Enel, il trimestre è in flessione ma resistono gli obiettivi 2021
Ricavi giù del 14%, resta il piano di ritoccare al rialzo la cedola a 0,38 euro Starace: « Investimenti in crescita per accelerare con la decarbonizzazione »
La pandemia continua a colpire il gruppo Enel sul fianco della generazione termoelettrica e del trading di energia, lo stesso che nel 2020 aveva determinato una perdita di 15 miliardi di ricavi ( cui ha fatto da contraltare una flessione dei costi di circa 12 miliardi). Il primo trimestre parte in flessione su tutte le principali voci del bilancio, ma il management conta di recuperare nel corso dell’anno e conferma tutti i target per il 2021, inclusa la distribuzione di un dividendo in crescita di 0,38 euro per azione.
Il board ha approvato ieri la trimestrale che evidenzia ricavi in flessione del 14,4%, a quota 17,1 miliardi, quasi tre miliardi in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’Ebitda ha registrato una contrazione del 12,3%, a quota 4,159 miliardi, e questa volta a intaccare i margini contribuisce una performance più debole di Enel Green Power (- 85 milioni) in Sudamerica e negli Usa, a causa della tempesta in Texas che ha determinato una regolazione negativa. Ma accusano anche le reti, con una flessione di 225 milioni dovuta a una modifica della regolazione ( sconto energia) in Spagna. Sul fronte del trading ancora una volta impattano i contratti derivati su energia elettrica e gas a consegna fisica. I minori consumi di energia e l’andamento dei prezzi pesano su un gruppo che poggia il 30% dei ricavi sul trading. Nel periodo è andata bene invece EnelX, con un aumento del 30% dei ricavi e il margine lordo salito da 7 a 41 milioni.
In totale, l’Ebit di gruppo è sceso del 18,8%, a 2,5 miliardi, e l’utile netto si è attestato a 1,176 miliardi (- 5,6%). L’indebitamento netto resta stazionario attorno a 45 miliardi, nonostante gli investimenti per 2,1 miliardi (+ 10%), soprattutto in Italia, America Latina e Usa.
In occasione della call con gli analisti, il cfo Alberto De Paoli ha spiegato che nel trimestre ci sono stati eventi inaspettati che hanno pesato sui margini per 250 milioni, compensati però da circa 300 milioni di partite positive inattese. Sul resto dell’anno si allunga l’ombra dell’effetto negativo dei cambi legato all’indebolimento delle valute e che ora determina un onere potenziale di un miliardo. Il management conta però sulla ripresa legata all’uscita dalla pandemia per riassorbire l’effetto negativo del mark to market.
« Nel primo trimestre del 2021 abbiamo aumentato significativamente i nostri investimenti, principalmente nelle rinnovabili e nelle reti, al fine di accelerare ulteriormente il processo di decarbonizzazione e cogliere le opportunità che emergeranno dalla ripresa economica - ha commentato l’ad, Francesco Starace -. Questi investimenti ci permetteranno di accelerare la crescita, in un contesto di sempre maggiore decarbonizzazione, proiettandoci verso un nuovo record di costruzione di capacità rinnovabile a fine anno. Alla luce dei risultati finanziari e operativi raggiunti nel primo trimestre, confermiamo gli obiettivi di crescita per il 2021 in termini di Ebitda ordinario e utile netto ordinario, come annunciato a novembre dello scorso anno in occasione della presentazione del piano strategico » .
Nel periodo il gruppo ha portato a 49 gigawatt la capacità istallata da fonti rinnovabili. De Paoli ha spiegato agli analisti che Enel conta di chiudere entro il 2021 2,9 gigawatt generati da centrali a carbone: 2,6 gigawatt in Spagna e 300 megawatt in Italia.
Il manager ha confermato quanto già anticipato martedì dall’ad sulle pagine di questo giornale: la plusvalenza per la cessione di Open Fiber si attesta a 1,7 miliardi, di cui 1,4 miliardi già inclusi nelle stime del piano industriale. Per quanto riguarda Enel Americas, la società cilena nella quale Enel è salita all’ 82% del capitale, il management conta di sedersi al tavolo con i soci rimasti nell’azionariato entro l’estate e avviare entro fine 2021 ulteriori operazioni sul capitale. Enel ha presentato progetti sul Recovery Plan in tutti i paesi in cui è presente in Europa. Se recepiti daranno una spinta ulteriore del 20% rispetto ai 24 miliardi di investimenti previsti dal gruppo nel continente.