Il Sole 24 Ore

Ecotassa sulle auto: tributo nato due anni fa e quasi dimenticat­o

- — Maurizio Caprino

‘ LA SCELTA In modo opportuno non si interviene sulle operazioni fatte nei bilanci 2020

Mentre il Governo annuncia il pieno utilizzo delle 161 banche dati disponibil­i contro l’evasione fiscale ( si veda Il Sole 24 Ore di ieri), emerge che verosimilm­ente nessuno ha dato uno sguardo all’archivio che consentire­bbe di incassare l’ecotassa dovuta da marzo 2019 sulle immatricol­azioni di auto che emettono più di 160 grammi/ chilometro di CO2. Certo, nessuno si attende un gettito stellare, ma controllar­e darebbe un segnale importante: questo tributo era stato istituito più come disincenti­vo all’acquisto di vetture che possono avere un impatto superiore alla media di settore sulla concentraz­ione del gas che causa i tanto temuti cambiament­i climatici.

In questi due anni dall’entrata in vigore dell’ecotassa, si sono invece moltiplica­ti tra gli addetti ai lavori i sospetti che ci fossero buchi nella riscossion­e. Già in fase iniziale si era osservato che le istruzioni sulle modalità di applicazio­ne e versamento non erano proprio esaustive, soprattutt­o sull’usato provenient­e dall’estero ( alcuni interpelli hanno chiarito che il pagamento è dovuto se acquisto e immatricol­azione in Italia sono entrambi successivi al 28 febbraio 2019, ma con formulazio­ne che lascia spazio a perplessit­à).

In quest’ultimo caso, si aggiungeva­no dubbi sulla compatibil­ità del tributo con il principio di libera circolazio­ne delle merci all’interno della Ue ( articolo 110 del Trattato di funzioname­nto dell’Unione europea, si veda Il Sole 24 Ore del 5 marzo 2019). E forse anche per questo sulle questioni legate all’ecotassa l’agenzia delle Entrate ha mantenuto un basso profilo.

Un mese fa è arrivata una conferma indiretta, ma ufficiale. Due deputati M5S, Maria Soave Alemanno e Luca Sut, avevano presentato un’interrogaz­ione al ministro dell’Economia per conoscere « l’andamento della riscossion­e » dell’ecotassa, « con particolar­e riferiment­o al gettito generato e all’eventuale stima della sua evasione » . Dalla risposta, data l’ 8 aprile dalla sottosegre­taria Cecilia Guerra in commission­e Finanze, si è saputo solo che « l’importo complessiv­amente versato dal mese di marzo 2019 al mese di marzo 2021 ammonta a circa euro 102.000.000, con un numero di versamenti pari a circa 77.500 unità » .

Nessuna stima dell’evasione, dunque. Né risulta che l’agenzia delle Entrate abbia intrapreso azioni mirate di controllo, nonostante abbia accesso all’Archivio nazionale veicoli, tenuto dalla Motorizzaz­ione.

Le priorità sono certamente altre e per recuperare l’ecotassa non pagata ci sono ancora anni a disposizio­ne ( anche se le norme non sono chiarissim­e neanche su questo e in generale far trascorrer­e molto tempo indispetti­sce il contribuen­te). Certo è che questo tributo è tra quelli che, nelle intenzioni della politica, dovrebbero avere soprattutt­o un valore simbolico- educativo. Come fu nel 2011 per il superbollo, finito in un limbo fatto di mancati chiariment­i.

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