Brevetti, per l’Europa deroghe non risolutive « Il nodo è la produzione »
Il premier italiano: ancora troppe le diseguaglianze per giovani e donne
La Ue non segue le parole del presidente Usa sulla deroga ai brevetti dei vaccini anti Covid. « Abbiamo bisogno di vaccini ora. La deroga sulla proprietà intellettuale non risolverà il problema. Quello che serve è accrescere la capacità produttiva » , dice la presidente Von der Leyen al vertice Ue in Portogallo. Al vertice dedicato ai temi sociali, il premier Draghi ha sottolineato le troppe diseguaglianze a discapito di giovani e donne.
L’idea americana di sospendere i brevetti sui vaccini Covid- 19 si sta rivelando un rompicapo. Non solo in Europa, dove i Paesi membri riuniti ieri un vertice informale a Porto hanno messo l’accento sull’export e la produzione di vaccini, ma anche a livello mondiale. Arrivare a un compromesso internazionale a una eventuale sospensione delle licenze appare molto difficile. Nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del Commercio ( Wto) vale infatti la regola del consenso.
« Abbiamo bisogno di vaccini ora. Una sospensione dei brevetti non risolverebbe la questione nel breve termine, né nel medio termine » , ha detto in una conferenza stampa a Porto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il presidente francese Emmanuel Macron ha rimproverato « gli anglosassoni » di non esportare la propria produzione. L’Unione europea e la Cina hanno prodotto finora entrambe 200 milioni di dosi, ed esportato una quantità simile. Gli Stati Uniti hanno prodotto 321,5 milioni di dosi, esportandone appena 2,5 milioni di dosi.
Alla proposta dell’amministrazione Biden di liberalizzare almeno temporaneamente i brevetti, la Commissione europea ha risposto con circospezione, dicendosi solo pronta alla discussione. La Germania è contraria; la Francia combattiva; il Belgio che esporta il 70% dei vaccini europei, è cautamente attendista; la Spagna crede invece che la strada tracciata da Washington sia corretta. Anzi propone di accelerare « la cessione volontaria delle licenze » .
Sono più di 100 i Paesi membri della Wto a chiedere di congelare le regole sui brevetti per i vaccini Covid. Arrivare a una sospensione del trattato Trips ( Trade- Related Aspects of Intellectual Property) non sarebbe comunque un percorso rapido. Una volta ottenuto l’ok della Wto, ci vorrebbe almeno un anno per aumentare la produzione in misura significativa. Oltre alla deroga sui brevetti, bisognerebbe mettere
Okonjo- Iweala: cercheremo di trovare una soluzione pragmatica, senza disincentivare la ricerca
a disposizione dei produttori generici personale qualificato, conoscenze e tecnologie, che rappresentano altrettante barriere da superare.
Secondo la direttrice generale della Wto, Ngozi Okonjo- Iweala, la deroga sui brevetti « potrebbe non essere il fattore chiave » . OkonjoIweala ieri ha affermato che l’organizzazione cercherà di trovare « una soluzione pragmatica, che garantisca ai Paesi in via di sviluppo accesso » ai vaccini, senza « disincentivare la ricerca » .
Le decisioni nella Wto vengono prese per consenso, vale a dire con il sostegno dei 164 Paesi membri, ciascuno dei quali può bloccare tutto con la propria opposizione. In linea teorica, se non è possibile raggiungere una decisione per consenso, esiste la possibilità di ricorrere al voto: in questo caso è richiesta una maggioranza qualificata dei tre quarti dei Paesi membri. Nella storia della Wto, si è ricorsi al voto solo una volta.
Deroghe all’applicazione del Trips sono state decise in altre occasioni. Il trattato prevede clausole di flessibilità per i Paesi in via di sviluppo, che non sono però ritenute sufficienti. La proposta di sospensione è stata presentata da India e Sudafrica il 16 ottobre del 2020. In suo favore, si sono schierate subito decine di Paesi a basso reddito, scontrandosi con l’opposizione dei Paesi avanzati. La discussione è stata rilanciata dalla drammatica ripresa dei contagi in India.
La proposta iniziale prevedeva la sospensione dei brevetti anche su terapie, kit diagnostici, respiratori, indumenti protettivi e altri prodotti. Un compromesso potrebbe essere cercato su una deroga meno ambiziosa. Sempre a proposito di un eventuale negoziato internazionale, ieri a Bruxelles una esponente della Commissione europea ha precisato che l’esecutivo comunitario avrebbe bisogno di un mandato negoziale da parte del Consiglio per poter trattare in ambito Wto, approvato alla maggioranza qualificata dei Paesi membri, non all’unanimità.