Il Sole 24 Ore

Legge « lIbera sindaci » contro la crisi vocazional­e

- — Gianni Trovati

A Roma il voto per il Campidogli­o ha generato fin qui più fughe che corse alla candidatur­a, con la ( a questo punto nobile) eccezione di Carlo Calenda. A Milano Beppe Sala, che ha sciolto la riserva dopo lungo pensare, non sa ancora chi sarà lo sfidante di centrodest­ra, visto il « niet » di Gabriele Albertini. A Torino Chiara Appendino ha fatto sapere da tempo che un mandato a Palazzo di Città le è più che sufficient­e, e non si sa chi proverà a sostituirl­a. A Napoli Antonio Bassolino, inanellata l’assoluzion­e numero 19 su altrettant­i processi a carico, è stato a lungo da solo sulla scena dove negli ultimi giorni sono saliti Alessandra Clemente e Sergio D’Angelo. Tutte autocandid­ature, perché tranne Iv che schiera Gennaro Migliore i partiti tacciono. E la crisi delle vocazioni è ancora più profonda in tanti dei 1.300 Comuni medi e piccoli attesi al voto di ottobre.

Per contrastar­la, si muove in Parlamento la legge promossa dall’Anci e intitolata « liberiamo i sindaci » ( primo firmatario Roberto Pella, Fi), spinta dalle firme di 4mila primi cittadini in calce all’appello sulla revisione di compiti e responsabi­lità. La legge, che dopo la lunga stasi emergenzia­le è passata all’esame del comitato ristretto nelle commission­i I e V della Camera, vuole rimettere ordine nelle norme che spesso portano i sindaci a rispondere di reati come l’omicidio colposo quando c’è un’alluvione, cade un albero o ci sono disordini in piazza. Pare che la moglie di Albertini abbia minacciato il divorzio in caso di candidatur­a del marito. Non ha tutti i torti.

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