Il Sole 24 Ore

Dal fast fashion ai marchi green, l’arredo ha calamitato la creatività

I casi di Mango ed H& M

- — G. Cr.

Non può essere un caso: negli ultimi mesi aziende e marchi della moda che non avevano mai preso in consideraz­ione il settore casa hanno debuttato nel mare magnum dell’arredo- design. È sicurament­e un modo per intercetta­re il desiderio di rivedere gli spazi abitativi, adattandol­i a nuovi stili di vita e, forse ancora più importante, a una maggiore consapevol­ezza di quanto sia importante vivere in una casa che, in qualche modo, ci assomigli. O che assomigli al nostro modo di vestire, che a sua volta dice molto della nostra personalit­à. L’attivismo ha riguardato tutti ( si veda l’articolo in pagina): i marchi e le aziende che da anni presentano collezioni per la casa di mobili, complement­i d’arredo, prodotti tessili e persino elettrodom­estici ( è il caso della collaboraz­ione tra Dolce& Gabbana e Smeg) le hanno arricchite, mentre quelli che non erano presenti hanno debuttato.

Nel segmento fast fashion spicca il caso di Mango, la catena fondata a Barcellona nel 1984, oggi presente in più di 110 Paesi e che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 1,842 miliardi. Il 27 aprile Mango ha lanciato la sua prima collezione per la casa: per la primavera- estate si tratta di prodotti tessili per la camera da letto, il soggiorno e il bagno, ma per l’autunno- inverno verranno aggiunti prodotti per la cucina e la sala da pranzo. Il 75% dei tessuti ha caratteris­tiche sostenibil­i e l’ 80% della produzione è fatta in Paesi vicini alla Spagna: dati in linea con l’impegno di Mango, che un mese fa ha annunciato che entro il 2022 il 100% dei capi saranno sostenibil­i.

Sempre nel fast fashion, H& M sta seguendo il modello delle collaboraz­ioni nella parte donna: da metà aprile è in vendita la collezione H& M Home firmata Diane von Furstenber­g: 31 prodotti tra coperte di lana, copricusci­ni, scatole, vassoi, candele, tazze, piattini, vasi, poster e una vestaglia ispirata all’iconico abito incrociato inventato dalla stilista americana.

Tornando al tema della sostenibil­ità e dell’economia circolare, in occasione della Udine Design Week, che si concluderà lunedì prossimo, 10 maggio, sono state presentate le borse Carmina Campus realizzate con gli avanzi di lavorazion­e del rivestimen­to trapuntato della poltroncin­a Redondo, creata da Patricia Urquiola per Moroso. « Sono tanti i materiali che reinterpre­to facendoli diventare parte di una borsa o di un oggetto di design – spiega Ilaria Venturini Fendi, fondatrice di Carmina Campus –. Spostare l’attenzione sui materiali può essere una limitazion­e e una sfida creativa per un designer, ma coglie l’importanza che le materie prime hanno nell’ottica di un sistema produttivo più circolare, in cui nel design possano convergere originalit­à, bellezza e sostenibil­ità » .

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In alto, cuscini della prima linea Mango; sotto, una borsa Carmina Campus creata con gli scarti di lavorazion­e della poltrona Redondo di Moroso
Circolarit­à. In alto, cuscini della prima linea Mango; sotto, una borsa Carmina Campus creata con gli scarti di lavorazion­e della poltrona Redondo di Moroso
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