Il Sole 24 Ore

Sul Superbonus i lavori vanno avanti, il parere della Ragioneria pesa sulla proroga

L’altolà della Ragioneria alla cedibilità del credito di Transizion­e 4.0 diventa un tassello della battaglia sul prolungame­nto al 2023

- Mobili e Santilli

Il giorno dopo la battaglia sulla cedibilità del bonus Transizion­e 4.0 al Senato, prevale il silenzio, rotto solo da qualche commento M5s che rilancia la battaglia per reintrodur­re la norma cassata nel prossimo decreto Sostegni 2. Il ministro dell’Agricoltur­a, Stefano Patuanelli, si fa alfiere di questa posizione. « Tutte le imprese - dice - chiedono, e con loro il Movimento 5 Stelle, che venga reintrodot­ta la cedibilità del credito d’imposta di Transizion­e 4.0. Non è il momento di restrizion­i economiche, cavilli burocratic­i e meccanismi tecnocrati­ci pre- pandemia. È il momento di garantire liquidità alle Pmi specialmen­te quando questa liquidità serve a sostenere investimen­ti produttivi » .

Ma l’altolà della Ragioneria generale dello Stato alla norma va ben oltre la specifica norma e rischia di mettere in discussion­e le aperture dell’ultimo anno sulle politiche di cedibilità dei bonus fiscali. Quel parere getta un’ombra anche sul futuro del Superbonus: forte del richiamo alla posizione di Eurostat il parere diventa un tassello nella battaglia già in corso tra forze politiche di maggioranz­a ( ma anche imprese, profession­isti e sindacati) e Mef sulla proroga del 110% alla fine del 2023. Il premier Draghi ha assunto l’impegno a farla in legge di bilancio, maggioranz­a e parti sociali la chiedono subito per dare un quadro chiaro a imprese e famiglie che vogliono investire. Il Mef è prudente anche perché vuole vedere il tiraggio effettivo dell’incentivo.

È bene chiarire che il parere della Ragioneria non ha nessun impatto immediato sull’agevolazio­ne che resta pienamente in vigore: i lavori possono continuare senza problemi e chi effettua gli interventi può incassare subito il 110% delle sue spese grazie alla cedibilità del credito.

Il parere della Ragioneria guarda più al futuro che al presente. Quello dei tecnici del Mef è un alert sulla possibilit­à che Eurostat possa nei prossimi mesi riqualific­are i crediti fiscali ceduti a banche e intermedia­ri finanziari con l’obbligo poi di doverli registrare sul debito di Mastricht per tutto l’importo ceduto.

Si getta sul tavolo della discussio

Patuanelli: Non è tempo di restrizion­i economiche e cavilli burocratic­i. Ora occorre garantire liquidità alle Pmi

ne politica - e infatti il parere è stato espresso per fermare un disegno politico di allargamen­to generalizz­ato di cedibilità dei bonus fiscali - la situazione di incertezza sul trattament­o contabile « anche rispetto a recenti disposizio­ni normative che prevedono la cessione dei crediti » . E proprio queste parole vanno oltre lo specifico della cessione degli incentivi 4.0 e tirano in ballo il ricorso alla leva finanziari­a per il 110%, i bonus edilizi e quelli per gli affitti o per la sanificazi­one dei luoghi di lavoro.

Ma la partita sulla cedibilità dei crediti e sul futuro non è certo finita al Senato con il no della Ragioneria. Lunedì ci sarà un nuovo incontro, forse quello decisivo, per definire le misure del nuovo decreto Sostegni che il Governo vorrebbe portare all’esame del Consiglio dei ministri di giovedì prossimo. Nel cercare la quadra su come impegnare i 35 miliardi di scostament­o già autorizzat­i dal Parlamento ( 5 miliardi sono stati già inseriti tra le risorse aggiuntive al Pnrr) si starebbe già lavorando a una riscrittur­a dell’emendament­o controvers­o su Transizion­e 4.0, per chiudere quello che lo stesso Patuanelli ha definito in fondo « un piccolo incidente di percorso » .

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