Creval- Agricole, duello sull’uscita di Lovaglio
L’Opa è chiusa con successo da giorni ( dal 28 aprile il Crédit Agricole Italia è il nuovo proprietario con oltre il 90% del capitale della banca), ma tra i vertici del Creval e quelli del Credit Agricole Italia ancora non c’è intesa sul passaggio del testimone. Anche ieri, giorno dei risultati trimestrali, dal board della banca non sono giunte le dimissioni da parte del ceo Luigi Lovaglio nè da parte di altri membri del board ( tra cui quelli di Assogestioni) come da più parti invece si attendeva. Di converso il board della banca valtellinese ha dato mandato al presidente di Alessandro Trotter di convocare per il 18 giugno la nomina del nuovo Cda che sarà targato Credit Agricole. Il Cda Creval - nominato da neppure tre settimane ma destinato inevitabilmente al ricambio dopo il successo dell’Opa dell’Agricole - « assicura sin d’ora la propria disponibilità a consentire la più serena successione nella gestione della banca » all’interno del gruppo
Credit Agricole « con spirito collaborativo e costruttivo » . Parole che puntano a essere distensive ma che nascondono d’altra parte un clima di acceso confronto tra le parti che ancora non sarebbe ricomposto. Sul tavolo, in particolare, a quanto risulta al Sole 24 Ore ci sarebbero tra le altre cose questioni come il trattamento economico di uscita del ceo Luigi Lovaglio e la manleva. Aspetti spinosi legati alla governance che però rischiano di lasciare la banca intera nell’impasse operativa, visto che il Cda rimane di fatto senza l’appoggio del suo azionista. Si vedrà nei prossimi giorni. Intanto la banca sotto il profilo dei conti archivia un primo trimestre dell’anno con un risultato netto di 28 milioni di euro, in crescita del 10,6% rispetto all’utile di 25,3 milioni di euro registrato nel primo trimestre 2020. Sempre nel primo trimestre, segnali positivi dal margine di interesse, che è pari a 84,5 milioni di euro, in aumento del 4,7% dallo scorso anno e in calo del 5,3% rispetto al quarto trimestre 2020.