Il Sole 24 Ore

Reti tlc in gara, stretta contro i veti

Il Governo punta a bandi separati per rete mobile e per la banda ultra larga Nel Dl Semplifica­zioni il silenzio- assenso: 90 giorni per i permessi

- Carmine Fotina

Gare separate per la banda ultralarga fissa ( piano “Italia a 1 Giga”) e per la rete mobile (“Italia 5G”). Norma sblocca fibra ottica da varare subito, nel nuovo Dl Semplifica­zioni. Incentivi alla domanda da estendere al 5G. Il ministro per l’Innovazion­e tecnologic­a Colao vuole anticipare al 2026 i traguardi per la connettivi­tà e parte subito con una misura forte: i veti delle singole amministra­zioni saranno superati con la convocazio­ne obbligator­ia della conferenza dei servizi e il silenzio assenso a date certe.

Gare separate per la banda ultralarga fissa ( piano “Italia a 1 Giga”) e per la rete mobile (“Italia 5G”). Norma “sblocca fibra ottica” da varare subito, nel nuovo decreto semplifica­zioni. Incentivi alla domanda da estendere al 5G.

Il piano per le connession­i veloci, secondo quanto ricostruit­o dal Sole 24 Ore, va anche oltre quanto scritto nero su bianco nel Recovery plan. E cammina in modo indipenden­te dal tema della rete unica. Nessuna novità da questo punto di vista: nemmeno il vecchio piano del governo Conte faceva cenni diretti al progetto TimOpen Fiber citando invece ( a pagina 64), ed esattament­e come il nuovo documento di Draghi, l’importanza degli obiettivi « definiti in sede europea, nella consapevol­ezza che le reti a banda larga ultra- veloce sono una General Purpose Technology » .

Il ministro per l’Innovazion­e tecnologic­a e la transizion­e digitale Vittorio Colao ha in mente di anticipare al 2026 i traguardi per la connettivi­tà fissati dalla Ue per il 2030 e vuole partire subito con una misura forte di semplifica­zione. I veti delle singole amministra­zioni alla posa delle reti fisse, che il decreto semplifica­zioni del 2020 non è riuscito a contrastar­e, saranno superati con la convocazio­ne obbligator­ia della conferenza dei servizi e il silenzio assenso a date certe: scatterà dopo 60 giorni se non ci sono vincoli paesag

Gare nel primo trimestre 2022 e contratti entro giugno. Per il 5G arriverann­o anche i voucher

gistici o culturali o, in presenza di questi, comunque dopo 90 giorni. Il nuovo decreto, con la norma tlc, dovrebbe arrivare entro maggio.

Poco dopo partirà la prima mappatura nazionale delle reti 4G e 5G, sul modello di quanto appena pubblicato da Infratel, società in- house del ministero dello Sviluppo, per le reti fisse. Il censimento servirà a individuar­e le aree del 5G a “fallimento di mercato” per la cui copertura ( almeno a 150 Mbits/ s in download e 50 Mbit/ s in upload) sarà lanciata un’apposita gara entro il primo trimestre 2022 con aggiudicaz­ione prevista nei successivi tre mesi. Il governo stima che le “aree bianche” 5G potranno ammontare almeno al 5% del territorio nazionale. Per questo intervento c’è 1 miliardo di risorse europee del Recovery plan, cui si aggiungono 600 milioni per collegare le strade extra urbane e 420 milioni destinati ai corridoi europei 5G per la mobilità connessa. Ai fondi pubblici l’esecutivo stima che si aggiungera­nno investimen­ti privati per 800 milioni. C’è certamente il nodo dell’addizional­ità dei sussidi, che non possono sostituirs­i agli interventi che gli operatori devono comunque fare per gli obblighi della concession­e ottenuta con l’asta delle frequenze. Sul punto, nel Recovery plan si sottolinea però che il servizio 5G ad alta performanc­e « non ha obblighi stretti di copertura » . Agli aiuti all’offerta, in una fase successiva, potrebbero essere affiancati i voucher per la domanda: terminale più traffico, come per la fibra. Nel frattempo continua la valutazion­e sulle regole e, nella legge annuale per la concorrenz­a prevista entro luglio, i limiti di elettromag­netismo delle antenne potrebbero essere allineati ai valori Ue.

Per la banda ultralarga fissa ( fibra ottica e sistema Fwa) si intende procedere mettendo a gara la copertura delle aree grigie e nere, quelli semiconcor­renziali, a prescinder­e dall’esito delle negoziazio­ni societarie sulla rete unica tra Tim e Open Fiber, sebbene l’orientamen­to del governo ( e quello delle Authority) sul progetto sia chiarament­e molto meno favorevole rispetto all’era Conte. Ma il tema delle gare è un problema solo fino a un certo punto. Del resto a quelle bandite negli anni scorsi per le aree bianche si presentera­nno comunque anche soggetti diversi rispetto a Tim e Open Fiber e in un caso l’ex monopolist­a rinunciò a partecipar­e. Colao punta comunque a una divisione in piccoli lotti, notificand­o l’intervento nel terzo trimestre 2021 per poi pubblicare il bando nel primo trimestre 2022 e aggiudicar­e nel secondo trimestre. Chi vincerà dovrà garantire l’accesso wholesale ( all’ingrosso) alla rete. Possibili due modelli: a contributo, con la rete che resta di proprietà privata, o a concession­e con l’infrastrut­tura che è di proprietà pubblica. A disposizio­ne quasi 3,9 miliardi di fondi del Recovery, mentre si prevedono 1,6 miliardi di investimen­ti privati. In questo caso l’obiettivo minimo di connettivi­tà è 1 Gigabit/ s in download e 200 Mbit/ s in upload.

A completare il piano italiano per la banda ultralarga ci sono poi 261 milioni per le “Scuole connesse” ( 9mila edifici scolastici), 501,5 milioni per la “Sanità connessa” ( 12.280 strutture) e 60,5 milioni per connettere in fibra 18 isole minori.

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