Usa, per Big Pharma in gioco 18 miliardi di $
I produttori americani hanno potuto contare su consistenti aiuti pubblici
L’industria farmaceutica, a cominciare dagli Stati Uniti, boccia la proposta dell’amministrazione Biden di « sospendere » i brevetti sui vaccini antiCovid. E avverte che questo non aumenterebbe produzione e distribuzione nel mondo. Mentre rischierebbe, creando un precedente, di disincentivare ricerca, sviluppo e manifattura di futuri farmaci.
L’associazione di settore Pharmaceutical Research and Manufacturers of America ha denunciato « un passo senza precedenti che minerà la nostra risposta globale alla pandemia e comprometterà la sicurezza » . E « consegnerà innovazione americana a Paesi che cercano di erodere la nostra leadership nelle scoperte biomedicali » . Le case sottolineano quali ostacoli alla diffusione dei vaccini su scala globale semmai nodi tecnologici e di approvvigionamento di componenti. Il duello tra Casa Bianca e Big Pharma ha trovato eco a Wall Street, dove titoli da Pfizer a Moderna hanno oscillato nervosamente in ribasso. La partita resta aperta: la WTO deve anzitutto raggiungere un accordo unanime per alterare regole sulla proprietà intellettuale, o Trips. Ma i fautori della proposta incalzano le imprese. Invitano a dar seguito a una deroga sui brevetti con trasferimenti di know how e tech a fronte di questa e di prossime pandemie. E la posizione delle associazioni imprenditoriali nel clima di emergenza è stata definita “debole” anche sul Wall Street Journal, con osservatori che prospettano quantomeno maggiori aperture aziendali e coordinamento.
Gli interessi in gioco sono innegabili. I vaccini non sono un tradizionale motore di profitti per il Pharma. Le formule anti- Covid promettono decine di miliardi di dollari di vendite e miliardi di utili, almeno nell’immediato: Moderna ha riportato ieri il suo primo utile trimestrale, 1,22 miliardi, su vendite da 1,94 miliardi ( 1,73 dal vaccino) contro 8 milioni l’anno scorso. Si aspetta un fatturato annuale di 19,2 miliardi.
Pfizer, che con la tedesca BioNTech a sua volta guadagna sul vaccino, ha riportato una forte crescita trimestrale e alzato da 15 a 26 miliardi le previsioni di entrate 2021 solo da vaccino. BioNTech pronostica 10 miliardi per l’anno, J& J almeno 10. La scommessa è poi su una domanda solida in futuro, tra richiami e preparativi per ripetute pandemie. Le aziende che ora rinunciano a fare utili sul vaccino anti Covid ( ma non sul resto), quali J& J e AstraZeneca, potrebbero però guadagnare nel post- emergenza.
La polemica sull’atteggiamento del Pharma è aggravata dal supporto pubblico ricevuto. Cifre difficili da calcolare ma ingenti. Nel 2020 Airfinity aveva stimato “iniezioni” governative occidentali avvenute per oltre 9 miliardi solo in ricerca e sviluppo ma, interpellata su aggiornamenti, risponde che stime sono « difficili » . A conti fatti potrebbero essere molto più alte. L’americana Operation Warp Speed, ora riassorbita, ha stanziato 18 miliardi compresi pre- ordini, oltre sei miliardi in R& D. Berlino a settembre ha stanziato 891 milioni di finanziamenti per BioNTech, CureVac e IDT Biologika. Londra, con un piano vaccinale da 16 miliardi, ha versato oltre 53 milioni per la ricerca di AstraZeneca, quasi tutta finanziata da pubblico e donazioni. E 118 milioni a istituzioni quali Oxford e Imperial College. Senza contare la ricerca pubblica già esistente: i vaccini con Rna messaggero fanno leva su brevetti degli Istituti Nazionali di Sanità Usa.