Per le crisi aziendali spunta il nome di Reboani
Spunta il nome dell’economista del lavoro Paolo Reboani come coordinatore della struttura del ministero dello Sviluppo economico per la gestione dei tavoli di crisi aziendale. Fonti politiche e del ministero del Lavoro, dove Reboani è stato nominato nel 2017 dirigente con compiti di analisi, studio e consulenza, ne danno il nome in pole position anche se non arrivano ancora conferme dal ministero dello Sviluppo ( Mise). Lo scorso 14 aprile il titolare del Mise, l’esponente della Lega Giancarlo Giorgetti, ha avviato la procedura di selezione con scadenza per presentare le domande fissata al 20 aprile. Sarebbero state oltre 150 le candidature esaminate. È previsto un incarico a durata annuale e un compenso lordo annuo di 150mila euro.
Reboani ha un lungo curriculum di esperto nelle materie del lavoro, anche accanto a ministri di centro- destra. È stato consigliere e responsabile della segreteria tecnica del ministro del Lavoro tra il 2001 e il 2006 durante i governi Berlusconi con il leghista Roberto Maroni alla guida del dicastero. Successivamente ha svolto lo stesso ruolo con il ministro Maurizio Sacconi, all’epoca esponente del Popolo della libertà. È stato tra l’altro sherpa al G8 e al G20 sulle politiche del lavoro e componente del comitato occupazione dell’Ocse. Se le indiscrezioni saranno confermate, bisognerà verificare sul campo il grado di intesa tra Reboani e la viceministra del Mise Alessandra Todde, esponente del Movimento Cinque Stelle, che ha ricevuto la delega dal ministro sulle crisi aziendali.