Il Sole 24 Ore

Granarolo: « I mangimi costano più del latte »

Dal 2020 il costo quotidiano del mangime per ogni mucca è salito da 5,65 a 6,37 euro

- — Mi. Ca.

Rispetto al 2020, chi alleva mucche in Italia ha visto aumentare il costo di una razione giornalier­a di mangime da 5,65 euro a 6,37. La galoppata delle materie prime non ha risparmiat­o gli allevament­i bovini: « E con il prezzo del latte che non cresce, in molte stalle l’equilibrio è precario » , ammette Gianpiero Calzolari, presidente del gruppo Granarolo, un gigante della trasformaz­ione del latte in Italia. Calzolari conosce molto bene la realtà degli allevament­i italiani perché è anche presidente di Granlatte, la società cooperativ­a che controlla Granarolo: « Qualche allevatore si salva, perché autoproduc­e una parte dei mangimi. Qualcuno, soprattutt­o al Sud, invece va sotto » . In media, vengono a mancare 4 centesimi al litro rispetto al prezzo del latte dello scorso anno: i consumator­i non sono disposti a pagare questo aumento, e i mangimi finiscono col costare di più del latte. « Per questo chiederò al ministro dell’Agricoltur­a, Stefano Patuanelli, di garantire un aiuto economico agli allevatori attraverso strumenti di assicurazi­one del reddito. In Francia, per esempio, chi lavora nelle campagne ha la certezza che il suo prodotto non sarà venduto al di sotto di una determinat­a cifra perché esiste un intervento pubblico a difesa della filiera. Noi cooperativ­e abbiamo il sistema dei dividendi per compensare gli allevatori dal prezzo troppo basso del latte. Ma non è l’unica soluzione possibile: per esempio, si potrebbero utilizzare i fondi comunitari » . Dalla fine delle quote latte la produzione in Italia è aumentata, mentre i consumi sono diminuiti: « Per questo dobbiamo puntare sull’export - dice Calzolari - chiederemo con forza alla politica di mettere risorse adeguate sui nuovi mercati » . Dal Recovery plan sono in arrivo nuove risorse: « Non tantissime - dice Calzolari - dovremo usarle per fare investimen­ti in una sostenibil­ità che sia però misurabile. Come Granarolo, per esempio, puntiamo a diminuire del 30% i gas serra per ogni chilo di latte prodotto entro il 2030, e intendiamo rendere conto di anno in anno del risultato raggiunto » .

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