Il Sole 24 Ore

BTp, fiammata su rumors Bce Draghi: avanti con la liquidità

Le parole di Martin Kazaks, membro del Consiglio direttivo ( « Potremmo ridurre gli acquisti di bond da giugno » ) fanno scattare a 120 lo spread. Moody’s lascia invariato il rating

- Maximilian Cellino

Uno spread fra BTp e Bund a 120 punti base non si vedeva dai tempi della crisi di Governo poi risolta con l’insediamen­to a Palazzo Chigi di Mario Draghi. A riportare ieri indietro le lancette del tempo sui rendimenti del debito italiano non sono state nuove tensioni politiche nel Paese, né verosimilm­ente l’attesa per il pronunciam­ento sul rating da parte di Moody’s, atteso di lì a poche ore, e che ha visto poi l’agenzia lasciare invariato il giudizio sull’Italia. L’allargamen­to del divario dei tassi del BTp decennale rispetto all’abituale benchmark tedesco, che in chiusura si è attestato a quota 114, è stato piuttosto dettato dai timori degli investitor­i per un allentamen­to delle misure di sostegno da parte della Bce.

Il tema, co mesi legge anche nell’articolo a fianco, è perla verità distretta attualità in tutto il mondo, perlaprosp­ettiva di unari presa dalla tempesta Covid più accentuata rispetto alle più rosee attese e per un conseguent­e ritorno dell’inflazione che potrebbe appunto condiziona­re le scelte delle Banche centrali come già avvenuto in Canada. A calarlo di nuovo nell’Eurozona, e a provocare l’improvvisa fiammata degli spread dei Paesi periferici ( Italia in testa), è stato Martin Kazaks.

Il Governator­e della Banca centrale della Lettonia, membro del Consiglio direttivo dell’Eurotower, ha avvertito in un’intervista riportata da Bloomberg che « se le condizioni finanziari­e dovessero rimanere favorevoli, la Bce potrebbe decidere di ridurre gli acquisti a partire da giugno » . Kazaks ha utilizzato tutta la cautela necessaria, sottolinea­ndo come la « flessibili­tà resti alla base » dei programmi dell’istituto centrale, primo fra tutti il piano pandemico Pepp, e confermand­o così una sorta di mantra ripetuto in ogni occasione pubblica dalla presidente, Christine Lagarde.

Ha però evidenteme­nte toccato un nervo scoperto dei mercati, sempre più in tensione sul tema dopo che anche la Banca d’Inghilterr­a ha preannunci­ato un rallentame­nto nel ritmo degli acquisti pubblici legati alla propria politica monetaria. Tanto da suscitare poi nel pomeriggio la reazione dello stesso Draghi, che intervenen­do al panel sul tema « Employment e Jobs » al Social Summit di Porto ha invitato a « non allentare troppo presto gli stimoli di bilancio » .

L’ombrello della Bce, l'occasione del Recovery Plan e la tutela del governo Draghi congelano il panorama del rating sul debito italiano. Ieri sera Moody's non ha cambiato il giudizio Baa3 con outlook stabile che era già stato ribadito a novembre, proseguend­o su quella linea della tranquilli­tà che due settimane fa aveva visto il rating lasciato invariato da Standard& Poor's Poor's( ( BBB, outlooksta­bile). Gli esami di primavera sui titoli di Stato

I deludenti dati sul lavoro Usa fanno impennare l’euro oltre quota 1,21 nei confronti del dollaro

italiano conosceran­no l'ultima tappa il 4 giugno, quando èfissatol' ap puntamento conFitch.L' agenzia francese er astata l'autrice dell'ultimo declassame­nto nell'aprile 2020, e ha poi confermato il BBB- con outlook stabile a dicembre.

Del Del resto do pola sorpresa primaveril­eresto do pola sorpresa primaveril­e diFitch, quando il downgr ade arrivò fuorisacco, nonostante nonostante l' impennata pro do tl' impennata prodotta dalla crisi pandemica il debito italiano non ha più subito scossoni nel rating, e anzi a ottobre aveva visto S& P migliorare l' out look da negativo astabile. Le ragioni di tanta relativa serenità vanno cercate prima di tutto a Francofort­e, ovviamente, ma l'azione comune europea che si è innervata con l'avvio della Recovery and R esili enceF aci lityh ada tonuo vi argomenti alla sostenibil­ità anche del ma xidebito italiano. E, tutto sommato, ha reso più marginali i voti delle agenzie dir ating che in questa che in questa fase non sembrano avere in fase non sembrano avere in mano le sorti dei titoli di Stato.

Sul fronte azionario, la cocente delusione provocata provocata dai dati sull’ occupazion­e neglidai dati sull’ occupazion­e negli Stati Uniti, largamente allargamen­te al disotto delle a tdisotto delle attese, non è stata invece sufficient­e per mettere i bastoni fra le ruote dei listini. L’ Europa ha infatti terminato con un ulteriore rialzoteri­o re rialzo (( e con nuovi record a livello di indici continenta­li) l’ultima seduta di unasettima­na, laprimadim­aggio, chesi è chiusa con un bilancio positivo dopo due battute d’arresto consecutiv­e. Ma il dato Usa ha fatto anche registrare la nuova battuta d’ arresto del dollaro, che ha proiettato l’euro oltre quota 1,21 fino a rivedere i massimi da fine febbraio: un altro grattacapo per la Bce.

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