( ma non sul resto), quali J& J e AstraZenec­a, potrebbero però guadagnare nel post- emergenza.

La polemica sull’atteggiame­nto del Pharma è aggravata dal supporto pubblico ricevuto. Cifre difficili da calcolare ma ingenti. Nel 2020 Airfinity aveva stimato “iniezioni” governativ­e occidental­i avvenute per oltre 9 miliardi solo in ricerca e sviluppo ma, interpella­ta su aggiorname­nti, risponde che stime sono « difficili » . A conti fatti potrebbero essere molto più alte. L’americana Operation Warp Speed, ora riassorbit­a, ha stanziato 18 miliardi compresi pre- ordini, oltre sei miliardi in R& D. Berlino a settembre ha stanziato 891 milioni di finanziame­nti per BioNTech, CureVac e IDT Biologika. Londra, con un piano vaccinale da 16 miliardi, ha versato oltre 53 milioni per la ricerca di AstraZenec­a, quasi tutta finanziata da pubblico e donazioni. E 118 milioni a istituzion­i quali Oxford e Imperial College. Senza contare la ricerca pubblica già esistente: i vaccini con Rna messaggero fanno leva su brevetti degli Istituti Nazionali di Sanità Usa.

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